ilNapolista

Benitez: «Napoli tappa importante per me, fiero che l’ossatura della rosa sia ancora la mia»

L’intervista di Rafa Benitez al Corriere dello Sport: «Abbiamo dato sapore internazionale all’organico, era il cambiamento che serviva al Napoli».

Benitez: «Napoli tappa importante per me, fiero che l’ossatura della rosa sia ancora la mia»

L’intervista al Corriere dello Sport

Parla Rafa Benitez in Italia, parla Rafa Benitez al Corriere dello Sport. Una lunga intervista del doppio ex nel giorno di Inter-Napoli, ma anche una confessione dopo il successo di Newcastle, la promozione in Premier League colta dopo una sola stagione in Championship: «Volevo riconquistare la categoria che avevamo perso, mi avevano chiamato che la nostra situazione era disperata. È stato un anno di calcio, che può dare soddisfazioni ovunque. Ci abbiamo provato, ci siamo riusciti. Avevamo il peso di una responsabilità enorme, e la sentivo pure io che qui mi sono ritrovato eletto a idolo».

Il rapporto con i tifosi del Newcastle: «Ho ricevuto una accoglienza meravigliosa, che ha toccato le corde emotive. S’è creata empatia, immediatamente. E questo successo è un regalo per tutta Newcastle».

L’Italia

«Non è un caso che la Juventus primeggi ancora. Si tratta di una società all’avanguardia, che ha anche potere economico: sono in condizione di spendere, e l’hanno fatto acquistando Higuain, Pjanic, Benatia e anche giovani di valore. Questa monarchia può durare ancora un po’, perché le distanze con Roma e Napoli sono ancora nette, favorite anche da un bilancio che aiuta a fare la differenza. Ma il gap si può colmare, però serve tempo e anche qualche idea: avere tanti soldi è un privilegio, ma saper programmare è un valore aggiunto che può avvicinare. Non è certo un caso che anche stavolta Napoli e Roma si stiano giocando secondo e terzo posto, anche questi sono segnali: vuol dire che sono dietro alla Juventus, ma davanti a tutte le altre. E di parecchio».

Napoli

Il business plan: «Lo facevo anche all’Inter: i progetti si possono costruire anche senza essere necessariamente i più facoltosi, e noi a Napoli qualcosa di nostro abbiamo dimostrato. Abbiamo ricostruito una squadra, attraverso la cessione di Cavani e altri investimenti mirati, che durano ancora: sono fiero di vedere Reina, Callejon, Mertens, Koulibaly, Ghoulam, Jorginho e Albiol rappresentare l’ossatura».

«A Napoli ci siamo divertiti, tranne nell’ultima giornata di campionato, quando un rigore sbagliato a un quarto d’ora dalla fine dalla partita-spareggio con la Lazio ci ha negato la possibilità di arrivare terzi, dunque ai preliminari di Champions. Io dico che si sono gettate le basi per un cambiamento che sta durando. Il livello dell’organico ha acquisito un sapore internazionale, era quello di cui si aveva bisogno; e poi, non vorrei che passassero in secondo piano i successi, la conquista della coppa Italia con la Fiorentina, quella della Supercoppa contro la Juventus. Se vi sembrano dettagli… A me sembrano successi di rilievo, ottenuti peraltro, nel caso della finale di Doha, contro quella che viene ritenuta un’avversaria imbattibile».

De Laurentiis

«Con lui abbiamo fatto quello che si poteva: non è un difetto avere una disponibilità economica inferiore ad altri club. Ma De Laurentiis è stato bravo a portare il Napoli a essere stabilmente tra le grandi. Se c’è anche qualcosa di mio nella squadra allestita, e penso ci sia, ne sono orgoglioso. Poi è arrivato un momento in cui le strade dovevano dividersi, avevamo visioni diverse sulla gestione, sulla politica societaria. Ma l’abbiamo fatto con rispetto assoluto, l’uno dell’altro».

Benitez e il Napoli, ieri e oggi

«Il Napoli è una parte importante della mia vita, perché mi ha consentito di conoscere posti e tradizioni e uomini con i quali non mi ero mai confrontato. Ho avuto un rapporto straordinario, ho provato a viverla e credo di esserci riuscito. Mi piace il Napoli di Sarri, gioca un bel calcio, segna tanto e diverte. Gli auguro anche di vincere, è il prossimo passaggio. La semifinale di Europa League? Credo che i tifosi del Napoli ricordino quali errori abbiamo subito nelle due sfide. Però è impossibile cambiare l’esito di quelle partite».

L’Inter

«È stata precata un’opportunità e mi sembra di averlo sottolineato varie volte. Quando arrivai, ricevetti promesse che non sono poi state mantenute. Avevo tracciato un percorso, era arrivato il momento di cambiare. Non è andata bene, ma non certo per colpa mia, che comunque ho contribuito ad aggiungere, nella bacheca, una Supercoppa Italiana e una Coppa Intercontinentale. Stiamo parlando di una grande società, che farà bene e ne sarò felice, perché lì ho lasciato tanti amici».

ilnapolista © riproduzione riservata