ilNapolista

Rocchi, l’arbitro di Genoa-Napoli 0-0 un po’ allergico ai big match

Rocchi, l’arbitro di Genoa-Napoli 0-0 un po’ allergico ai big match

Marek Hamsik, il nostro capitano, con 393 presenze e 97 gol conferma di essere il vessillo del Napoli post moderno di De Laurentiis. Calciatore di rara intelligenza e applicazione è ormai un fascio di muscoli distribuiti in 183 cm di altezza e 80 kg di peso. Aveva 7 chili in meno – di massa muscolare, sia chiaro! – quando si ritrovò al cospetto di un’altra bandiera, questa volta milanista, Ringhio Gattuso.

Durante Milan-Napoli (1-0) il mastino calabrese, subito un fallo, si alzò di scatto verso il nostro centrocampista urlandogli in faccia tutta la sua rabbia condannandolo così al mutismo per i restanti minuti di gioco. Fummo colpiti, noi che guardavamo, da due cose: dalla cresta fra le gambe di Marekiaro e dalla completa assenza dell’arbitro in quella querelle ai limiti del bullismo. Lo scricciolo di Banská Bystrica era forse colpevole di uno straordinario gol box to box ai danni rossoneri nella stagione precedente. In quella partita i sospetti e i malumori per l’arbitraggio furono alimentati anche da un doppio giallo per Maggio a fine primo tempo e dal rigore (poi parato da Iezzo) concesso per un “mani” di Pazienza perdonabilissimo.

Per la cronaca il Milan, che segnò grazie all’autorete di Denis, meritava di vincere quella partita ma la direzione di gara rimase negli occhi degli spettatori più delle occasioni fallite dai rossoneri. Eravamo secondi in classifica e a dirigere l’incontro c’era Gianluca Rocchi di Firenze. Nel dopo partita intervenne, tra gli altri, lo scrittore e penalista Claudio Botti (Te Diegum) ricordando che Rocchi era imputato in quei mesi nell’inchiesta napoletana su Calciopoli: “E’ opportuno dirigere partite della squadra della città dove si è sviluppata l’inchiesta?”, domandò nel deserto.

Rocchi, che per quella stagione ricevette il premio “Giovanni Mauro”, tornò ad arbitrare il Napoli solo due anni dopo, Cagliari-Napoli (0-1). Domenica sera l’internazionale fischietto toscano dirigerà Palermo-Napoli, la sua ventottesima partita del Napoli in carriera. Terza del campionato in corso dopo Carpi-Napoli (0-0) e Atalanta-Napoli (1-3). Il bilancio generale recita: 12 vittorie, 8 pareggi e 8 sconfitte; 68 cartellini gialli e 7 espulsioni, 1 solo rosso diretto; 7 i rigori a favore, 4 contro. Con il Palermo, in 20 presenze, ha collezionato 8 vittorie 6 pareggi e 6 sconfitte; 6 i rigori a favore, 7 contro.

Ciò che maggiormente viene a galla setacciando le innumerevoli critiche napoletane a Rocchi è l’alta frequenza di errori commessi nei big match, quelli per intenderci contro Juventus, Milan, e Inter. Quando c’è capitato di affrontare queste squadre è sempre successo qualcosa per cui abbiamo dovuto appellare tutti i santissimi defunti del povero direttore di gara. Giusto per farvi un idea questo il bilancio contro le Big è questo: 5 sconfitte, 2 pareggi e 1 vittoria.

Anche la gara contro l’Udinese (2-2) del 18 marzo 2012 fu molto chiacchierata. Molteplici episodi controversi, a nostro favore, scatenarono l’inferno anche nel dopo partita quando – voce di spogliatoio – Rocchi e Copelli chiesero amichevolmente la maglia della gara a Cavani e De Sanctis. Fu ancora lui ad arbitrare la maledetta partita Napoli-Lazio (2-4), requiem dell’era Benitez, che segnò la mancata qualificazione al terzo posto con l’amara ciliegina del rigore sbagliato da Higuain sul 2-2.

Era invece l’ottobre 2011 quando, dopo mille polemiche seguite a Napoli-Inter (3-0) Rocchi fu sospeso per un mese e tornò a fare l’agente di commercio a tempo pieno. Sospeso anche nel novembre dello stesso dopo Bologna-Milan (2-2) e sopratutto in seguito ai disastri in mondovisione di Juventus-Roma (3-2) nell’ottobre 2014. Il post partita fu un vero tormentone nazionale che finì addirittura in parlamento con tanto di rivelazione dell’amicizia fra Rocchi e Matteo Renzi che con lui in gioventù frequentava la stessa scuola arbitrale.

Costretto al Mea Culpa sulla tv pubblica si è rifatto negli anni una buona reputazione ma rimane un nome ingombrante sopratutto dalle nostre parti. Eppure il fischietto fiorentino è associato ad un ricordo dolcissimo quando Genoa e Napoli, pareggiando a reti bianche, saltarono a braccetto dalla B alla Serie A. Era il lontano 10 giugno 2007. Altra cosa bella e importante da sottolineare fu la sua storica decisione di interrompere, l’incontro Milan-Roma del 12 maggio 2013, a seguito di cori razzisti nei confronti di Mario Balotelli. Fu il primo a farlo in Serie A.

ilnapolista © riproduzione riservata