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Sarri è decisivo sul mercato o conta poco? Controverso come Al Pacino di Ogni maledetta domenica

Le trattative di mercato del Napoli (secondo i giornali) dell’11 luglio.

Sarri è decisivo sul mercato o conta poco? Controverso come Al Pacino di Ogni maledetta domenica

Sono gli allenatori, oggi, i protagonisti del mercato del Napoli. Nel bene, nel quasi bene e nel male. Come se fossimo in Inghilterra, dove il tecnico non è solo un tecnico ma anche un manager: decide sul mercato, pianifica acquisti e cessioni. Oggi leggiamo e ci sentiamo un po’ così, sia per quanto riguarda il nostro (Sarri, ovviamente) che quello degli altri. Tecnici importanti e controversi: un po’ come Tony D’Amato, l’Al Pacino di Ogni maledetta domenica.

Non so cosa dirvi davvero. Tre minuti alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto si decide oggi. Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta. Siamo all’inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce.

Tony D’Amato, aka Maurizio Sarri

Basta sfogliare il Corriere del Mezzogiorno per rendersene conto: «Higuain è la variabile numero uno. Il centravanti argentino dovrebbe giungere in Trentino attorno al 25 luglio, terminate le vacanze, ma non è esclusa una sua eventuale cessione. Al presidente De Laurentiis potrebbe arrivare un’offerta «indecente» di 90 milioni, o anche meno, è il campione che ha già fatto sapere di non voler rinnovare, avendo qualche dubbio sul progetto Napoli. Lo scorso anno Sarri, l’uomo con la tuta e con un palmares senza titoli importanti, era riuscito a restituirgli entusiasmo e anche orgoglio per la maglia azzurra ed il tecnico ancora una volta potrà essere l’uomo in più per convincere il capocannoniere della serie A a riprovarci ancora. Vincere con il Napoli significa diventare in Argentina un eroe come e più di Maradona e Sarri lo ha già detto tante volte a Higuain. Riuscirà a dirglielo anche quest’anno? L’abbraccio tra i due a fine stagione vale più di mille convincimenti. A Sarri è rimasto nel cuore e nella testa».

Su Repubblica l’importanza del tecnico viene in qualche modo sminuita. E Sarri diventa controverso, ingranaggio della macchina con peso specifico inferiore: «Adl è rientrato dal suo viaggio a Los Angeles mettendo fine allo stallo delle ultime settimane. Nelle segrete stanze del club azzurro non si muove foglia senza il via libera e l’intervento diretto del presidente, il cui parere si sta facendo sempre più vincolante per il mercato. È farina del suo sacco la scelta di alzare la posta per l’acquisto di Axel Witsel, anche se il calciatore non è in cima alle preferenze di Sarri che aveva chiesto alla società di puntare sul messicano Herrera, considerandolo più adatto al suo sistema di gioco». Da deus ex machina a parere secondario. La parabola di Sarri, secondo i giornali.

Perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine di errore è ridottissimo. Capitelo. Mezzo passo fatto un po’ in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate, mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa. Ma i centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire.

Tony aka Maurizio

Proprio su Herrera e sul suo tecnico si gioca l’altra partita del giorno: Nuno Espirito Santo sembra aver messo il veto alla cessione del messicano. Secondo quanto scritto da Record, il tecnico portoghese considera fondamentale il centrocampista ex Pachuca per il suo progetto tattico, soprattutto per l’equilibrio che garantirebbe in fase di transizione. Per questo, proprio per questo, avrebbe chiesto e ottenuto dalla sua società di fare muro e di aggregarlo comunque al ritiro. In attesa di sviluppi, positivi o negativi che siano, sulla snervante trattativa col Napoli. Intanto resta al Porto, poi si vedrà se i soldi basteranno a Pinto da Costa per bypassare il veto del suo tecnico. Che qui è diventato il protagonista assoluto.

Un po’ come Sarri secondo alcuni giornali o come De Laurentiis per altri: tipo per la Gazzetta che scrive della possibile ufficialità odierna per Witsel, che arriverebbe grazie all’intervento in prima persona del patron che ha alzato fino alla quota (forse) definitiva, 22 milioni più 3 di bonus, l’offerta iniziale di 15 milioni allo Zenit. Si torna all’antico, con Maurizio-Tony Sarri-D’Amato, tecnico come uomo determinante, per il Corriere dello Sport: stavolta, il merito del probabile tris di mercato sarebbe da attribuire a un vertice trentino tra l’allenatore e Giuntoli: «Tre colpi in arrivo: Pereyra, Witsel e Widmer faranno la felicità del tecnico». E ci mancherebbe altro.

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Anche su Tuttosport si parla di un allenatore, Massimiliano Allegri. Che sarebbe rimasto in qualche modo scottato-deluso da Roberto Pereyra, a sua volta destinato alla cessione proprio per questo. Indifferentemente dalla destinazione finale: «Oggi è previsto l’incontro tra il procuratore del giocatore e il Napoli. I bianconeri vorrebbero incassare 18-20 milioni mentre De Laurentiis al massimo arriva a 15. Ci sono i margini per trovare l’intesa. Il giocatore argentino ha già dato il proprio assenso all’operazione. Considera Napoli la piazza giusta per riscattare una stagione da dimenticare. Pereyra è stato fuori per molto tempo ma quando è stato utilizzato, ha deluso le aspettative. Allegri si aspettava molto da lui e, invece, i risultati sperati non sono arrivati. Eppure nel finale di occasioni ne ha avute molte. Napoli o non Napoli, l’argentino lascerà la Juventus. A lui sono interessati anche alcuni club di Premier ma a questo punto la maglia più vicina è quella azzurra». Il tecnico è decisivo perché qui decide. Per alcuni non è sempre così.

Questo è essere una squadra signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente. È il football ragazzi, è tutto qui. Allora, che cosa volete fare?

 

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