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Perché Zielinski lo sa

Il polacco mette insieme un gol e un assist contro l’Inter, e può essere considerato il simbolo del mercato del Napoli. Sarri l’ha pungolato, vuole ancora di più.

Perché Zielinski lo sa

Una lezione di calcio dal vivo

Il gol di Zielinski è stato applaudito da tutti i commentatori, è stato definito come una lezione di calcio dal vivo. Identità, qualità, applicazione di stili e principi in base alle caratteristiche dei giocatori. Insomma, una cosa di calcio davvero bella. A noi, qui del Napolista, ha colpito tantissimo il movimento di Zielinski. È un attimo, lo guardate nel video sotto. Dopo aver avviato l’azione con il pallone verticale per Hamisk, il centrocampista polacco, segue l’azione. La guarda, non vi partecipa. Poi, Hamsik aziona il classico pallone largo e alto in diagonale, sull’inserimento di Callejon. A quel punto, il movimento. Da fermo, Zielinski parte. Sa già che la palla arriverà lì, pulita e precisa. Lui si fa trovare in quel punto lì. Perfetto.

Piotr si fermò a Palermo

Lo scorso 11 settembre, pubblicavamo un pezzo con questo titolo: “Zielinski e quelle due intuizioni che riscrivono la partita. E pure un po’ il Napoli”. Ecco, probabilmente Piotr Zielinski si è fermato a quella sera. Non aveva fatto più passi in avanti, prestazioni tra l’anonimato e il normale, esattamente come lamentato da Sarri nel postpartita. Non è che Sarri sia andato in televisione a dire che Zielinski sta mettendo insieme partite anonime, ma ha detto in maniera trasparente che «Zielinski deve credere di più in se stesso». Ha detto che può diventare un grande centrocampista, «senza limitarsi a partite mediocri».

Il ritorno

Contro l’Inter, abbiamo rivisto lo Zielinski di Palermo che ti risolve la partita. Un gol e un assist per lui, che è stata una scelta ben precisa di Sarri. L’ha spiegato Alfonso Fasano nella sua analisi tattica: «Anche l’utilizzo di Zielinski in luogo di Allan è sintomatico di un lavoro meticoloso di preparazione del match: il polacco ha maggiori qualità di inserimento rispetto al brasiliano, e ha permesso al Napoli di sfruttare l’attacco verticale dello spazio anche dal centrodestra. Il primo gol nasce proprio da questo tipo di dinamica».

Il secondo gol è un lavoro diverso, puramente di piede, un tocco verticale sull’inserimento di Hamsik alle spalle del pressing (disordinato) dell’Inter. Come a Palermo, due grandi intuizioni di Zielinski. Due varie intuizioni di Zielinski, nel senso di giocate fondamentalmente diverse: la lettura dell’azione per crearsi la conclusione, la lettura dei movimenti dei compagni per creare l’occasione. Sarri, forse non è un caso, ha parlato di “centrocampista completo” nel postpartita. È facile e condivisibile considerare “completo” un centrocampista che, nella stessa partita, fa questo gol e questo assist. E, in più, ci aggiunge una palla intercettata e una rilanciata.

Zielinski è il mercato del Napoli

Il discorso su Zielinski è facilmente estendibile sul mercato del Napoli, su quello che è stato (ed è) il progetto di questo club. Ovvero, la qualità assoluta ma a rischio. A rischio giovane. Un rischio che può pagare, ma che contempla attese, errori, momenti di pausa e di difficoltà. In una parola: necessita di un periodo di crescita in cui qualcosa può andare storto. In quel periodo, bisogna avere fiducia.

Per Zielinski, diversamente rispetto a Diawara e Rog (rimaniamo a centrocampo), c’è stato un noviziato diverso. Un noviziato “conosciuto”, semplicemente perché Sarri sapeva già di cosa si stava parlando. Sapeva già come poteva lavorare, dove poteva inserire il calciatore. Cosa che non poteva essere con gli altri due, che sono stati fatti entrare gradualmente, con tempi tecnici e senza ansie. Con Diawara ha funzionato, oggi è un co-titolare se non un titolare e basta. Per Rog, concorrenza maggiore e quindi minori possibilità. Ma, intanto, abbiamo cominciato a capirci qualcosa. Discorso simile per Milik, più complesso (perché è molto più complesso lo scenario tattico) per Maksimovic e Tonelli in difesa.

Cose belle, cose difficili

Sempre a settembre, scrivevamo: «Zielinski è il simbolo di questa estate del Napoli, che tra dieci giorni finirà. È l’elemento esemplare cui devono tendere Rog e Diawara, due che hanno la stessa narrazione e che quindi potrebbero avere anche lo stesso impatto. Magari, anche se ovviamente (come detto anche da Sarri) Piotr conosce già schemi e ambiente. È quel mercato che fa ancora discutere ma che, stringi stringi, ha risolto due partite su tre».

Ecco, lo possiamo riportare pari pari, uguale a se stesso. È successo questo, sta ancora succedendo. E, se si ha fiducia, poi arrivano i gol che sono lezioni di calcio dal vivo, movimenti fatti perché si sa già che la palla andrà lì. Ci saranno, lo scriviamo adesso che prima ci siamo concentrati sull’attacco dello spazio, tiri in demi-volée – chi ha giocato a tennis sa di cosa parliamo – come quelli di Zielinski. Chiarimento etimologico: tiro non al volo, ma appena dopo il rimbalzo. Una cosa complessa, perché è complesso tenere la palla bassa. Zielinski è stato il protagonista di tutto questo, rappresenta tutto questo, è un simbolo vivente della qualità del mercato del Napoli. Di una promessa di divertimento e qualità.

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