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Chi sarà il bomber di Europa League? Mertens e Callejon in lotta con Aduriz e Bobadilla

Chi sarà il bomber di Europa League? Mertens e Callejon in lotta con Aduriz e Bobadilla

Se la classifica marcatori di Champions League è una sorta di poesia mandata a memoria che si ripete ogni anno, un po’ come quella di Natale, la corrispettiva dell’Europa League racconta storie belle, sempre diverse stagione dopo stagione. Scorriamo l’albo d’oro e facciamoci un’idea: nel 2015 vincono Lukaku dell’Everton e il misconosciuto Alan attaccante del Salisburgo finito oggi nel Guangzhou (8 reti); l’anno precedente ancora un calciatore del Salisburgo, Jonathan Soriano, autore di 8 gol; e poi giù, a scendere, passando per nomi grandi (Falcao nel Porto 2011, 17 gol e nell’Atletico 2012, Luca Toni nel Bayern 2008) e meno grandi (Kozak nella Lazio 2013, Vagner Love nel Cska 2009, Cardozo e Pizarro nel 2010).

Oggi l’Europa League ricomincia (anzi, è già ricominciata: Fenerbahce-Lokomotiv Mosca si è giocata martedì, 2-0 per i turchi) e la classifica marcatori parla due lingue: lo spagnolo e il napoletano. Perché in testa, con sei reti, ci sono un argentino naturalizzato paraguayano e un basco, attaccanti non proprio celebri a livello internazionale ma di forte impatto, seguiti da due calciatori azzurri. E anche se la loro madrelingua, quella di Callejon e Mertens (fermi a cinque gol), non è proprio quella di Salvatore Di Giacomo, ci piace pensare che si esprimino come nei vicoli del Pallonetto a Santa Lucia. In testa quindi ci sono Raul Bobadilla, 28enne delantero dell’Augsburg, e Aritz Aduriz, che di anni ne ha addirittura 34 ed è una sorta di leggenda per l’Athletic Bilbao.

Due belle storie. A iniziare da Bobadilla, nato a Buenos Aires da genitori guarani e cresciuto nell’accademy del River Plate. La sua storia con i Milionarios, però, è un semplice amore adolescenziale, perché nel suo destino c’è la Svizzera. A 19 anni, Raul è già in campo con la maglia poco famosa del Concordia Basilea, secondo (e piccolo) club della città che ospiterà la finale di questa Europa League e che nel 2006 gioca in Challenge League, seconda serie elvetica. I 18 gol in una sola stagione fanno capire che il palcoscenico è sprecato, che Bobadilla è già pronto almeno per il massimo campionato: detto fatto, ecco il Grasshoppers di Zurigo e due stagioni da leader assoluto che gli valgono la Germania, nelle file del Borussia Moechengladbach. Qui la musica cambia, il livello si alza e Bobadilla non si sente proprio a suo agio. La sua vera casa è la Svizzera, almeno per un un altro po’. Altre due esperienze positive (Young Boys e sei mesi al Basilea quello grande, dove vince il titolo nel 2013) e la nuova chiamata dalla Germania, da una Bundes un po’ meno di richiamo. L’Augsburg o Augusta gli offre una maglia da titolare che Raul onora con un totale di 24 gol in 71 presenze. L’Europa League è casa sua: già nella stagione 2012/2013, con la maglia dello Young Boys, mette a segno 7 gol nelle prime 10 gare della seconda competizione europea. Se lo ricorda bene Guidolin, che il 25 ottobre incassa una bella tripletta in Svizzera e poi, il giorno 8 novembre, questa punizione qui:  

Aduriz, invece, lo ricordiamo benissimo (malissimo) a Napoli. Due gol nel preliminare maledetto dell’agosto 2014 (ne abbiamo già parlato qui), una specie di spauracchio per una difesa moscia e impaurita. Quella è un po’ anche la partita che sancisce la seconda giovinezza di Aritz, attaccante specializzato nell’andirivieni da Bilbao. Basco di San Sebastian, la città della Real Sociedad, cresce nell’Antiguoko e nell’Aurerà Vittoria prima di essere pizzicato dall’Athletic che lo inserisce nel Baskonia la squadra B nel 2000. Da lì inizia un viaggio che ha tante destinazioni e un solo ritorno: Burgos, Valladolid, Maiorca, Valencia. In mezzo, però, come una fermata obbligatoria, il ritorno a casa, con i Leones: tre esperienze staccate nel tempo e poi quella definitiva, iniziata nel 2012 e ancora in corso. Roba da 258 match e 110 gol in tutte le competizioni, di cui ben 25 nella splendida stagione in corso, a un solo gol dal record di 26 fissato nella scorsa annata. Aduriz è un calciatore rinato, detentore del Trofeo Zarra che ogni anno consegnano al calciatore spagnolo che è riuscito a fare il primo posto tra gli umani della Liga a distanze siderali dai capocannonieri stranieri che si chiamano Messi e Cristiano Ronaldo. Gli stessi che dominano la classifica dei goleador di Champions. Come dire: Aduriz insegue (bene, tra l’altro) sempre la stessa gente. E alcune volte ci riesce davvero alla grande: sotto, la tripletta realizzata in Supercoppa di Spagna contro i blaugrana, battuti addirittura 4-0.

