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Insigne dovrebbe rispondere sempre così ai periodi no

Insigne reagisce alle polemiche: partita di grande livello, un assist, tante palle utili. Così mette in crisi Sarri.

Insigne dovrebbe rispondere sempre così ai periodi no

Iniziamo con una porzione di testo “isolata” dall’analisi tattica pubblicata in mattinata:

Il ragazzo di Frattamaggiore, invece, ha risposto nel modo migliore, giocando bene, alle sollecitazioni provenienti da tutto il contesto del fuori campo: è stato il numero uno per occasioni create in assoluto, 3. Ovvero, 2 key passes e lo splendido assist per il gol di testa di Callejon.

Si parla di Insigne. E questo pezzo parla di Insigne. E parla bene di Insigne, che bello poterlo dire. La prima frase è quella fondamentale: Insigne “ha risposto nel modo migliore” ecc. Noi, da Insigne, vogliamo e dobbiamo volere questo. Proprio questo: che entri in campo e giochi a calcio, che è la cosa migliore che sa fare. Ed è una cosa che gli riesce meglio rispetto alla media dei suoi compagni, dei suoi avversari, dei suoi colleghi europei.

No, non stiamo esagerando. Avere negli occhi il Mertens di Napoli-Milan o Pescara-Napoli non vuol dire dimenticarsi o ridimensionare l’Insigne che abbiamo visto giocare l’anno scorso e non solo. Una partita che ci viene in mente, a caso: Napoli-Empoli 5-1. In cui Insigne disegnò un meraviglioso assist e uno splendido gol. Due giocate che valsero il pareggio e il gol del vantaggio dopo l’iniziale 0-1 di Paredes. Insigne sfoderò una prestazione completa, totale, ricca: 3 key passes, 4 conclusioni verso la porta, 2 palle intercettate. Insomma, bene. Anzi, benissimo.

Ieri sera, giusto per dire le cose come stanno, non abbiamo assistito alla stessa prestazione brillante. Manca ancora qualcosa, ovviamente. Ma se Sarri, a fine partita, dice che «ha notato un cambiamento radicale nel ragazzo, anche in allenamento» allora vuol dire che sta succedendo qualcosa. Un qualcosa che va al di là delle (facili, facilissime e pure giustificate) ironie sui capelli improvvisamente biondi, ma che ricade su atteggiamento, allenamento, prestazioni. Se vi fate un giretto nella gallery del Napoli, troverete una foto in cui Insigne sorride mentre abbraccia Callejon, mentre esulta con lui. Anzi, facciamo che l’avete già vista sopra, l’abbiamo messa in evidenza. Siamo andati contro le regole del giornalismo, non si capisce bene che in questo pezzo parliamo di Insigne. Ma vogliamo farvi vedere il bello di questo ragazzo dopo tante critiche.

Una partita buona, comunque. Buona davvero. Quando c’è stato bisogno del migliore Insigne, il migliore Insigne si è palesato: l’assist eccellente per Callejon, gli scambi veloci con i compagni del primo tempo. Quattro tiri verso la porta, anche se velleitari; il 94% di passaggi riusciti e pure 3 eventi difensivi tra palle intercettate e recuperate (una, quella su Embalo fin dentro l’area di rigore del Napoli) e azioni del Palermo bloccate sull’out laterale (2). Manca ancora un po’ di sprint nel dribbling, di imprevedibilità nello spunto. Di esplosività nella giocata. Roba che, ad esempio, abbiamo visto nelle prime giornate dello scorso campionato. Giocate da trequartista, ma con un gol bellissimo (a Empoli) e due assist per Higuain in Napoli-Sampdoria. Anche quello arriverà, di questo passo. Insigne ha iniziato a ritrovarsi solo ieri sera.

Ci hanno rimproverato, noi intesi come Napolista, per l’eccessivo attaccamento verso un calciatore che non ha dimostrato gli stessi sentimenti verso il Napoli. Forse è vero, ma Insigne ci sembra un personaggio importante nella narrazione del Napoli. Un simbolo. Noi siamo particolarmente felici che un calciatore napoletano, tra l’altro anche molto forte, faccia bene nel Napoli. E vorremmo che fosse sempre così, sempre felice. Che risponda sempre così, così bene, a quel che accade fuori dal campo e che non sempre dipende da lui. L’unica sua colpa, nei periodi negativi, sta proprio nel non saper reagire. Nell’essere, in alcuni casi, l’Insigne visto a Pescara: un calciatore che si impegna, sì, ma che è troppo teso e nervoso per poter essere davvero decisivo. Noi non vogliamo che questo sia il suo atteggiamento, ma una cosa del tipo “me lo voglio meritare il contratto, una volta di più e soprattutto se il Napoli è indeciso”. Oppure della serie “è il Napoli che deve essere in torto per i tifosi, non io o il mio entourage che chiediamo di essere al centro del progetto”.

Ecco, è così che dovrebbe sempre essere. Per Lorenzo, ma anche per gli altri. Ora che anche gli altri possono vivere un dualismo alla pari, come quello tra Insigne e Mertens. Che poi, diciamolo, non è che quello tra il miglior Lorenzo e il miglior Dries sia proprio alla pari. L’anno scorso, con un Insigne in splendido stato di forma, in campo ci andava quasi sempre il 24. In molti dicevano che Mertens avrebbe dovuto giocare di più, ed è senz’altro vero. Ovviamente decise Sarri: e Sarri, se Insigne sta bene con la testa e sorride, ha spesso votato per lui. Per questioni di equilibrio, di classe, più che di convenienza geografica o narrativa. L’allenatore è Sarri, e Sarri ci ha fatto vedere un grande Insigne. Un giocatore che sta tornando, e lo vedi quando sorride. Come ieri sera. A Kiev, forse toccherà di nuovo al belga. Poi, però, sarà di nuovo ballottaggio. E Insigne si deve giocare il posto con questo atteggiamento qui, anche se non è titolarissimo come l’anno scorso. È un nuovo anno, questo. Quello di Insigne è cominciato ieri.

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