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Reina, quel gioco ‘vertical’ che parte anche dal portiere

Reina, quel gioco ‘vertical’ che parte anche dal portiere

Pepe Reina, in questo periodo, è probabilmente il giocatore più chiacchierato d’Italia. Il Napolista ha parlato del suo piccolo periodo di appannamento tra i pali, mentre tra ieri e l’altro ieri è scoppiata (?) la polemica sul suo tweet per il gol di Thiago Alcantara durante Bayern Monaco-Juventus. Uno smacco che, per Tuttosport, vale addirittura la prima pagina intera di un venerdì post-Champions e un “Grazie Reina” grande così.

Poi c’è anche chi parla di calcio, e di un’altra faccia dell’importanza capitale che l’ex portiere di Liverpool e Villarreal riveste nel gioco del Napoli di Sarri. Il sito Wyscout, grazie a un articolo del Match-Analyst Francesco Farioli, ha descritto la strategia della squadra azzurra nel momento in cui Reina rilancia la palla con i piedi o con le mani dopo averla bloccata. 

Secondo Farioli, il Napoli opera secondo due diverse modalità: il gioco ravvicinato, con 5 giocatori più il portiere che sono molto vicini all’area; oppure quello che viene definito come “vertical buildup“, vale a dire la costruzione di un lancio verticale che avviene dopo una disposizione studiata, ben precisa, degli uomini in campo. Solitamente, quando Reina e il Napoli scelgono di giocare il pallone lungo, lo schieramento della squadra diventa asimmetrico: 4 giocatori si spostano sul lato forte, due su quello debole. 

Come da tradizione ormai “storica”, il lato forte del Napoli è quello sinistro. Quindi, per la maggior parte delle volte, la catena di quattro uomini si crea per l’appunto sul lato occupato da Insigne, Hamsik e Ghoulam. Un altro appunto significativo di Farioli sulla disposizione del Napoli in questa situazione di gioco riguarda la “cancellazione” della linea di centrocampo. Questa è una scelta ben precisa, in quanto aumenta, concentrandole sull’esterno, le zone di campo in cui c’è una reale superiorità numerica e quindi il portiere ha più comodità nel rinviare. 

Reina, in queste situazioni, diventa fondamentale. Nel pezzo si legge di come la sua «capacità di prendere velocemente le decisioni» permetta al Napoli di creare una situazione di attacco anche in un momento del gioco in cui altre squadre preferiscono applicare uno slow play di possesso partendo dalla difesa. La precisione nei rilanci dello spagnolo consente alla squadra di Sarri di accorciare i tempi di ripartenza, e dà la possibilità, ai calciatori di maggior classe, di giocare il pallone in situazione di superiorità numerica avanzata e in quella porzione di campo che Farioli definisce come “zona di conflitto” tra difesa e centrocampo avversari.

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