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Troppo pessimismo nei confronti di questo Napoli

Troppo pessimismo nei confronti di questo Napoli

Caro Napolista, ho letto a caldo, dopo la sconfitta a Milano, molti commenti delusi e sotto sotto anche un po’ pessimisti e mi ha colpito soprattutto l’analisi della partita fatta da Max Gallo che in questa occasione, insolitamente, non ha trovato spunti o annotazioni “positive”, dandomi l’impressione di guardare principalmente la parte superiore del bicchiere riempito a metà, quella vuota.

Vorrei proporre delle chiavi di lettura della partita che sgombrino il campo da alcune osservazioni errate (ma non è il caso del Napolista, tengo a chiarire) o pessimistiche e magari aggiungerne qualcuna di tipo un po’ più leggero (che in certi momenti pure può servire ad alleviare… i dispiaceri).

Commento puntuale e immancabile dopo la partita di ieri sera: la stanchezza fisica della squadra. Ma non si può tirare in ballo questo aspetto dopo ogni sconfitta per poi vedere, com’è successo sempre finora, che nella partita successiva (vinta), la squadra corre e gira con continuità fino alla fine della gara.

In questo momento decisivo del campionato ci mancano 2 giocatori a detta di tutti fondamentali per questa grande stagione che stiamo vivendo: Higuaìn (per la squalifica) e Reina (che da qualche partita fa più errori che miracoli).

L’Inter è la squadra che più delle altre ci mette in soggezione psicologica: sarà la fisicità dei suoi giocatori, sarà che approfitta del fraseggio del Napoli, subendolo, ma sempre con l’idea di partire in contropiede e mettere un uomo in condizioni di tirare in porta (e i giocatori forti li ha, sia nella fase difensiva che in quella offensiva).

Il sistema di gioco di Sarri è quello e a noi tifosi ci ha fatto godere e sognare come non mai (e certamente ci farà godere e sognare ancora, specie se la squadra si rinforzerà con altri forti calciatori). Dobbiamo tenerci anche il rovescio della medaglia: non avere alternative di gioco e di schema che in alcune partite, come quella di ieri sera con l’Inter, sarebbe forse servito, anche per spiazzare le aspettative strategiche di un allenatore avversario che la partita se l’è studiata a tavolino dando per scontato il meccanismo di gioco di Sarri.

Poi c’è la sfiga che anche in questa partita si è fatta sentire: il gol dopo appena 4 minuti in fuorigioco non visto dal guardalinee; la decisione dell’arbitro di non ammonire Miranda all’inizio dell’incontro per un fallaccio da cartellino giallo che ha consentito allo stesso di commettere successivamente un altro fallo da ammonizione (stavolta sanzionato), interrompendo una proiezione offensiva del Napoli che sembrava una di quelle buone; la nefasta presenza in tribuna delle ciocciovettole Conte, con al suo fianco quel Carrera (ma è il suo vice anche in Nazionale?) che noi tifosi del Napoli di Mazzarri ricordiamo con tanto affetto.

E poi c’è da fare una riflessione che secondo me è molto importante: Higuaìn ha detto davanti ai giudici di Roma che il suo nervosismo era dovuto, in quella partita persa ad Udine (che ha portato da 3 a 6 punti il distacco dalla Juve) allo stato d’animo di chi “sente svanire un sogno…”. E se l’ha sentito lui, figurarsi la squadra intera, che ora ha perso quella carica emotiva, quella tensione, quell’ebbrezza esaltatoria, quella positività che ti dà la spinta a voler vincere, ad andare avanti, a superare se stessi per realizzare un sogno, per compiere un’impresa che sai che resterà nella storia per sempre (vedi Leicester).

Anche Sarri mi è sembrato accusare la mazzata psicologica se è vero, come ho sentito ieri sera dal commento di Ugolini di Sky che era vicino alla panchina dell’allenatore, che negli ultimi 10 minuti della partita, si è messo seduto e sembrava non credere più, neanche lui, alla possibilità di recuperare la partita, anche se in extremis.

E allora ben venga Roma-Napoli tra una settimana! Mi sembra un’occasione per iniettare un po’ di carica, di stimolo e di determinazione (dopo avere battuto il Bologna durante la settimana, favoriti se non altro dalla oggettiva superiorità tecnica e dal sostegno del pubblico del San Paolo, che martedì sera dovrà spingere come non mai la squadra), avendo un nuovo grande obiettivo da raggiungere (perché quest’anno lo sarebbe, nonostante il sogno tricolore che fino a poco tempo fa abbiamo cullato), visto che la Roma – sta perdendo 3-2 a Bergamo – aspira a quel secondo posto che per lei tempo fa sembrava irraggiungibile e che ora vede a portata di mano.

E un’ultima speranza: se malauguratamente il Napoli finisse la stagione al 3° posto (che comunque è Champions) non si parli di delusione o peggio ancora di fallimento! Questo stato d’animo riguarderà forse le milanesi, la Fiorentina, ma non la nostra squadra che alla scuola di Sarri è al suo primo anno (ricordate sempre il “saremo l’Empoli fra 3 anni”) e che ha nell’allenatore stesso, per altri versi, una matricola nel calcio delle grandi e con i grandi giocatori!

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