ilNapolista

Un giorno all’improvviso, l’entusiasmo a Dimaro

Dimaro, settimo giorno di allenamenti. Il pubblico riempie le tribunette, si canta per il Napoli e per Higuain. Sul campo e in campo, sole e cose belle.

Un giorno all’improvviso, l’entusiasmo a Dimaro
Foto di Emilio Mignoli

È sabato, a Dimaro e in ogni altro luogo. Il giorno prefestivo, forse, contribuisce a cambiare la narrazione del ritiro del Napoli. Perché oggi ci sono il sole, la gente, molti applausi. Non siamo soliti essere evocativi, ma stavolta lo diciamo: la miglior risposta al calciomercato, a Higuain, alla Juventus, è sulla tribunetta del campo comunale di Carciato. Piena, come finora non s’era mai visto in sette giorni di ritiro. Reina e Sarri, come al solito, sono i più applauditi. Arrivassimo a dire acclamati, non faremmo una grossa esagerazione. Albiol e il portiere spagnolo sono in gruppo, corrono fin dall’inizio. È una buona notizia. Solo Tonelli si allena a parte, addirittura Chiriches lavora coi compagni. Il Napoli torna a essere il Napoli, piano piano.

Non più di otto-nove minuti di riscaldamento. Poi si alza il drone, e la linea a quattro si compone. Il lavoro tattico riprende lì dove si è sempre concentrato. Fase di non possesso, concentrazione, attenzione ai dettagli. La linea, stavolta, è doppia. In una metà campo, poco oltre il centrocampo, i difensori col fratino giallo. Dall’altra parte, altri quattro calciatori allineati, in total black, danno le spalle ai compagni e “sorvegliano” due-tre palloni in terra. Poi uno di loro si gira, avanza un po’ e lancia il pallone. Oltre la difesa, o almeno ci prova. Il senso dell’esercizio è il movimento a fisarmonica dei quattro, che contengono il lancio lungo muovendosi su e giù per il campo senza perdere le distanze. Come al solito, verrebbe da dire. A volte, il calciatore che lancia il pallone fa una finta e torna indietro: a quel punto, sollecitati in questo senso, i quattro difensori si muovono di nuovo in avanti, a presidiare lo spazio più alto e a creare il fuorigioco alle loro spalle. Meraviglioso, da vedere.

A questo lavoro, poi, si aggiunge quello “aiutato” dei preparatori. Formano una linea a tre, nel cerchio di centrocampo. In qualche occasione, il pallone viene loro restituito direttamente dalla difesa. Il significato è quello di ricreare la pressione di una squadra avversaria in possesso di palla e in piena fase offensiva. Il “mediano”, di rosso vestito, avanza palla al piede. La difesa retrocede un po’, ma mantiene la linea. Un centrale esce in copertura, urla “Mia!”. Succede anche sul lancio lungo, per l’impatto di testa. Come il portiere sulle uscite alte, così il difensore centrale. Più di tutti salta Koulibaly, in fratino giallo con Maggio e Ghoulam. Per i neri, la coppia centrale è Albiol-Chiriches. Sarri dà il tempo, come al solito. Come un maestro d’orchestra la cui musica è il movimento. 

10.22, i primi cori sulla Juventus. Il classico chi non salta. Un telegramma a Gonzalo Higuain.

Il lavoro sulla fase difensiva continua mentre i portieri, dall’altra parte del campo, corrono in slalom tra i paletti e poi vanno a terra, a intercettare il pallone lanciato da Nista. La linea a quattro cambia posizione in campo: ora è altissima, a centrocampo. È compatta, stretta: non più di quindici metri tra il terzino destro e quello sinistro. Ci si allena sulla percussione palla al piede di un avversario che punta la porta. Si pensa prima al fuorigioco, a stare alti a e mantenere costanti le distanze. Dopo, solo dopo, il recupero del pallone. Concetti e idee vengono prima degli episodi, questi si preparano in un secondo momento.

Poi, ecco la fase offensiva. La solita, sempre la stessa. Palla recuperata alta e giocata in verticale, l’attaccante fa il perno e gli altri si inseriscono ai suoi lati. Gli interni, soprattutto. Talvolta, pure i terzini. Ci sono gli incroci degli esterni, gli scambi di posizione. Al tiro, si alternano un po’ tutti a seconda della situazione. Sempre tre uomini, almeno, attaccano l’area e cercano lo spazio per la conclusione.

Dopo, breaking news a Dimaro: compaiono le pettorine bianche, la seconda versione dopo quelle giallo evidenziatore. Al termine dell’esercizio, seconda notizia bomba. Tappetini in campo, si va di esercizi fisici sotto il sole. Addominali, stretching, una sorta di nuoto sincronizzato sull’erba di un campo da calcio. Il drone, dall’alto, sorveglia e riprende anche questo momento. Dagli spalti, “Napoli! Napoli!”. La vera Napoli, quella probabilmente in subbuglio per il caso-Higuain, è lontana. Si canta, addirittura.  Un giorno all’improvviso, “un giorno all’improvviso” a Dimaro. Poi “Higuain!, Higuain!”. Subito dopo, di nuovo il chi non salta è juventino. La sequenza, forse, non è casuale. 

Uno striscione contro De Laurentiis («È evidente, non sarai mai il nostro presidente»), aperto e subito richiuso da un gruppetto di tre-cinque persone, stona contro l’entusiasmo di chi, a più riprese, aplaude e inneggia a chi in campo sta preparando la nuova stagione. I calciatori abbandonano il campo, saluti e applausi coi tifosi sono reciproci. Durante gli esercizi sui tappetini, scherzi e sorrisi. Anche un gavettone, che abbiamo catturato grazie alla prontezza fotografica di Emilio Mignoli. Dopo, alcuni bimbi corrono in campo. A Dimaro, il sole è in campo. E pure sugli spalti. L’entusiasmo all’improvviso, anche se magari è l’ultima cosa che ti aspetteresti.

ilnapolista © riproduzione riservata