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Posta Napolista / Perché il Napoli non tutela i vecchi abbonati?

La lettera di un abbonato alla Nisida che dovrà pagare il 30% in più, si chiede quale sia la politica del Napoli per fidelizzare i tifosi.

Carissimi della redazione de “il Napolista”, vi seguo con estremo interesse e condivido la vostra visione del Napoli, entusiasta per quanto (tantissimo) di buono fatto negli ultimi anni ma realista, soprattutto sulla società (che ha meriti e demeriti) costretta innanzitutto a fronteggiare il fatto che il Napoli – cosa che molti paiono dimenticarsi – si trovi a Napoli.

Questo per dirvi che non sono né un “Cacc’i’sord-ista” né tantomeno un “DodiciannifastavamoinC-ista”.

Anzi, sono un tifoso qualunque, non amante degli estremismi, come ce ne sono tantissimi. Uno di quelli su cui la Sscn fa capire di voler puntare. Infatti appare chiara, anche perché spiegata da vostri bellissimi articoli, la volontà di questa società di tagliare con un passato fatto di collusione con giornalisti, ultras e politici amici degli amici, distacco che passa innanzitutto per la chiusura dei rubinetti – leggi: niente più biglietti gratis per tutte le suddette categorie.

Non appare però altrettanto chiaro quale appeal dovrebbe esercitare questo “nuovo corso” sulla categoria, cioè i tifosi normali, che, a questo punto, dovrebbero sostituire i vecchi. Persone che partono dalla città o dalla provincia (piccola parentesi: de Magistris, che si preoccupa che uno stadio con 45mila posti penalizzi i napoletani, non sa che inNapoletani allo stadio forse non arrivano ad un terzo; volendo fare gli interessi di tutti gli abitanti di Napoli, non solo degli appassionati di calcio, dovrebbe spingere per uno stadio piccolo, adatto ad una localizzazione urbana non paralizzando tutta la città) e arrivano allo stadio per vedere il Napoli. E, con estrema tolleranza perché sempre ben consapevoli di DOVE siamo, sopportiamo il terribile stato in cui versa il San Paolo – che è del Comune e non della Società. Vengo al dunque.

Per avere lo stesso abbonamento dell’anno scorso – Tribuna Nisida – dovrò spendere 850 euro, circa il 30% in più rispetto a prima. Sto finanziando i lavori di ristrutturazione del San Paolo? No – quelli li faranno il Comune tramite Credito Sportivo. Sto finanziando la Sscn? Sì. Questo apre a due ordini di problemi:

Nell’anno in cui la società ha incassato circa 90 milioni di euro per il trasferimento di chi sappiamo alla Juventus, è giusto aumentare i costi dell’IDENTICO servizio offerto l’anno scorso? Una irrisoria parte di quella cifra enorme non poteva essere usata per FIDELIZZARE i tifosi normali, quelli di cui il Napoli ha disperatamente bisogno, mantenendo inalterato il prezzo degli abbonamenti?

Al di là del discorso romantico – “dividiamo i soldi con tutta la tifoseria” – il vero problema è: l’abbonamento allo Stadio San Paolo di Napoli vale questi soldi?

No. No, perché i posti non si rispettano. No, perché i bagni cadono a pezzi. No, perché non ci sono parcheggi ma parcheggiatori abusivi. No, perché c’è la pista di atletica. No, perché i tornelli sono in un numero ridicolo. No, perché non è offerto alcun servizio. No, perché se vai con la macchina per uscire da Fuorigrotta ci metti un’ora e mezza.

Insomma, sembra che la società rompa con i rami secchi del passato, ma non semini per avere nuova linfa vitale. Investire sui giocatori è giusto, ma le squadre esistono perché ci sono i loro tifosi. E parlo in senso materiale. Il merchandising, i biglietti, gli ascolti delle dirette televisive: è la piazza a fare ricco il club. Non faccio il manager di una squadra calcistica, quindi non so se sarebbe stato più giusto investire i 90 milioni di Higuain (tutti o in parte) nel nuovo stadio, per poi completare la spesa con un azionariato popolare tipo Roma, Santarcangelo, Mantova, Arezzo, Vibonese ed Hellas Verona. Però, siccome viene spesso precisata dalla Società una verità sacrosanta, cioè che non siamo più nella melma come vent’anni fa, va sottolineato che una sciatteria simile nel rapporto con i tifosi, dimostrata anche dall’approssimazione dell’organizzazione della festa dei 90 anni del Napoli, in tutta la Storia del Club non si era mai vista.

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