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Gravissimo lutto per il giornalismo: è morto Giuseppe Pacileo

Gravissimo lutto per il giornalismo: è morto Giuseppe Pacileo

Stava male da tempo. È morto oggi, all’età di 83 anni, Giuseppe Pacileo, grandissimo giornalista, firma storica del Mattino, persona di grande cultura, esponente di un’altra epoca di questo mestiere. Un professionista esemplare cui rimase appiccicata l’etichetta di essere colui il quale mise in pagella 3,5 a Maradona per Udinese-Napoli 2-2. Pacileo in realtà è stato molto altro. Quando lo sport nei giornali era affidato a penne raffinatissime che mai e poi mai avrebbero anteposto il loro tifo alla passione per questo mestiere. Narratori come Brera, Fossati, Clerici e tanti altri. Lo sport era una palestra anche per scrittori affermati. Altri tempi, così lontani dai nostri. Giuseppe Pacileo sarà domani tutta la giornata presso la cappella del Cardarelli e martedì sarà cremato. Alla famiglia le più sentite condoglianze del Napolista.

Vi riportiamo l’unico suo articolo che siamo riusciti a rintracciare, lo scrisse per www.riccardocassero.it e ripercorre proprio quel famoso 3,5. Speriamo nei prossimi giorni di riuscire a trovare anche altro. 

Accadde in quel di Udine, sala stampa dello stadio “Friuli”, che Franco Melli – allora inviato itinerante per il Corriere della Sera – si mettesse a sbirciare i servizi degli altri inviati. Non seguiva sempre la stessa squadra, e allora cercava conforto alle proprie valutazioni. Sbirciò anche la mia “pagella”; e spiccò un salto. L’indomani sul Corriere, ben evidenziata in un riquadro, apparve la notizia che, nientepopodimeno! un giornalista napoletano aveva affibbiato un 3,5 all’eminentissimo don Diego Maradona. A quei tempi – e temo anche oggi – si usava concedere almeno il 6 di stima ai grandi giocatori, magari nel timore che la volta successiva sfoderassero tutto il loro talento facendoti così finire sulla groppa di un maiale.
   Ecco come l’ “evento” ebbe immediata risonanza nazionale. Il sottoscritto venne subissato di telefonate richiedenti il perché e il percome, nonché inviti a comparsate in varie televisioni. Parlai soltanto con un caro amico, Rosario Pastore, della Gazzetta dello Sport, spiegandogli banalmente che, partendo dal 2 di base, avevo aggiunto mezzo punto per la trasformazione del rigore ed un punto per il passaggio-gol. Altro per quasi tutta la partita il bravo Tiechìte non aveva prodotto, e questo mi era sembrato molto grave per un raro fuoriclasse, nonché capitano della squadra e idolo di una intera città.
   Il lunedì sera mi recai negli studi di Canale 34 per la trasmissione “Number One”, come di consueto. Inopinatamente e casualmente prima della trasmissione vi incontrai Maradona. Costui, con volto corrucciato, mi apostrofò chiedendomi conto e ragione: “Non me importa tanto del voto, ma che le racconto alle mie figlie se me domandano di che cosa me devo vergognare? Io non me devo vergognare de niente!” e, appallottolato il foglio incriminato del Mattino, me lo lanciò contro. “Senza colpire”, come scriverebbe il giudice sportivo.
   La partecipazione del divo mi era stata accuratamente tenuta nascosta, per cui decisi di affibbiare all’emittente un anno di squalifica, e cominciando da quella sera scomparvi dai suoi schermi. Piovvero ogni sorta di supposizioni, come minimo: “Maradona ‘a vattuto a Ppacileo!”. Pacileo invece, benché non “vattuto”, aveva ritenuto opportuno evitare confronti in video sgradevoli che potevano anche scendere sotto il livello dell’accettabile. Pacileo si recò invece da Pasquale Nonno, allora direttore del Mattino, chiedendogli un mutamento di incarico; giacché ogni sua valutazione successiva di Maradona sarebbe stata dai più considerata con sospetto: quello che in gergo giuridico si chiama legittima suspicione. Nonno rispose picche: “Non puoi ritirarti e dargliela vinta”. Siccome il direttore era lui non mi rimase che continuare. Non molto tempo dopo il buon Tièche avrebbe dovuto vergognarsi di essere stato arrestato, a Buenos Aires, a casa sua, sempre per fatti di droga. Chissà che cosa avrà detto in quella occasione alle figlie… 

                                                                                                           Giuseppe Pacileo

   N. B. La settimana prima della partita di Udine l’Italia aveva giocato a Cagliari contro l’Argentina, che ovviamente schierava Maradona. Era finita 0-0 e la prestazione del “nostro” era stata da me valutata esattamente 3,5 (evidentemente era un periodo molto “polveroso”.). Quella volta però non se 
ne era accorto quasi nessuno.

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