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Parlavano solo della Juventus. Vorrei essere nato stanotte così non avrei visto questo 0-0: il Carpi esiste

Parlavano solo della Juventus. Vorrei essere nato stanotte così non avrei visto questo 0-0: il Carpi esiste
Il mio Carpi – Napoli 0-0
– Tarda mattinata di due giorni fa al bar. Discorsi da bar. “Siamo pronti? Siamo carichi? Li dobbiamo annientare come abbiamo fatto con la Lazio” ecco Vincenzo, un vecchio tifoso azzurro, che si è eretto, urlando e mantenendo banco, in mezzo a un capannello di persone che intanto annuivano e si gasavano. Ho pensato: questo è l’atteggiamento giusto. Non bisogna sottovalutare l’avversario, anche se è neo promosso e parte nettamente sfavorito. 
Dopo una piccola pausa ha però continuato: “Ragazzi, mi raccomando, vi voglio tutti concentrati e compatti sabato allo stadio!”. A quel punto, non sono riuscito a fare a meno di intervenire: “Ma come sabato?! E il Carpi?”. 
Risa ironiche, sguardi quasi di compassione, pacche confortanti sulle spalle e nessuna risposta. Come se il Carpi non esistesse.
– Nel pomeriggio ho visitato qualche sito: “Mandzukic out 20 giorni, col Napoli non ci sarà. In forse anche Morata”. E ancora sul giornale: “quale formazione schiererà stavolta Sarri sabato contro la Juve? Quale ricetta?”. Ed io perplesso: ma come sabato?! E il Carpi?
Per cercare una notizia inerente la squadra emiliana ho cercato di navigare su un blog di tifosi del Carpi, ma anche il server si è rifiutato di aprire la pagina. Nessuna risposta. Mi si è bloccato il computer.
– La sera. Telefonata con Michele, altro tifoso azzurro: “Gigì, sai se sono usciti i biglietti? Sabato vorrei andare allo stadio. A proposito, li schiattiamo, vero?”.
Per un attimo ho avuto il dubbio che questa benedetta partita infrasettimanale fosse stata rinviata: Michè scusa, e il Carpi?
E Michele: “che c’entra il Carpi? Che ne so. Mi pare che sia in Serie C, anzi no, forse è stato promosso in B, ma stai parlando di pallavolo?”. Una risposta a cui avrei preferito “nessuna risposta”.
– Ieri, a poche ore dalla gara, la situazione non è cambiata: giornali, telegiornali, siti, radio, amici, parenti e affini hanno continuato a propormi informazioni e le notizie più disparate sulla super sfida di sabato contro la Juve.
E il Carpi?
– “Vergogna, siamo a mercoledì e non si sa ancora se sabato i tifosi potranno andare allo stadio o meno”; “Gigì, ho sentito che sabato potranno assistere alla partita solo i possessori della tessera del tifoso, è vero? Io come faccio, non ce l’ho”; “Sabato si rischierà di nuovo col 4-3-3?”; “Pronto, pronto, è Radio Piss Piss volevo chiedere: Sarri l’avrà capito che quella di sabato è la partita più importante dell’anno? Avrà la ricetta giusta?”. 
Il salumiere juventino: sei pronto per sabato? Il parcheggiatore al porto: ci vediamo sabato allo stadio? Mio zio che si interessa di calcio come io mi interesso di mountain bike: ah, sabato c’è la Partita. Sei in tensione?
Intanto a Sky è partito il conto alla rovescia con History Napoli Juve Remix.
Ho pensato: Sì, sì, tutto giusto, ho capito, ma il Carpi?
– L’unico accenno alla gara di Modena l’ho letto su un giornalino dell’Azione Cattolica locale, sezione sport, in cui l’articolista si chiedeva se era giusto far scendere in campo i migliori col Carpi in vista della gara di sabato contro la Juve.
– Sarri, controcorrente, invece di proiettarsi come tutti a sabato, ha calato la solita dichiarazione di chi proprio non riesce a non guardarsi dietro: “l’anno shorso, la shuadra ha mostrato diffiholtà hon le pihhole. Hol Harpi dobbiamo essere honcentrati”. E però mi son detto, grattandomi le parti superficiali dei jeans: “almeno lui lo sa che c’è la partita col Carpi. Almeno è confermato che si gioca”.
