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Storia, trofei e colori del Real Madrid, il destino nei soprannomi: Merengues e Galacticos

Pillole di storia del Real Madrid: gli inizi senza “Real”, i rapporti con la corte di Spagna, Bernabeu, Perez e i fuoriclasse vestiti di blanco.

Storia, trofei e colori del Real Madrid, il destino nei soprannomi: Merengues e Galacticos

Madrid FC

Forse non molti sanno che il Real Madrid non è stato sempre… real. Il club nacque nel 1902 per iniziativa di un gruppo di ricchi commercianti locali, uno dei quali aveva studiato in Inghilterra ed era buon amico del solito britannico girovago, tale Arthur Johnson, che divenne giocatore-allenatore della squadra. La prima giunta direttiva fu presieduta da Juan Padrós, primo presidente fu eletto Enrique Varela.

La società prese il nome di Madrid Foot Ball Club e adottò come simbolo lo stemma della città: l’albero e l’orso in campo bianco. Anche i madrileni, com’era in voga agli albori del ‘900, indossarono una casacca bianca, forse in ossequio al colore prevalente dello scudo municipale. C’è chi però fa risalire quella scelta all’imitazione di uno dei più esclusivi club inglesi dell’epoca, il Corinthians di Londra, fondato da alcuni ex alunni dei più aristocratici college della capitale. In proposito, il Corinthians milita ancora, e con immutata fierezza, nei campionati minori britannici, mentre il suo mito è tramandato in Sudamerica dal Corinthians di San Paolo, famosa squadra brasiliana, sorta nel 1910.

Colori e fuoriclasse

Centri di diffusione delle prime gesta del calcio madrileno furono il retrobottega di “Al Capricho”, di proprietà dei fratelli Padrós e la taverna “La Taurina”, prima sede del club. Il bianco latte della divisa di gioco valse ai giocatori l’appellativo di blancos o merengues (meringhe). Più avanti fu dato loro anche il soprannome di galacticos sia per l’impressionate numero di fuoriclasse acquistati anno dopo anno sia per una voluta allusione alla via Lattea.

La corte

Storicamente, i rapporti del Madrid con la corte di Spagna furono sempre molto intensi. Appena fondato, il club fu incaricato di organizzare un torneo per celebrare l’incoronazione del nuovo re Alfonso XIII di Borbone, che ne diventò il primo tifoso. Nel 1920 il sovrano concesse il titolo e il nome di Real alla società, la quale ricambiò nominandolo presidente onorario. Dal 1931 la storia del club s’intrecciò con le drammatiche vicende nazionali.

Le elezioni spagnole, vinte dalla coalizione di sinistra, portarono all’esilio di Alfonso XIII e all’instaurazione della repubblica. Il club così fu privato del suo prestigioso appellativo e tornò a essere solo Madrid Fc. Otto anni dopo, il “generalissimo” Francisco Franco, vincitore della sanguinosa guerra civile scoppiata nel 1936, cancellò la giovane repubblica imponendo la lunghissima dittatura militare che finirà soltanto nel 1975. Uno dei primi provvedimenti fu quello di restituire il titolo al club madrileno e concedergli ingenti aiuti di Stato. Ciò gli valse l’infinita gratitudine dei tifosi del Real e l’odio delle altre tifoserie.

Non va dimenticato però che la società madrilena non è la sola in Spagna a fregiarsi di tale titolo nobiliare. Sono “Real” il Maiorca di Palma, il Betis di Siviglia, il Valladolid, il Murcia, il detestato (dai tifosi del Barcellona) Club Deportivo Espaňol, al quale sempre Alfonso XIII conferì il titolo di “real” per riaffermare l’unitarietà della nazione. Giusto per capire che aria tiri da un centinaio di anni in Spagna, tra il centralismo di Madrid e le pulsioni autonomiste catalane, nel 1996 la seconda squadra di Barcellona con l’ufficializzazione della lingua catalana cambiò denominazione in “Reial Club Deportive Espanyol”.

Il viola

Nel 1931 la società cambiò anche il proprio stemma introducendo il celebre monogramma con le iniziali intrecciate, attraversate da una banda viola, il colore della Castiglia. Così, curiosamente l’albero e l‘orso, simboli adottati ai primordi, finirono sulle camisete degli acerrimi rivali cittadini dell’Atletico Madrid. In quanto al nome, altrettanto curiosamente gli spagnoli continuano a chiamare solo “el Madrid” il club, mentre il tutto il mondo si è affermato l’appellativo di Real.

Nel 2014 il club presieduto da Florentino Perez decise di ritoccare il simbolo cancellando la croce cristiana che decorava lo stemma ufficiale dopo aver firmato un accordo di sponsorizzazione di una cinquantina di milioni con la Banca Nazionale di Abu Dhabu.

Santiago Bernabeu fu il primo grande presidente, inteso in senso moderno, del Real Madrid e con lui nel 1943 ebbe inizio il grande progetto dello stadio. L’acquisto dei terreni e l’inizio dei lavori furono un tutt’uno. Lo stadio, tuttora uno dei migliori in Europa, fu inaugurato nel 1947. Bernabeu, scomparso nel 1979, è il presidente più vincente della storia del calcio con 29 titoli, al pari di Silvio Berlusconi.

Bacheca

Il club milita nella Primera División spagnola fin da quando è stata creata la Liga, cioè dal 1929, al pari di Barcellona e Athletic Bilbao. Con 84 trofei all’attivo, la formazione madrilena è la seconda più vincente nella storia del calcio spagnolo dopo il Barcellona, ma la più titolata nelle competizioni a livello mondiale. Detiene il record di 32 titoli nazionali vinti, nonché il primato assoluto di 11 vittorie della Coppa dei Campioni-Champions League. Il club può vantare uno dei palmarès più prestigiosi, che annovera 19 Coppe di Spagna, 9 Supercoppe di Lega, 1 Coppa della Liga, 2 Coppe Uefa, 3 Supercoppe europee, 3 Coppe Intercontinentali, 2 Coppe del mondo per club e 1 Coppa Iberoamericana. L’11 dicembre 2000 il Real Madrid fu nominato dalla Fifa miglior club del XX secolo in base a un sondaggio tra i lettori dell’allora rivista istituzionale Fifa Magazine.

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