Dopo di loro, arrivano i nostri. Callejon e Mertens al secondo posto della classifica cannonieri sono una conseguenza normale e naturale dei 22 gol (!) segnati dal Napoli nel girone di qualificazione. Dieci, quindi, portano la loro firma. Poi c’è anche Gabbiadini a quattro, due doppiette contro il Midtjylland. Insieme allo spagnolo e al belga vestiti d’azzurro, altri giocatori un poco famosi e un poco no. C’è, ad esempio, Aboubakar Oumarou, 28enne centravanti camerunense del Partizan. Lui è fermo a cinque gol, e non potrà aumentare il suo score: la squadra serba è stata eliminata nella fase a gironi. Poi, altri nomi suggestivi che dicono molto o poco a seconda delle ore trascorse a giocare a Football Manager.

Il primo, noblesse oblige, è quello del Coco Erik Lamela. Uno che ricordiamo bene in Italia, che è passato a peso di platino dalla Roma al Tottenham (30 milioni), e che solo alla terza stagione sta iniziando a trovare la sua giusta dimensione. In Europa, più che altro: cinque gol nel suo palcoscenico preferito, anche perché Pochettino non è che gli conceda grosse occasioni in Premier (un totale di 65 minuti a partita di media su 23 presenze) forse anche a causa della risposta tiepida dell’ex giallorosso (3 gol in tutto, uno ogni 400 minuti). Argentino come lui è Franco Di Santo, la controfigura di Huntelaar dello Schalke 04. Origini italiane chiarissime, un passato nelle giovanili del Chelsea e la prima esplosione, neppure tanto fragorosa (14 gol, l’anno scorso) nelle fila del Werder Brema. In campionato gioca e segna pochissimo (1 gol su 1057 minuti giocati in 19 presenze), in Europa League ha una media “alla Higuain”: un gol ogni 81 minuti. Chiudiamo col carneade di turno, David Lafata. 34 anni, una vita a peregrinare nella sua Repubblica Ceca e una seconda giovinezza (ha 34 anni) nello Sparta Praga: in questa stagione, 11 gol nel massimo campionato ceco e altri 5 in Europa League. L’anno scorso, un record: Lafata è stato il migliore realizzatore stagionale in competizioni Uefa, 13 reti in 12 partite europee, grazie anche ai cinque gol nel preliminare di Champions con il Flora Tallinn, squadra estone. La rivincita dei comuni mortali su Messi e Cristiano Ronaldo se l’è presa lui, un insospettabile.

Nel frattempo, mentre leggete, (ri)guardatevi e riguardatevi il gol di Lamela nel girone. Niente male, fidatevi.

L’ultimo capitolo è dedicato ai bomber di scorta dell’Europa League, quelli appena “retrocessi” dalla Champions. Cinque gol europei per due calciatori del Bayer Leverkusen, Chicharito Hernandez e lo svizzero Admir Mehmedi. Tre, invece, sono i gol di Alex Teixeira dello Shakthar (nel frattempo è finito in Cina, al Jiangu Suning), Felipe Pardo dell’Olynpiakos (che però salterà per infortunio il doppio confronto con l’Anderlecht) e Vincent Aboubakar del Porto, 24enne centravanti camerunense del Porto. L’ultima citazione è una cosa romantica, da appassionati (di Football Manager, soprattutto): un calciatore a quattro gol in Europa League, si chiama Andrija Zivkovic. È un fantasista tutto mancino di 19 anni, è (già da un po’) il capitano del Partizan e purtroppo è stato eliminato nei gironi. Sì, purtroppo. È un peccato non poter rivedere, dai sedicesimi in giù, cose così:

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