– A casa del Minao sono piombato definitivamente nello sconforto. Entrato nella consueta stanza dei bottoni, a pochi istanti prima del fischio d’inizio, ho trovato la sorella del Minao con un penna e un foglio di carta in mano che segnava beatamente le pizze di ciascun ospite da ordinare telefonicamente. Altri due appollaiati sul terrazzino a discutere allegramente dei cambiamenti climatici e il Minao inebetito al computer a cercare il numero di telefono della pizzeria, ma che intanto si era lasciato sedurre da un sito culinario e in particolare dalla ricetta dei nuovi muffin al cioccolato bianco.
“Scusate il disturbo, sta per iniziare la partita col Carpi!” ho rimarcato. Diffidenza, risa ironiche, sguardi di compassione e “che pizza preferisci?” intorno a me. Nessuna attenzione. Dire Carpi è stato come dire Cormons. 
– Nel sedermi al solito posto, ho sperato e pregato che i giocatori avessero tutt’altro spirito e non si fossero lasciati influenzare dal clima distaccato e snob che aveva investito me fino a quel momento.
– E niente. Vorrei essere nato stanotte così mi sarei evitato i tiri a giro sul terzo anello di Insigne e non avrei ammirato Valdifiori con la sua velocità di gambe simile ad una quaglia e la sua velocità di pensiero simile ad una millefiori. Non avrei visto Hysaj che ha dimenticato le folate assassine di domenica scorsa. I cross sono stati precisi come le traduzioni del Mattino; gli è mancato solo il tacchetto classico e poi sarebbe stato un perfetto Maggio; non avrei visto Rocchi che si è ricordato di essere Rocchi ed ha ammonito Kulì per fallo di petto e non avrei visto Mertens che chissà come, quando parte titolare, sembra avere il dribbling ubriacante di Berrettoni.
– Vorrei essere nato stamattina così non avrei visto la partita e non mi sarei incavolato per questo 0-0. Non mi si sarebbero bruciate le parti superficiali delle natiche, nonostante gli idranti abbiano tentato di rinfrescarle e non avrei visto esultare Hastori, il cui nome mi ricorda un difensore che tanto amo.
– Non avrei visto Lasagna, Letizia, Zaccardo, Bubnjic, Lollo, Cofie e Fedele fermare Higuain, Hamsik,  Martens e Insigne. Non avrei goduto dei falli inutili di Kulì e non avrei notato Mbakogu, il sosia di Suazo. E non mi sarebbe venuta in mente la nenia infinita di Vasco Rossi a sentire il nome Cofie. “O cofie, cofie, cofie…” mi ha praticamente tormentato per tutta la partita. E se ci penso adesso, ancora mi va in pappa il cervello. 
– E soprattutto, vorrei essere nato ora perché così le pizze non mi sarebbero andate storte, non avrei fatto i conti con risa ironiche, sguardi di compassione e pacche sulle spalle e non avrei visto né sentito tutte le cavolate dei giorni scorsi sulla partita contro Juve di sabato. Sabato. Cioè, dico, sabato. Mentre ieri c’era il Carpi. Ma sembrava proprio che non fregasse a nessuno. Fino a ieri. Come se il Carpi fosse una squadra di ombre. Non esistesse.
 – In realtà non tutto è da buttare, lo so, gli emiliani si sono difesi con la cardarella e il mazzuolo e non era facile scardinare il muro bianco, ma ancora avevo gli occhi a cuoricino per i 5 palloni alla Lazio, mi aspettavo la ricetta giusta e speravo che questo stato d’animo non ci abbandonasse. E invece è uno 0-0 che ha troppo il sapore aspro dell’ennesima occasione sprecata. Mi pare di rivivere vecchie sensazioni. Dalle stelle alle stecche. “Hueste pihhole sono la nostra perenne hroce”. Carpi esiste.
– Vorrei nascere sabato così mi eviterei anche la storia del modulo che stavolta non ha funzionato, i processi e le dodicimila valide motivazioni per le quali avrebbe dovuto giocare Jorginho e non Millefiori. Mi eviterei volentieri anche Vincenzo e tutte le chiacchiere da bar fino a sabato. Sabato, sabato, sabato. Sto impazzendo. Sta diventando un’ossessione tipo Toffee di Vasco.
– Sì sabato, va bene, ho capito, mi arrendo. Parliamo un attimo di sabato: vorrei una risposta (sul campo), vorrei 11 Blanchard, Chiellone ubriacato da Berrettoni, tre punti e per riprendermi, un paio di muffin al cioccolato bianco. Va bene? Qualcuno conosce la ricetta? 
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani
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