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Che succede? Napoli non è più pessima ma è una città da conquistare

Che succede? Napoli non è più pessima ma è una città da conquistare

Caro Massimiliano Gallo, ti scrivo questa mail per chiederti alcune delucidazioni, consigli e informazioni su notizie che ultimamente hanno invaso la mia vita e che oggi sono di colpo sparite dal panorama giornalistico “locale” (e non solo). Sai bene che tipo di pensiero politico e posizioni abbia, come sai bene che la mia formazione professionale, condivisa per un periodo di tempo anche con te, sia basata su principi assoluti di rispetto per la “notizia” e valutazione  oggettiva sulla diffusione della stessa.

Oggi, ora, ti chiedo di una cosa che non ho ancora ben capito, non ho ben capito, perché ciò che ho letto negli immediati giorni precedenti a questa tornata elettorale amministrativa, poco corrisponde a ciò che leggo in questo giorno seguente alle elezioni. Dieci giorni addietro, Napoli era una città che veniva descritta dai newspapers nazionali come una sorta di inferno: morti ammazzati, droga, intrighi e quant’altro può essere considerato di peggio nel panorama locale e nazionale.

Oggi “stranamente” l’hanno dimenticato tutti, il giorno dopo le elezioni si pensa solo ed esclusivamente alle alleanze (non è un caso che usino questo termine), agli apparentamenti (lo si usava anni e anni fa, ma forse è desueto), che dovranno essere messi in atto tra 14 giorni, oggi si pensa e si parla e si scrive solo della “Politica” quella che intendono alcuni per arrivare alla posizione per potere firmare accordi per “incredibili opportunità di Sviluppo”.

Ma perché accade questo? Come te lo spieghi e come lo spieghi a me. Io sono dell’avviso che se una città è pessima e la sua amministrazione è ancor più pessima, bisogna scriverlo, sempre, essere testimoni di tale nefandezza è compito di qualsiasi giornalista che si ritenga tale. Ieri Napoli era il peggio… oggi la vogliono tutti, chi potrà “prenderla” tra 14 giorni e chi oramai i suoi sogni li ha infranti schiantandosi contro una montagna. Non sento più i proclami della campagna elettorale: “Napoli è gestita male, ma noi sicuramente la gestiremo meglio”.

Sento solo stridii sugli specchi accompaganati da parole come: “noi siamo puliti, i nostri alleati non sono nella nostra lista e non ci interessa conoscerli” … ma allora perché stringere alleanze  con persone che non conosci?

Quindici giorni sono pochi, non risolvono nulla e in questi quindici giorni non so se potrai aiutarmi a risolvere questo dilemma giornalistico che mi fa oggi vedere e leggere corsivi di persone che ondivagano sulle posizione attraenti benefit spellandosi  le mani per salire sul carro vincente. Questa professione, che mi ha fatto leggere tante cose su ciò che mi accadeva intorno, mi ha stancato, da questa stanchezza, ricevo enormi energie per continuare a combattere quello che ritengo non debba essere l’indirizzo esclusivamente politico che fa si che si scriva oggi il contrario di quello che si è scritto ieri. Leggo ora parole di colleghi che si indirizzano, tentando il recupero in extremis, su posizioni vicine “al vincitore”. Non leggo più dei problemi di questa città, questo mi addolora, leggo elegiache sulla città, qualunque sia esso il vincitore del ballottaggio.

Era ieri che un importante magazine nazionale “sparava” in copertina una “ricostruzione” delle terribili baby gang napoletane, era ieri che in prima pagina andavano (dopo anni e anni) i morti ammazzati dalla criminalità napoletana. Era ieri che si “accennava” in ottava delle pessime condizioni igieniche a Napoli. Strano, ma queste notizie sono scomparse dalle pagine nazionali, si parla solo della “sostituzione” di questa amministrazione. I problemi non ci sono più, quasi una sorta di preparazione a cio’ e a colui che potrebbe prendere il posto del sindaco uscente (e forse riconfermato)

Allora mi chiedo: erano strumentali le parole proferite nei giorni immediatamente precedenti al voto?

Allora mi chiedo: perchè comportarsi in questo modo?

Allora mi chiedo: è giornalismo questo? Oppure mero asservimento al Potere?

Immagino che sia difficile rispondere, nessuno di noi ha la “verità”, ma credo che sia ancora possibile, come avviene in tutto il mondo, che alcuni, come te, ritengano ancora che il giornalismo sia cosa seria e non alla mercè di pennivendoli di Montenelliana e ’77 Movimentistica memoria.

Un caro abbraccio

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