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Carli, ds Empoli: «Sarri non dimentichi mai il coraggio che De Laurentiis ha avuto con lui»

Intervista della Gazzetta al ds dell’Empoli: «Il patron azzurro gli ha dato una panchina prestigiosa, Napoli è l’habitat perfetto e lui è un fuoriclasse della panchina».

Carli, ds Empoli: «Sarri non dimentichi mai il coraggio che De Laurentiis ha avuto con lui»
Sarri e Carli ai tempi dell'Empoli

L’intervista della Gazzetta

Bel lavoro della Gazzetta dello Sport su e con Marcello Carli, ds dell’Empoli. E una delle due persone citate da Maurizio Sarri, fresca panchina d’oro, alla consegna del prestigioso riconoscimento a Coverciano (l’altro è Giuntoli, nessuna menzione per De Laurentiis). Il dirigente dei toscani ha scelto Sarri, l’ha lanciato sulla panchina di un club con certe ambizioni in Serie B. Un sodalizio che ha portato fino alla promozione in Serie A (seconda stagione di collaborazione), alla salvezza nel massimo campionati, alla chiamata del Napoli. E, come si legge sulle pagine della rosea, ha fatto sì pure che si sfiorasse diverse volte la rissa.

Parla Carli: «Scelsi Sarri perché mi ricordavo di un pazzo furioso sulla panchina della Sangiovannese e del Sansovino. Un pazzo che mi aveva trasmesso emozioni. E pazienza se veniva da una serie di esoneri. Parliamo di un fuoriclasse, un amico vero ma almeno 3-4 volte abbiamo rischiato di fare a cazzotti. Parlo di pugni veri. Lui è un testone intelligente».

De Laurentiis

Carli parla di De Laurentiis, avrà notato un’assenza pesante nei ringraziamenti per la panchina d’oro e lo fa capire.

«Maurizio non deve mai dimenticarsi che De Laurentiis ha avuto il coraggio di consegnargli una panchina prestigiosa. Coraggio che altri presidenti non hanno avuto. In più ricordo a Maurizio che lui ha bisogno dell’habitat giusto per rendere al meglio. Napoli è un mondo perfetto per lui. All’inizio era preoccupato del rapporto con i campioni. Invece dopo un mese Hamsik e Higuain lo adoravano. Il campione ama chi ti fa giocare bene e vincere.

Il passato

Empoli, prima tappa di un successo: «È stato il suo trampolino di lancio.«Maurizio aveva bisogno di
avere accanto persone serie. Lui si è fidato. Ha capito che non lo avremmo mai tradito. Lo abbiamo difeso a spada tratta nonostante avesse messo insieme appena tre punti nelle prime nove partite. E in Serie A gli allungammo di due anni il contratto dopo cinque k.o. di fila. Maurizio ha capito a Empoli che il calcio non è solo schemi o fare la guerra. E’ condivisione. C’è talmente tanta stima tra di noi che a volte mi sono permesso di dire a Sarri cose che a un altro tecnico non avrei mai detto».

Ossessivo

La descrizione dell’allenatore: «Sarru Meticoloso? Quasi ossessivo. Se non riusciva a preparare gli schemi su punizione, magari a causa del vento, se ne andava imbufalito convinto che la domenica
avremmo preso gol su calcio piazzato. Io mi divertivo a entrare nella sua stanza e a spostargli un foglio o il pacchetto di sigarette. Che lui rimetteva a posto. Mi ha detto che ha imparato in banca a essere organizzato».

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