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Lettera a Manolo Gabbiadini

Gabbiadini, non sentirti solo, non sei il brutto anatroccolo. Le difficoltà vanno affrontate, e anche a muso duro, sempre partendo da se stessi.

Lettera a Manolo Gabbiadini
Gabbiadini in Napoli-Bologna (foto Cuomo - sito ufficiale del Napoli)

Caro Manolo,

ieri ti ho visto triste, e mi dispiace.

È sempre triste vedere un ragazzo che non riesce a gioire del suo talento, che si sente a disagio, che crede di non riuscire ad esprimere il meglio di sé.

Ti abbiamo ammirato quando giocavi nella Sampdoria, con il tuo sinistro tagliente che ha fatto innamorare Genova di te. Ti abbiamo cercato con insistenza, e siamo stati felicissimi di avere te come attaccante al nostro servizio. Ci hai fatto intravedere sprazzi di grande classe, e quando l’anno scorso hai rimpiazzato il centravanti titolare squalificato ci hai ripagato con delle belle prestazioni e dei gol importanti, che ci hanno tenuti incollati al sogno. Quest’estate non deve essere stato facile sentire tutte quelle voci su di te, tutti quei segnali di sfiducia da parte della società ( o quanto meno quelle voci riportate dalla stampa su una tua possibile cessione), non deve essere facile sentirsi in bilico, dovere sempre dimostrare qualcosa.

E ieri la tua grinta, la tua voglia di essere utile alla squadra, la tua smania di voler segnare, la tua applicazione nei movimenti offensivi non ricompensata da adeguati assist da parte di alcuni compagni, l’abbiamo notata. La tua concentrazione, il tuo impegno, la tua volontà di essere importante per i tifosi , per i compagni, per il Napoli, l’abbiamo davvero apprezzata.

Però la vita a volte va così. Si dà il massimo, e magari non si riesce ad ottenere quanto si spera.

Però caro Manolo, non devi sentirti solo.

Innanzitutto perché noi tifosi ti sosterremo ogni giorno che indosserai la maglia azzurra, e poi perché, caro Manolo, giochi in una squadra bellissima, piena di talento e di serietà, con un allenatore bravissimo che vuole assolutamente il meglio da te come da tutti i tuoi compagni.

E infine, caro Manolo, perché sei giovane, e vivi e lavori in una città dove i giovani sanno benissimo cosa significhi sentire i propri sforzi frustrati, sanno benissimo cosa significhi vedere il proprio talento spesso mortificato, e conoscono il morso amaro della solitudine, dell’inadeguatezza, dell’emarginazione.

Eppure tantissimi ragazzi della tua età continuano eroicamente a lottare quotidianamente per la propria “maglia”, per non far sprofondare Napoli nella triste routine dell’inciviltà diffusa, dell’ignoranza, del crimine, del clientelismo. Sono sfide che tantissimi accettano anche a costo di sacrificare la propria giovinezza, solo per amore della città.

È chiaro che la tua posizione è ben differente, che la tua condizione, seppur difficile, è in qualche modo privilegiata ( perdonami la banalità), e che in fondo il tuo lavoro lo fai bene, e verrai ricompensato per il tuo impegno. Per questo, quando non vuoi stringere la mano al tuo compagno ( un po’ egoista a dire il vero), sbagli.

Perché le difficoltà vanno affrontate, e anche a muso duro, sempre partendo da se stessi.

Con serenità, impegno e concentrazione.

Sei uno dei due centravanti del Napoli.

Della squadra che lotta per più competizioni e che offre il calcio più bello della serie A.

Di una squadra che rappresenta una città piena di contraddizioni, piena di Gabbiadini che non trovano spazio, che non esprimeranno mai il proprio talento ai massimi livelli come capita a te.

Caro Manolo, non cedere alle emozioni negative, ricaricati, prenditi il bello che questa città e questo pubblico possono darti, e vedrai che ricambierai tutto con una valanga di gol. E se la necessità, come dicevano gli antichi, è la madre di tutte le invenzioni, prova a trovare il tuo posto anche in un ruolo che non riesce a farti avere grosse soddisfazioni. Con applicazione e duttilità arriveranno anche i risultati.

Non sei il brutto anatroccolo, ma non sei ancora nemmeno un cigno.

Sei un ragazzo come tanti, Manolo, e non gira molto bene in questo momento.

Per cui, non temere, noi ci saremo sempre, tu dacci dentro e la prossima volta, dàllo il cinque al compagno. Perché è un tuo compagno, e la causa che vi unisce, che ci unisce, è la stessa: Forza Napoli Sempre.

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