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Invidio chi riesce a vivere senza ansia la vigilia di Juventus-Napoli

Invidio chi riesce a vivere senza ansia la vigilia di Juventus-Napoli

Quanto manca alla Partita? Due giorni, due mesi? Forse due anni? Non lo so.

Dal triplice fischio di Napoli-Carpi in poi il tempo sembra non scorrere in maniera lineare.

Vorrei che si fosse già giocato, vorrei che non si giocasse mai. Continuo a ripetermi che è una partita come le altre, che in fondo non è decisiva, che i punti in palio sono tre. Che non cambierà poi molto. Sarà anche vero, ma so di mentire a me stesso. Una sfida scudetto così la sognavo da sempre. Poterla vivere è un grande privilegio.

Eppure anche solo sentir parlare della Partita mi fa star male.

Da qualche giorno evito luoghi affollati, leggo pochissimo, non ascolto la radio, rifuggo dai social network. Ho provato solo una volta a seguire una trasmissione che parlava della Partita ma l’angoscia è stata così insopportabile da costringermi a cambiare immediatamente canale.

Le notizie sulla gara, arbitri, infortuni, probabili formazioni ormai mi arrivano di terza mano e neanche le commento. Alle domande che non posso evitare, quelle di amici e parenti, non riesco ad andar oltre un balbettato “Speriamo bene”.

Neanche la scaramanzia, la serie ormai interminabile di riti che scandiscono ogni mio pre-partita, riesce più a darmi sollievo.

In questi giorni d’attesa mi sono tornate in mente le parole di una amica, tifosa del Napoli da una vita e grande appassionata di calcio, che mi confessò di riuscire a guardare le partite solo in differita, dopo averne saputo il risultato finale. “Guardarla in diretta mi fa soffrire troppo”, spiegò. All’epoca mi sembrò paradossale. Ora capisco cosa voleva dire.

Ma la mia non è paura che possa andar male, né timore dell’avversario. Ho grande fiducia in questa squadra e in questi ragazzi. Giocano un gran calcio, il migliore mai visto da queste parti, e so che daranno il massimo.

Sono profondamente orgoglioso del mio Napoli e nulla di ciò che potrà accadere cambierà le cose.

Al contrario, è la consapevolezza che potremmo farcela, che possiamo davvero scrivere una pagina di storia, a farmi mancare l’aria.

L’idea che siamo alla vigilia di un qualcosa di cui forse parleremo per anni. 

Quasi invidio quanti riescono a vivere con leggerezza quest’evento; quelli che sono tornati a interessarsi al Napoli da quando è primo in classifica ed organizzano party per l’occasione. Comunque andrà per loro sarà stata una piacevole serata tra amici. È senz’altro la cosa più saggia da fare, non c’è dubbio.

Per me semplicemente non è possibile. Con ogni probabilità soffrirò mentalmente e fisicamente, indipendentemente dall’andamento della gara, per ogni singolo istante di quei novanta e più minuti. A stento riuscirò a dire qualche parola di senso compiuto.

Pensare a cosa farò dopo la Partita è onestamente pura metafisica, fuori dalla portata della mia immaginazione.

Se state pensando che tutto questo sia paradossale, ridicolo, allora voglio tranquillizzarvi subito: avete perfettamente ragione, lo è.

Se al contrario avete capito cosa intendo, non ho bisogno di dilungarmi oltre. Posso solo augurare a voi, e a me, altre mille di queste partite.

Forza Napoli.

Speriamo bene.
(foto di Mario M., tratta da flickr)

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