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Mertens, un gol ogni 83′ da prima punta: un centravanti riconosciuto

Secondo i rumors, Sarri avrebbe deciso di schierarlo dopo aver saputo la formazione di Spalletti. Numeri e sensazioni, però, confermano che Mertens è davvero una prima punta.

Mertens, un gol ogni 83′ da prima punta: un centravanti riconosciuto

Rumors da Roma

La notizia sotterranea, circolata prima e subito dopo la gara dell’Olimpico, dice pressappoco così: Spalletti ha fatto sapere un paio d’ore prima, in giro, che avrebbe optato per la difesa a quattro. A quel punto, e solo a quel punto, Sarri avrebbe risolto il suo dubbio. Contro Manolas-Fazio centrali, spazio a Mertens. E alla sua interpretazione del ruolo da centravanti.

Ecco, la scelta sarebbe andata proprio così. Fosse vero, sarebbe andata decisamente bene. Il belga segna due gol da centravanti vero, adatto a questa squadra (mentre Gabbiadini è adatto alla sua squadra e ha una media da Scarpa d’Oro, tanto per gradire), e riscrive il concetto che ieri abbiamo espresso in questo pezzo qui. Tra le righe, dicevamo che Milik a Roma da titolare avrebbe significato che da qui a fine anno il Napoli sarebbe tornato a giocare con l’attaccante vero. Se non vogliamo considerare Mertens falso, quantomeno possiamo dire attaccante classico. Alla fine, però, è arrivata l’indicazione troppo anticipata di Spalletti. E in campo c’è andato Mertens. Raccontata così, sarebbe proprio una bella storia.

Media da urlo

Poco prima abbiamo scritto una frase: “se non vogliamo considerare Mertens [attaccante ] falso”. Ecco, in realtà non potremmo. Non possiamo, anzi. Basta riavvolgere il nastro, leggere il minutaggio di Mertens nel ruolo di centravanti e dividerlo per il numero dei gol. In campionato, siamo a 16 gol in 1328 minuti come prima punta: totale preciso e pulito, senza decimali, di un gol ogni 83 minuti. Prima di ieri, dell’ennesima giornata con cifra di gol superiore a uno, il rapporto minuti giocati su gol era tornato “umano”: un gol ogni 88′. In pratica, un gol a partita. Oggi, dopo Roma, siamo di nuovo tornati al Mertens di Bologna, Torino, Cagliari. Al Mertens-che-fa-come-Higuain.

Identificare un centravanti

Questo è un centravanti. Certo, molti lettori critici potranno dire che in alcuni momenti Mertens non è adatto a ricoprire questa posizione. Ci sta, è la visione di una parte del tutto. Però anche nelle partite in cui Mertens non ha fatto gol c’erano i presupposti per realizzarne. Basta guardare l’ultimo mese, per rendersene conto. Dries non ha segnato contro Real Madrid ed Atalanta, giuso le due occasioni in cui è partito da titolare. Ebbene, in entrambi i match ha avuto due occasioni limpidissime. Non sfruttate per una questione di centimetri. Non è che non era nella giusta posizione, non ha fatto il movimento giusto o cose così. Era lì, ha tirato. E non ha centrato la porta. Psembrare strano e impossibile, ma è capitato anche a Higuain. Pure l’anno scorso, diverse volte. Non è questo dato che fa o non fa di Mertens un centravanti. O, almeno, un centravanti adatto a questa squadra. Realizzare sempre o quasi questi gol fa alzare la posta della definizione a “fuoriclasse del ruolo”. Quella, sì, è un po’ azzardata.

Nell’altra partita in cui è mancata la sua zampata, Napoli-Genoa, Dries è stato due volte decisivo. I due gol nascono da lui, da due suoi spunti, da due sue letture.

Oltre il gol

E un attaccante non è che deve segnare a ogni partita, per essere decisivo o comunque parte integrata di un sistema di gioco funzionante. Noi napoletani, ricordiamolo, magnificavamo il primissimo Higuain rispetto a Cavani proprio per la sua capacità di interagire coi compagni. Assist, dribbling, creazione di superiorità numerica. Faceva questo, Gonzalo, con Benitez. Poi Sarri gli ha restituito (?, in realtà gli ha costruito) quella dimensione da cannibale del gol che oggi ne caratterizza la narrazione e il modo di giocare. Non che prima non facesse parte della shortlist dei centravanti-mostri, ma quella dell’anno scorso è una dimensione realizzativa che ha raggiunto solo, per l’appunto, dall’anno scorso.

Il discorso del Madrid

Ora, stessa cosa di ieri: martedì che si fa? Ci sarà Mertens o ci sarà Milik? Vedremo. Anzi, ne discuteremo domani nel nostro appuntamento con la Probabile Formazione. Discuteremo di tante varianti, possibilità, idee. L’unica cosa di cui siamo certi è che il Napoli, dopo Roma, ha ancora due scelte possibili. Due soluzioni paritetiche, nel senso che hanno entrambe la stessa possibilità di essere adottate da Sarri. Perché Mertens, ora, vale come un centravanti “normale”. Nel senso di classico, nel senso che la butta dentro ed è pure utile alla squadra. Lo dicono i numeri, lo suggeriscono le sensazioni. Come dire: dovesse andare in campo Dries, martedì, nessuno potrebbe rimanerci male. Nessuno dovrebbe farlo, presidente compreso.

Dai, Aurelio, ora c’è anche Rog. Perdona al mondo e a Sarri questo vezzo di Mertens centravanti. Sta funzionando, in fondo.

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