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Al Napoli non serve un attaccante se Gabbiadini verrà sfruttato in maniera diversa

Al Napoli non serve un attaccante se Gabbiadini verrà sfruttato in maniera diversa
Gabbiadini squalificato

L’assist per questo pezzo è diviso a metà tra noi stessi e il presidente De Laurentiis. Perché se noi, qui sul Napolista, abbiamo chiuso così, oggi, un articolo sul no di Lapadula («Senza dimenticare che abbiamo Gabbiadini, probabilmente il più forte tra questi. Che, pur senza avere le caratteristiche tecniche adatte per fare da vice-Pipita, avrebbe costo pari a zero»), il patron azzurro ha parlato così dell’ex attaccante della Sampdoria nella lunga intervista concessa a Radio Kiss Kiss Napoli: «Se avessi desiderato davvero Immobile lo avrei chiesto al suo procuratore, che è lo stesso di Lapadula. Noi abbiamo Gabbiadini, che può fare potenzialmente 30 gol in Serie A».

Un cross con deviazione che ci lascia soli davanti alla porta, con la palla solo da spingere in rete: se il Napoli ha Gabbiadini, per quale motivo spremersi le meningi (e aprire il portafoglio) per acquistare un altro attaccante? Una domanda che sembra retorica, ma che in realtà nasconde un intero universo di soluzioni e domande e risposte. Noi del Napolista, lo riconosciamo, siamo tra coloro che auspicavano una cessione di Gabbiadini. Abbiamo scritto più volte della sua situazione, siamo in qualche modo certi che un ulteriore anno di permanenza a Napoli alle condizioni tecniche e psicologiche dell’ultima tormentata stagione sia un’eventualità troppo vicina all’errore. Non farebbe bene, né a Gabbiadini né al Napoli. C’è, però, quella postilla fondamentale: “alle condizioin tecniche e psicologiche dell’ultima tormentata stagione”. Nel senso: e se qualcosa cambiasse? Se Sarri modificasse le sue idee e costruisse un Napoli in grado di sottendere e sostenere, in qualche occasione in più, anche le caratteristiche e l’idea di Manolo Gabbiadini?

È una questione che ha una doppia faccia, puramente tattica e di gestione delle risorse. Due aspetti che i nqualche modo si intersecano, ma che partono da due concetti diversi: un Napoli con Higuain e Gabbiadini insieme in campo e un Napoli con Gabbiadini al posto di Higuain. Posto che la seconda ipotesi è scarsamente attuabile nella realtà, diventa fondamentale capire (per Gabbiadini, perchè mettere in dubbio la titolarità del Pipita è roba da folli e da polli) se e quanto spazio Sarri saprà concedere a esperimenti tattici nuovi, che in qualche modo riscrivano la struttura tattica del Napoli e creino nuove soluzioni a partita in corso o anche dal primo minuto. Parliamo di modulo (i feticisti dei numeri chiedono a gran voce il 4-3-1-2, ad esempio), certo, ma anche di atteggiamento e di gestione della tabella settimanale di lavoro: un Gabbiadini a cui, in allenamento, viene in qualche modo imposto un impegno da esterno destro deve essere un Gabbiadini che comunque ha qualche possibilità di giocare al posto di Callejon in quel ruolo. Altrimenti, una trasformazione come questa non ha senso, semplicemente. Fa solo arrabbiare il calciatore, che perde tempo vitale per la sua carriera

Con un Napoli capace di sfruttare di più Gabbiadini, quindi pure di giocare in maniera diversa, la cessione di Manolo per acquistare un qualsiasi altro attaccante diventa un’operazione poco intelligente. O meglio: un Gabbiadini che viene considerato non solo l’alternativa di Higuain e basta, ma anche un calciatore utile per poter variare il sistema a gara in corso o in alcune partite fin dall’inizio, permette di approcciarsi al mercato in maniera diversa. Senza pensare a un grosso investimento per un numero nove alla Immobile, ma a un acquisto magari prospettico e meno oneroso per un calciatore che verrebbe a fare la riserva del Pipita. Uno alla Zapata 2013-2014, giusto per dargli una dimensione storica. Magari con caratteristiche fisiche importanti, con la possibilità di crescere all’ombra di due grandi attaccanti. E, soprattutto, senza la pretesa iniziale di un posto da titolare. Cosa che, con Immobile, non potrebbe avvenire. Anche alla luce del costo elevato dell’eventuale operazione.

Gabbiadini, potenzialmente, è molto più forte di tutti i profili accostati al Napoli durante questo calciomercato. Anche perché è un calciatore dalle caratteristiche tecniche particolarissime, difficilmente rintracciabili in altri elementi tanto giovani. Noi l’abbiamo sempre definito come un “pesce fuor d’acqua” nello schieramento pensato da Sarri, e l’abbiamo visto quando il gioco si è fatto duro: perché ok i gol contro Bologna, Verone oppure Midtjylland. Però, i match contro Villarreal e Inter, squadre già più attrezzate e organizzate delle altre e contro cu in cui Gabbiadini è stato schierato titolare per necessità o per scelta, hanno dimostrato quanto questa squadra perdesse in pericolosità con Manolo centravanti. Come il Napoli non riuscisse ad adattarsi a un così netto cambio di caratteristiche dell’uomo offensivo. Il vice-Higuain resta un obiettivo fondamentale del mercato del Napoli, ma bisogna approcciarsi a questa idea di acquisto con i prerequisiti giusti. Magari servirà attendere l’inizio del ritiro, per capire davvero se Sarri sarà disposto a inventarsi un nuovo Gabbiadini, e quindi un nuovo Napoli, oppure se l’unico modo per far rendere questo patrimonio tecnico sia la cessione ad altro club. Con conseguente arrivo di un nome “pesante” come sostituto. A questo punto, Immobile assumerebbe un grande “senso”. E Gabbiadini, pur con tutto il rammarico del mondo, verrebbe salutato con i giusti auguri per un futuro importante. Aspettare, in questo caso, potrebbe essere una buona idea. Un Gabbiadini inquadrato diversamente rispetto all’anno scorso non ha eguali, per doti e abilità potenziale. Pensiamoci bene, che forse ci conviene.

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