ilNapolista

Galliani, intercettazioni compromettenti sui diritti tv: «Agnelli deve smetterla, Juve arrogante»

Un articolo della Gazzetta dello Sport sull’inchiesta Infront e i rapporti tesi tra i dirigenti di alcuni club. Galliani: «Darò io la botta ad Agnelli».

Galliani, intercettazioni compromettenti sui diritti tv: «Agnelli deve smetterla, Juve arrogante»

I rapporti secondo le intercettazioni

Un articolo che chiarisce l’alta tensione tra dirigenti e club. Scrive questo, oggi, la Gazzetta dello Sport mentre racconta l’inchiesta sui diritti televisivi condotta dalla procura di Milano, arrivata al Tribunale del Riesame. Che «dovrà pronunciarsi sul ricorso dei pm dopo il no del Gip di Milano alla richiesta di arresto per i tre manager di Infront per ipotesi di reato come associazione a delinquere».

La faida più importante dal punto di vista mediatico è quella venuta fuori dalle intercettazioni di Adriano Galliani. L’ex ad del Milan – non indagato perché «secondo il gip non ricopriva un ruolo da pubblico ufficiale (la Lega è un’istituzione privata) – ha attaccato duramente Agnelli nel corso di una conversazione telefonica con Marco Bogarelli, numero uno di Infront.

«Oltre a essere un imbecille, va in Germania a sputtanare la Lega? Adesso gli scrivo, basta. Tutti che sputano sul calcio italiano, come si va a vendere? Penso che sia impazzito». E Galliani risponde: «Sì, sì, sì. L’arroganza è cosa della Juve che a essa non sa sfuggire. Perché il signor Agnelli prende 100 milioni dalla Lega Calcio. La deve smettere questo signorino».

La botta

Continua Galliani: «Sarà bene che risponda qualcun altro perché io, voglio dire, io la botta gliela do, voglio star concentrato, la botta sarà nella ripartizione dei diritti tv. Lì gli darò la botta… Ora chiamo Enrico (Preziosi, ndr) che dice sempre che bisogna parlare con Agnelli. Adesso faccio un po’ di casino».

Nel mirino dell’inchiesta, al di là del senso delle parole di Galliani, ci sarebbero proprio questi rapporti molto stretti tra i vertici di Infront e alcuni club. Il “problema” è che Infront è advisor della Lega di Serie A, e alcuni dirigenti in questione hanno ricoperto cariche nella Lega.

Per i magistrati sui diritti tv c’era «fin dal 2009 e a tutto il 2015 una associazione a delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di delitti, tra i quali turbativa d’asta (per i pm Infront favorì Rti-Mediaset, ndr) autoriciclaggio, truffa aggravata, ostacolo alle funzioni di vigilanza, evasione fiscale e tutti quei reati di volta in volta necessari per governare i processi di sfruttamento dei diritti audiovisivi derivanti dal calcio, con l’impossessamento di denaro che avrebbe dovuto, in un corretto regime concorrenziale, entrare nelle casse della Lega e quindi, pro quota, nelle casse dei club che vi aderiscono». Secondo gli inquirenti, l’associazione si sarebbe appropriata di una fetta consistente dei proventi tv «stimabili in non meno di 1,5 miliardi l’anno».

 

ilnapolista © riproduzione riservata