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Sacchi: «Capolavoro Juve, dieci anni avanti a tutti. Grazie al Napoli di Sarri»

Sacchi: «Capolavoro Juve, dieci anni avanti a tutti. Grazie al Napoli di Sarri»

Arrigo Sacchi celebra il quinto scudetto consecutivo della Juventus con un pezzo della sua rubrica “Sopra la Panca”, sulla Gazzetta dello Sport. E il titolo è già un’anteprima eloquente di un testo che è una posizione netta, precisa, anche dura se vogliamo: «Perché la Juve è dieci anni avanti».

Leggiamo: «Capolavoro Juventus. Concede 11 punti ai rivali causa una falsa partenza ed è Campione a tre giornate dalla fine per il quinto scudetto fi fila […] ) I motivi di questi straordinari successi sono da ricercarsi in un club competente e illuminato, dieci anni avanti a tutti, con idee chiare ed innovative. Una società coesa, organizzata, con capacità di scelta e rispetto dei ruoli. Grazie a tutto ciò, è cresciuto il fatturato a 320 milioni e quindi una maggiore ricchezza rispetto agli altri club del campionato».

La capacità e la competenza secondo Sacchi riguardano la capacità di progettare tutto in nome del gioco, per poi adattare a questa priorità la scelta del tecnico e dei calciatori. Tutti sono funzionali, prima viene la complementarietà degli interpreti e poi il talento. «La serietà e l’intelligenza – continua Sacchi – sono alla base del successo juventino. Gli allenatori, in un ambiente sinergico e positivo, migliorano e si esprimono al massimo delle loro possibilità ed intuizioni. […] È tutto talmente perfetto da annichilire le avversarie che non sono alla ricerca di un progetto calcistico ed organizzativo lontano a divenire».

Qui parte la seconda parte dell’analisi di Sacchi, e ci sono le dolenti noti pr gli altri club: quelli milanesi, con l’Inter che ha una dirigenza straniera «assente ed inespressiva», mentre il Milan accusa un Berlusconi «impegnato in politica». Sul Napoli: «Bisogna ringraziare la brillante squadra di Sarri e, in parte, la Roma spallettiana, se il campionato non si è consluso già a marzo e se la Juventus è stata costretta a questa esaltante performance. Non si vedono all’orizzonte club italiani in grado di porre fine alla tirannia juventina».

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