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Caccia a ottobre nero. Senza quel mese, il Napoli in linea con la Juventus

L’adattamento del post-Milik ha segnato il gap con i bianconeri: da ottobre a oggi, il Napoli ha un punto in più della formazione di Allegri.

Caccia a ottobre nero. Senza quel mese, il Napoli in linea con la Juventus

Nel momento peggiore

Oggi Sky Sport ha pubblicato una statistica interessante: con i numeri, il sito internet della piattaforma satellitare ha dimostrato che il Napoli è dietro la Juventus a causa degli scontri diretti. Vero. Anzi, inoppugnabile. Il Napoli ha messo insieme 8 punti su 24 contro Juventus, Roma, Atalanta e Lazio. I bianconeri ne hanno messi insieme 17.

Questa statistica, però, ha anche una precisa collocazione temporale. Tre di questi otto scontri diretti sono stati giocati a ottobre. Un altro è stato giocato il 5 novembre. È l’ottobre nero del Napoli, un mese da horror con 2 vittorie, un pareggio e 3 sconfitte. Subito prima e subito dopo l’infortunio di Milik. È in questo periodo che si costruisce il gap con la Juventus. Prima del match contro i nerazzurri orobici, il 2 ottobre, azzurri e bianconeri sono separati da un solo punto in classifica. Alla 12esima, dopo Napoli-Lazio 1-1, le lunghezze di distacco sono 9. Oggi sono 8. In pratica, dalla 12esima giornata a oggi, il Napoli ha messo insieme un punto in più della Juventus.

La scoperta di Mertens

Ne abbiamo scritto tante volte, su queste pagine. Abbiamo provato diverse volte a descrivere la dinamica complessa che ha portato il Napoli a smarrire punti e certezze. L’infortunio di Milik e la poca aderenza di Gabbiadini al ruolo di prima punta costringono Sarri a inventarsi Mertens centravanti. Una scelta che il tempo premierà, ma che in qualche modo costa tanto alla squadra in termini di solidità, di abitudine. Almeno inizialmente. È l’ottobre nero, che si porta dietro qualche strascico fino a novembre (dopo la Lazio, un altro pareggio interno contro il Sassuolo) e poi lancia il Napoli nel filotto: dall’Inter al Cagliari, 16 vittorie, 4 pareggi e una sola sconfitta. Media punti 2.4. In proiezione sull’intero campionato: 94 punti. Scudetto, praticamente.

Rimpianti

Ovviamente i se e i ma non fanno il calcio. Il Napoli di Milik aveva messo insieme una media di due punti a partita, proiezione 76 sull’intero campionato. Non possiamo dire né sapere se con il polacco il Napoli avrebbe potuto far di più. I rimpianti possono avere una forma diversa, quella dei (pochi) punti gettati dopo l’ottobre nero. Partendo da Napoli-Inter, possiamo considerare “non fisiologici” i pareggi contro Palermo e Sassuolo. Perché a Firenze e contro la Juventus si può pareggiare. Ci sta, nell’arco di un intero campionato.

Un’altra forma di rimpianto potrebbe essere la mancanza di un filotto “lungo” di vittorie consecutive. Nonostante il Napoli sia in vantaggio rispetto allo scorso campionato, la squadra di Sarri non ha mai messo insieme più di tre vittorie consecutive. È un curioso caso statistico. Alla quarta partita da vincere in fila, sempre un intoppo. Contro il Genoa in apertura di stagione; contro la Fiorentina prima di Natale; il Palermo a fine gennaio; contro l’Atalanta un mese dopo e contro la Juve a inizio aprile. Nell’ultima stagione, invece, due periodi lunghi di successi: le cinque partite vinte in fila dalla sesta alla decima; e le otto a cavallo tra girone d’andata e di ritorno.

Il problema è la Juventus

Il Napoli ha un rendimento altissimo. Solo che la Juventus ha fatto ancora meglio. Per continuità nel tempo (solo nelle ultime due partite è riuscita a non vincere per più di un match, altro che ottobre nero), per forza negli scontri diretti (vedasi statistica Sky). E poi c’è la Roma che mantiene altissima la quota del secondo posto. Probabile che si sfori il record detenuto proprio dai giallorossi: nel 2014, Garcia firmò la piazza d’onore con 85 punti. E perse le ultime tre partite in fila. Solo che anche allora il problema fu la Juventus, arrivata fino a quota 102.

Qualora il Napoli dovesse cogliere il terzo posto a più di 78 punti (primato stabilito da Benitez nel 2014), oppure di 80 (Roma 2016), riscriverà un nuovo record per il nostro calcio. La quota per la medaglia di bronzo ha subito un continuo, incredibile ritocco verso l’alto. Prima di Benitez e Spalletti, la Lazio di Pioli aveva raggiunto il preliminare di Champions a 69 punti (2015). Ne bastarono addirittura 64, all’Udinese, nel campionato 2011/2012. È l’effetto di alcune delle dinamiche che vi abbiamo descritto oggi nel pezzo sulla Serie A bella ma squilibrata: il gap tra le varie fasce del campionato è aumentato a dismisura. Il Napoli recita la parte della spalla accanto all’attore principale. Manca poco per puntare al ruolo di protagonista. Per quest’anno, sarebbe bastato cancellare un solo mese dal calendario.

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