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Il Torino, la leggenda granata nata da alcuni fuoriusciti della Juventus

Storia di colori e simboli del Torino, fondato nel 1906 e inizialmente a tinte arancionere. Incerta l’origine del granata, lo stemma in uso è stato creato nel 2006.

Il Torino, la leggenda granata nata da alcuni fuoriusciti della Juventus

Nascita di un club

Curiosamente la nascita del Torino precorre per modalità quella dell’Internazionale. La sera del 3 dicembre 1906 qualcuno notò sulla soglia della Birreria Voigt, in Via Pietro Micca, un assembramento di distinti ma circospetti signori, al punto di ipotizzare un’inquietante adunata sediziosa. Si trattava in realtà di sportivi, innamorati di quel nuovo gioco che gli inglesi chiamavano football, che si erano dati convegno per battezzare una nuova società. Qualcosa di cospiratorio in effetti però c’era perché alcuni partecipanti erano transfughi della Juventus, una squadra cittadina sorta nove anni prima per opera di quel gruppo di studenti del liceo classico “D’Azeglio”. Poco prima che scoccasse la mezzanotte, gli impeccabili signori dai colletti inamidati fondarono il nuovo club, chiamandolo Football Club Torino. A farla da padrone c’era lo svizzero Alfredo Dick, ispiratore dell’operazione. Primo presidente fu eletto, in contumacia, Hans Schoenbrod, giocatore modesto, ma dirigente preparato.

Il granata

Sulla scelta del caratteristico colore granata delle casacche si sovrappongono alcune appassionanti ricostruzioni. La prima divisa di gioco, sfoggiata pochi giorni dopo la fondazione contro la Pro Vercelli, aveva righe verticali arancio e nero che si rifacevano a quelle in precedenza usate dalle due progenitrici, l’Internazionale Torino e la Torinese. In seguito, tale abbinamento venne ritenuto sconveniente perché del tutto simile a quello degli Asburgo, nemici storici dei Savoia, la casa regnante di allora. Sorta quindi la necessità di adottare un colore sociale definitivo per la nuova squadra, si optò per il granata.

La versione più accreditata vuole che, nell’occasione, si scelse la tinta di quella “Brigata Savoia” che esattamente duecento anni prima aveva contribuito a liberare la Torino capitale dell’antico Ducato di Savoia; la brigata aveva adottato un fazzoletto color sangue in onore del messaggero caduto per portare la notizia del trionfo. Altre ricostruzioni, giudicate meno verosimili, parlano sia di un possibile omaggio del fondatore Alfredo Dick al granata del Servette, club della madrepatria svizzera di cui l’imprenditore era tifoso, sia di un riferimento alla casacca “maroon” degli inglesi dello Sheffield, il club calcistico più antico del mondo, un colore inizialmente preso a prestito anche dall’Internazionale Torino.

Sopravvive anche l’ipotesi di una tinta nata per caso, a seguito dei ripetuti lavaggi di possibili divise da gioco rosse con calzoncini e calzettoni neri; la sfumatura, essendo ritenuta di buon auspicio, sarebbe poi stata scelta quale tenuta ufficiale. Pare che i fondatori del Torino avessero provato a chiedere l‘uso dell’azzurro, colore della casa reale, ricevendo dai Savoia un netto rifiuto.

Lo stemma

Quanto all’effigie, in tutti gli stemmi usati dal club granata nella sua storia è sempre presente un toro rampante, simbolo di civico di Torino. L’attuale simbolo societario è in uso dal 2006: nella stagione 2005-2006, la prima successiva al fallimento del Torino Calcio, lo stemma era identico all’attuale eccezion fatta per la mancanza della scritta “1906” sul lato sinistro dello scudo, aggiunta per richiamare l’anno di fondazione dello storico Foot Ball Club Torino.

Negli anni ‘80 lo stemma del Torino fu di forma quadrangolare, con in alto la dicitura “Torino Calcio” e all’interno un toro rampante stilizzato. Dal 1990 fino al fallimento, lo stemma in uso richiamò quello utilizzato dal Grande Torino, di forma ovale, nel quale si incrociavano la lettera “T” e “C”, iniziali di “Torino Calcio”.

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