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Il tacco di Vardy: ovvero l’Inghilterra di Hodgson e un fuoco di paglia che ormai è una realtà

Il tacco di Vardy: ovvero l’Inghilterra di Hodgson e un fuoco di paglia che ormai è una realtà

È il suo anno, e quando succede così c’è veramente poco da fare. Jamie Vardy l’ha confermato e si è confermato nel modo più spettacolare possibile, sul palcoscenico più spettacolare possibile: Inghilterra-Germania non è, non può essere mai una partita qualunque. Soprattutto quando gli inglesi giocano in maglia rossa, come quando nel luglio 1966 Geoffrey Hurst si prese la briga di segnare una tripletta in una finale Mondiale. Jamie l’ha elevata con quello che, probabilmente è il gol più “atteso” nella carriera di un grande calciatore. Il colpo di tacco, la follia del movimento storto. La poesia di una posizione sbagliata su un cross ingestibile che si fondono e danno vita a una meraviglia di tecnica e coordinazione. Questa roba qui, insomma:

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Il primo gol in Nazionale di Vardy significa due cose: intanto, che l’Inghilterra ha pareggiato (e poi vinto) in casa dei Campioni del Mondo, dello squadrone che parte (giustamente) da favorita per la conquista dell’Europeo francese. Quindi, come dire: attenti a Hodgson, al suo giovane fenomeno Kane e al suo scudiero ex carneade d’attacco. E poi che proprio lui, Jamie Vardy, non è più un fuoco di paglia. Non può più esserlo, non ne possiede più le peculiarità. Secondo il Dizinario dei modi di dire del Corsera online, un “fuoco di paglia” è “una cosa che inizia con grande intensità e finisce in niente quasi subito. Usato in genere per sentimenti, entusiasmi, grandi idee o altro. La paglia, infatti, produce una fiammata vividissima che però si spegne subito”.

Vardy va avanti così, invece, ormai da quasi un anno: l’anno scorso, appena 5 gol in 34 presenze di Premier con la squadra che l’aveva acquistato dal Fleetwood, squadra di un campionato paritetico all’Eccellenza nostrana. Poi il boom di questa stagione. Roba grossa, da 19 gol nelle 31 di Premier già disputate con la maglia delle Foxes di Claudio Ranieri, prime in classifica con 5 punti di vantaggio a 630 minuti dal termine del campionato.

A questi numeri in continua escalation, il ragazzo aggiunge pure 6 assist e 34 key passes, che vogliono dire partecipazione e ruolo fondamentale nella manovra offensiva del Leicester. Ranieri, infatti, fa ruotare gli attaccanti ma non prescinde mai da Jamie Vardy: accanto al ragazzo di Sheffield, 29 anni compiuti l’11 gennaio, ruotano Okazaki e Ulloa. Il quarto attaccante di inizio stagione, il promettente (e costoso, 13 milioni al Rijeka giusto un anno fa) Kramaric, è finito in prestito all’Hoffenheim. Schiacciato e scacciato dall’annata che non ti aspetti del calciatore che non ti aspetti. Per Jamie Vardy, ora, è già partita l’asta interna: si parla di Chelsea e Manchester City, ma intanto ci sono una Premier “assurda” da conquistare e un ct da convincere che, massì, questo magic moment può continuare. Lo dice lo score, lo dice la fiducia. E poi un gol di tacco in una partita che non è, non può mai essere come tutte le altre. Esattamente come Jamie Vardy.

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