Maurizio Sarri intervistato da Mediaset Premium nel postgara di Milan-Napoli: «Stasera si è visto qualcosa di importante, anche a livello mentale».
L’intervista a Mediaset Premium
I complimenti di Galliani: «È stato molto carino, tutte le volte ci ha fatto i complimenti. Se lo fa uno che ha alzato molte volte la Champions, sono molto graditi».
Euforia da controllare?
«Non c’è da controllare niente, ci ha dato soddifazione la vittoria arrivata soffrendo. Se chiedevamo un salto di qualità a livello di mentalità, stasera l’abbiamo mostrato. Non pensiamo ad altro, se non alla partita di martedì.
Sarri non firma il secondo posto
«Io penso che con i giornalisti bisognerebbe smettere di parlare, perché se uno tira fuori le frasi da un contesto non significano nulla. Non ho la presunzione di vincere tutto, ma io ho l’atteggiamento mentale di chi non firma per nulla. Se dieci anni fa avessi firmato per la Serie B, avrei fatto una cazzata».
I complimenti di Sacchi
«Mi fa piacere, anche se lui sa che se io ho deciso di fare questo mestiere è grazie alle sue squadre. Faccio ancora fatica a considerare questo un lavoro, ma grazie al gioco di Sacchi mi sono innamorato di questo gioco. Alcuni giorni penso sia una colpa sua, altri penso sia un merito».
L’arrivo di Maradona?
«Un’emozione fortissima, mi sono commosso. Eravamo alla fine dell’allenamento, mancavano pochi minuti. Credo sia un’emozione ancora più grande averlo visto a Napoli».
Come migliorare la lettura della partita
«Fino a quando abbiamo attaccato gli spazi dopo la riconquista del pallone, il gioco è stato nostro. Appena abbiamo iniziato a palleggiare, il Milan è tornato in partita. Abbiamo mostrato gli errori di sempre perchè non l’abbiamo chiusa, ma abbiamo anche fatto vedere dei passi in avanti. Quando torniamo, ci spegniamo. Stasera non è successo».
Il ritorno di Milik
«Valuteremo il suo rientro settimana per settimana, l’importante è mantenere questo livello di prestazioni. Ci saranno dei momenti in cui ci servirà qualcosa di diverso, ed è una fortuna che sia Arek che Pavoletti stiano per entrare in forma. Non è un problema».
Allenare i momenti bui del Napoli, quando perde le distanze
«È difficile, il primo passo che dobbiamo fare è quello di renderci conto di avere grandi potenzialità. Non vuol dire perdere umiltà, ma essere consapevoli di essere calciatori di alto livello. Il secondo passo è aumentare la cattiveria agonistica. Parliamo di cose che sembrano banali, determinazione, applicazione. Eppure, sono cose importanti. Portare un giocatore da 80% a 95% è facile. Da 95% a 100% è difficile. Se vogliamo diventare una grande squadra, dobbiamo fare così. Altrimenti, rimarremo una buona squadra. Lo siamo già».