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Come gioca il Bologna di Donadoni

Analisi tattica degli avversari di questa sera: Donadoni sceglie un 4-3-3 similare a quello di Sarri, i centrali difensivi rosoblu soffrono se attaccati nell’uno contro uno.

Come gioca il Bologna di Donadoni

Dici Bologna, dici soprattutto Roberto Donadoni e, in vista della gara di domani sera, hai già una virtuale certezza: il Napoli dovrà sudare. Tradizione altalenante, negli ultimi anni, sia con i felsinei (negli ultimi 8 incroci, tre vittorie azzurre, due pari e tre vittorie rossoblu’, tutte piuttosto dolorose per motivi differenti) che con il tecnico di Cisano Bergamasco, che negli ultimi sei precedenti contro gli azzurri ha uno score di tre vittorie, un pari e due sconfitte. Difficile si tratti di una passeggiata di salute come ad aprile, quando un Bologna quasi in vacanza si fece rifilare uno 0-6 senza colpo ferire.

Gli emiliani, rispetto alla scorsa stagione, sono piuttosto cambiati negli uomini ma non nell’idea di gioco: squadra quanto più possibile propositiva e in grado di gestire il pallone. Donadoni in queste prime giornate ha schierato i suoi con un 4-3-3 che condivide diversi principi con quello di Sarri, con tutti i pregi e difetti correlati. Ad esempio, l’alta densità in zona palla in fase passiva:

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Immagini tratte da Bologna-Cagliari di domenica scorsa. Sul giocatore cagliaritano che avanza in zona centrale collassano prontamente quattro bolognesi, per aumentare le chances di recupero palla. La chiusura però viene effettuata in maniera non ottimale e resta spazio per l’apertura sul lato debole: a sinistra non c’è nessuno e il Cagliari infatti arriverà agevolmente al limite dell’area.

Altri punti di contatto riguardano l’utilizzo dei giocatori in campo, come possiamo vedere dai campi posizionali medi sempre in riferimento a Bologna-Cagliari. Coinvolgimento nella manovra da parte degli esterni difensivi, posizionati sempre piuttosto alti. Sbilanciamento verso sinistra, con Masina leggermente più avanzato rispetto a Krafth, Krejci che parte largo per inventare e con Verdi che spesso tende ad accentrarsi. Segnaliamo anche il movimento di Destro che viene incontro per agevolare la manovra, allargando sugli esterni o appoggiandosi sui centrocampisti.

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A proposito dei centrocampisti, val la pena soffermarsi su di loro. La mediana composta da Nagy, Taider e Dzemaili è un’interessante miscela di capacità di palleggio, forza fisica e abilità negli inserimenti. Il giovane ungherese contro il Cagliari ha totalizzato un irreale 95% di passaggi riusciti, aggiungendovi anche ben 7 palle intercettate; Taider è stato il secondo giocatore a tentare più spesso il tiro verso la porta (4), creando anche altre due occasioni. Dzemaili lo conosciamo, oltre ad avere una certa propensione al tiro da fuori e allo sganciamento offensivo non si è tirato indietro quando c’è stato da lottare ed è stato il bolognese con più falli effettuati (3). Il duello con la cerniera di centrocampo azzurra sarà equilibrato e probabilmente la chiave di volta dell’intera partita.

Giocandosi la partita al San Paolo, probabilmente sarà il Napoli a tenere il pallino del gioco, ma attenzione: se ha campo da aggredire, il Bologna non si fa pregare ad attaccare con molti uomini.

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In questa fase di gioco sono ben sei i giocatori ad attaccare l’area di rigore. Da notare come Dzemaili e Taider abbiano preso bene posizione tra le linee e riescano ad avvicinarsi alla zona calda praticamente senza marcatura.

L’uomo da tenere d’occhio più di tutti, comunque, sarà Ladislav Krejci. L’esterno mancino ha fatto furore nella sua esibizione contro il Cagliari, mettendo la firma, con l’assist per Di Francesco, su un match da tre dribbling riusciti e quattro occasioni create. Dovrà stare molto attento Hysaj da quella parte, e ancora più importante sarà il contributo in fase passiva di Callejon, anche per assorbire le discese di Masina. Occhio anche alla possibile assenza di Destro, che se da un lato priverebbe il Bologna di un attaccante bravo come pochi a tenere il pallone e far salire la squadra, dall’altro dirotterebbe Verdi al centro dell’attacco, di fatto togliendo reali punti di riferimento alla difesa azzurra. E spalancando le porte alla titolarità di Di Francesco, che ha già messo in mostra le sue doti in Under 21 e sarebbe forse, per Ghoulam, un cliente ancora più duro dell’attaccante ex Empoli.

Quali i punti deboli del Bologna da sfruttare per far propria la posta in palio? Detto in apertura della difficoltà ad assorbire i cambi di campo se la palla viene mossa a buon ritmo, si può innanzitutto sfruttare la non eccelsa rapidità dei centrali bolognesi: Gastaldello e Oikonomou (o Maietta, all’occorrenza, ma il discorso vale anche per lui) sono rocciosi ma se presi in velocità devono necessariamente concedere qualcosa. Oltre che con l’abituale possesso palla, il Napoli dovrà provare a mettere in difficoltà il sistema difensivo bolognese anche nell’uno contro uno, fondamentale in cui gli uomini di Donadoni non sono irresistibili: contro il Cagliari, sono stati ben 13 i dribbling subiti. Il lavoro ideale soprattutto per Hamsik, Insigne o Mertens per scompaginare le linee avversarie.

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