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Koulibaly sovverte le regole del calcio, si fa smentire dal suo procuratore

Koulibaly sovverte le regole del calcio, si fa smentire dal suo procuratore

È il giorno di Kalidou Koulibaly, senza dubbio. Così come non si sono dubbi che questa sia una giornata in cui tutti noi abbiamo assistito al peggio possibile in riferimento al calcio. Cominciamo dal principio, com’è giusto che sia, e da un’intervista a l’Equipe che in qualche modo smuove le acque chete del mercato azzurro, tra le mille trattative in entrata e la ormai non più probabile cessione di Higuain.

La notizia arriva con la luna già alta, ed è clamorosa. Koulibaly ha sparato forte sul Napoli, ha chiesto alla società un segnale per un rinnovo che non è ancora arrivato. Il fatto che rinnovo voglia dire adeguamento dell’ingaggio, quindi stipendio che si alza, è un sottinteso che non c’è bisogno di esplicitare. Si sa.

In molti, data anche la dinamica particolare di una notizia in arrivo dalla Francia e quindi di difficile conferma, alimentano i dubbi sulla veridicità d questa intervista. Non sul contenuto, ma proprio sul fatto che esista. Durante la mattinata, ecco la conferma che serviva. L’intervista c’è, eccome.

Ognuno, a questo punto, può pensare quello che vuole. Resta il fatto che le parole di Koulibaly siano fuori luogo. Su questo, non c’è dubbio. Il meglio deve ancora venire, però. E noi vogliamo arrivarci piano. In mattinata, radio e siti napoletani diffondono le reazioni della società alla condotta del calciatore. Roba presunta, però. Perché il Napoli non ha espresso una sola parola o riga ufficiale sull’intervista all’Equipe. Anche perché, altrimenti, dovrebbe emettere un comunicato ogni mezz’ora. Questi, infatti, sono i ritmi con cui i procuratori dei tesserati azzurri parlano in radio richiedendo più o meno velatamente adeguamenti per i contratti dei propri assistiti. Valter De Maggio, ai microfoni della radio ufficiale della Ssc Napoli, Radio Kiss Kiss Napoli, dice: «L’intervista non era autorizzata. Il regolamento prevede che un giocatore in nazionale può rilasciare interviste. Higuain in Copa America ha risposto su tutto ciò che riguarda l’argentina, poi glissando sul Napoli. Da regolamento interno, arriverà una multa di 50 mila euro per questa intervista». Napoli indispettito, dunque. Addirittura sanzione economica in vista. Ma il meglio, anzi il peggio, deve ancora venire.

Perché a Radio Crc contattano il procuratore di Koulibaly, Bruno Satin. Che non vuola andare in diretta, ma dice (avrebbe detto) parole incredibili, almeno secondo quanto riferito da Raffaele Auriemma: «Koulibaly è stato irrispettoso ed eccessivo. Anche Nainggolan è cercato dal Chelsea e non ha mai detto ‘penso di andar via’. Bruno Satin è intervenuto tante volte ai nostri microfoni, oggi l’abbiamo sentito, non vuole andare in diretta ma non lo smentisce. ‘Ha detto tutto lui’. Queste le parole dell’agente, quindi la situazione non è semplice».

Dando per vero tutto quanto, sarebbe una prima volta assoluta: un procuratore che delegittima un suo assistito. Tra l’altro, una cosa anche comica: negli ultimi mesi, almeno tre volte Satin è intervenuto nelle radio napoletane a dire le stesse identiche cose di Koulibaly. Forse in termini più concilianti, ma il senso è quello. Ora, invece, è colpa del giocatore. Come se tutto il contesto creato ad arte nelle radio che parlano di Napoli fosse da ascrivere all’ambizione chi va in campo, e non a chi forza ogni giorno la società ad adeguamenti che dovrebbero essere discussi in privato. A chi, ogni giorno, viene intervistato e ribadisce sempre gli stessi concetti: ci sono offerte, il Napoli deve chiamarci per discutere un adeguamento. Una pessima giornata di calcio e comunicazione sportiva: l’intervista di Koulibaly, veramente irrispettosa; ma anche le parole del suo agente, che cade dalle nuvole dimenticando di aver fatto e detto le stesse cose neanche molto tempo fa. Tutto orrendo, davvero. Difficile fare di peggio.

Anzi, no. La cosa più brutta avviene pochi minuti dopo, tra Radio Marte e Radio Crc. Intervengono in diretta i procuratori di Hysaj e Insigne, ovvero Giuffredi e Della Monica. Dicono entrambi la stessa cosa: «Ci vedremo con la società per l’adeguamento del contratto, abbiamo già ricevuto offerte e altre società sono pronte». Di chi è la colpa, ora?

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