Cinque anni e mezzo dopo, il Napolista di fatto tradisce la linea editoriale sancita nel “numero” d’apertura. Allora scrissi – scrivemmo, lo fondammo Fabrizio d’Esposito e io – che in fondo il Napolista era “il pretesto per mantenere vivo un amore. E l’illusione di non aver del tutto disertato”. C’era Mazzarri e non c’era ancora Cavani. Tante cose sono mutate. Per non portarla a lungo – come amano dire a Biella – la diserzione è terminata. I figli so’ piezz’e core e da un paio di settimane lo snob Napolista ha una sua casetta nel cuore dei Quartieri Spagnoli, a due passi dal murales di Maradona con tanto di finestra abusiva. Una redazione alla Fondazione Foqus, vicini di casa degli amici fotografi di Kontrolab. Con Francesca Leva, Ilaria Puglia, Gianluigi Trapani, Carlo Franco, Noel Angrisani e tanti altri. Un luogo che proverà ad essere anche un laboratorio giornalistico oltre che uno sguardo sulla città, come del resto siamo sempre stati. Con al centro della galassia, ovviamente, il Napoli e ’o pallone.
Il Napolista prende casa ai Quartieri Spagnoli
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