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Napoli-Sassuolo è il tempo della scelta tra l’andarsene e il sognare

La partita non guardata. Il sogno, la bellezza, il Sassuolo che pareggia con due tiri, il Napoli che ha scelto una strada. E i due cucchiaini del tifoso: uno per il gelato, uno per la merda.

Napoli-Sassuolo è il tempo della scelta tra l’andarsene e il sognare

Napoli-Sassuolo, la partita non guardata

Se fossi ottimista direi che abbiamo guadagnato un punto sulla Juventus, se fossi pessimista direi che ne abbiamo persi due dalla Roma, senza considerare le altre squadre che si trovano, meritatamente, davanti a noi, ma non sono né ottimista, né pessimista. Sono uno che guarda ai fatti e che, però, non dimentica di sognare.

Andarsene

Se lasciassimo  parlare solo i fatti non ci staremmo occupando di calcio, non staremmo tifando. Alcuni anni fa scrissi una poesia sulle scelte, a un certo punto scrivevo: “la scelta tra l’andarsene e il sognare”. È tempo di scegliere qui e ora. Possiamo decidere di andarcene. Tutti. Ovvero scegliere la rinuncia, che vuol dire fare a meno di qualcosa. Andiamocene adesso noi tifosi, non tifiamo più, lasciamo perdere questo allenatore che ci è piaciuto molto, lasciamo perdere i calciatori, che anche stasera hanno fatto una buona partita. Andarsene, che se ne vadano anche loro, che ci importa.

I fatti ci dicono che non è cosa, che siamo entrati nel regime della jastemma, che non c’entra con la sfortuna, ma c’entra con l’universo e con le possibilità che non si concretizzano. Andarsene, sì, che se ne vada il mister, che rinunci. Basta il bel gioco, che bastino i tentativi col falso nueve, e col falso falso nueve. Basta con queste quattro o cinque frasi pronunciate in sei mesi, così gravi da rappresentare per molti una rinuncia a lottare. Rinunciamo, vi prego, prendiamo un allenatore normale, schieriamoci con un 4-4-2, decidiamo ora per un quinto/sesto posto senza patemi. Con qualche vittoria in trasferta e qualche buona partita. Vedete? Non parlo più di bellezza.

Andarsene e rinunciare pure a quella. Andarsene come il terreno che manca sotto i piedi di Insigne che scivola contro la Dinamo Kiev, come Mertens che verrà squalificato. Andarsene come Gabbiadini che è sempre altrove rispetto a dove dovrebbe essere. Andato via l’attimo prima, arrivato l’attimo dopo. È colpa sua? Forse un po’. È colpa di Sarri? Non credo. Andarsene come il pallone finito sul palo, dopo il tiro di Calle, e  poi rimbalzato altrove. I gol che non accadono all’ultimo minuto rientrano tra i motivi per cui questo sport ci piace. A noi piace pure buttare il sangue. Andarsene, e cercare un allenatore meno nervoso. O riflettere: Sarri è calmo, perché? Forse perché più di noi sa di avere in mano un’ottima squadra? Perché sa che con quello che ha molto di più non potrà fare? Andarsene. Oppure restare e continuare a sognare.

Restare

Restare e sognare. E come si sogna? Non certo immaginando scudetti e vittorie. Si sogna partecipando, si sogna sostenendo. Solo dopo, si sogna anche sperando. Se vogliamo sognare dobbiamo capire, ad esempio che questa è ancora una settimana importante, non ha smesso di esserlo. Anzi, dopo stasera lo è di più. Sognare e capire che per lungo tempo abbiamo visto il nostro Napoli, la parte divertente. Sognare e quindi rimanere, sugli spalti, sui nostri divani, concentrati e pensare che negli ultimi venti metri qualcosa deve cambiare, e cambierà. Ma come? Noi non conosciamo il modo, conosciamo l’attesa e la fiducia, perché rimarremo. È tempo di sognare e di ritrovare un po’ di cattiveria. Restiamo, andarsene è un peccato.

Si è parlato di coraggio. Beh, la nostra squadra e il nostro allenatore sono coraggiosi. Restiamo fino a quando sarà necessario. Qui abbiamo appena cominciato. Siamo restati con Benitez, e ce li ricordiamo i pareggi col Sassuolo, col Chievo, col Bologna, e così via. Ce ne siamo andati? No. Siamo rimasti. Restiamo anche ora, ragioniamo e così continuiamo a sognare. Se guardiamo anche un po’ ai fatti vediamo che Sarri è una conseguenza di Benitez, ed è un’ottima conseguenza. Benitez/Sarri è una direzione e non c’entrano le cravatte e le tute, è una direzione rischiosa, ma a me pare l’unica strada, che è quella di arrivare al risultato col gioco, e se sogno so che a volte non succederà, e sono certo che qualche volta il risultato arriverà per caso. O non arriverà.

Restiamo perché stasera abbiamo visto tre o quattro azioni che valgono il prezzo del biglietto, ancora una volta. Restiamo perché il lancio di Hamisk per Insigne e poi il gol sono i motivi per cui ci piace questo sport, per cui tifiamo. Non guardiamo le partite per criticare, le guardiamo per divertirci e perché non ne possiamo fare a meno. Restiamo perché il Sassuolo ha fatto un bellissimo gol ed ha pareggiato con due tiri. Succede.

Novembre è mese più terribile per lasciare qualcuno

Andarsene o sognare? Io la squadra non l’abbandono in novembre. Il mese più terribile per lasciare qualcuno.  In un  libro molto bello Chiedi e ti sarà tolto (minimum fax, trad. di Anna Mioni), lo scrittore americano Sam Lipsyte scrive: “Ci toccherà mangiare gelato e ci toccherà mangiare merda. Il trucco è usare due cucchiaini diversi”. Nessuno meglio dei tifosi sa che bisogna sempre girare con due cucchiaini. Al momento quello per la merda non è necessario, ma non riusciamo a prendere tutto il gelato dall’altro cucchiaino. Ma il gelato è lì, diamoci una mossa. Io resto, voi fate come vi pare.

Note a margine:

  • Gabbiadini: te lo chiedo per cortesia, fallo un gol.
  • Stasera ho visto giocare il figlio di Enrico Chiesa, gli anni passano veramente.
  • Non mi piaceva il clima intorno a Benitez durante il suo secondo anno; non mi piace il clima intorno a Sarri, adesso.
  • Stasera Giggino (il drone) non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Non è una serata per droni.
  • Hamsik, sei straordinario.
  • #IoStoConSarri dalla prima più di prima.
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