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La lezione di Inler: un calciatore che a Napoli ha dato meno del previsto ma da lui mai una protesta, mai una polemica

La lezione di Inler: un calciatore che a Napoli ha dato meno del previsto ma da lui mai una protesta, mai una polemica

Caro Napolista, il calcio moderno, è storia nota, oramai da anni ha abbandonato la sua antica vocazione sportiva e procede a grandi falcate verso la spettacolarizzazione “sensu strictiori”. Del resto, da Berlusconi in poi, non desta certamente più alcuna sorpresa il fatto che uomini formatisi nel cosiddetto “mondo dello spettacolo”, fiutandone l’affare, si quotino per reggerne le fila.
Un mondo tutto luci, cerone e paillettes, irretito sempre più da contratti imperscrutabili, da infinite clausole, dove si spostano vorticosamente quantità inimmaginabili di denaro, in spregio alla crescente vecchia e nuova povertà.
Un mondo, quindi, che vede l’affollarsi d’impresari, piuttosto che cultori di calcio, dove si può essere costretti perfino ad indossare ridicoli costumi, come dei guitti, pur di soddisfare i gusti discutibili di sponsor e finanziatori, al cospetto di giornalisti per nulla sconvolti.
In questo mondo, c’è ancora un ragazzo del sud, sì del sud, che nel momento del commiato da una città che in questi quattro anni ha sentito come sua, riesce a commuoversi e a commuovere.
Io sinceramente credo che Gokhan Inler in queste quattro stagioni non abbia espresso al meglio
il suo talento, anche se, è bene ricordarlo, gli unici trofei vinti in questi anni recano anche la sua firma. Ma allo stesso modo, duole dirlo in questo momento, Napoli (e il Napoli) non si sono resi conto dello spessore umano di questo ragazzo. Mai una protesta, mai una polemica, sempre pronto a dare il suo contributo.
Povero Gokhan, devo ammetterlo, mi sono sempre chiesto in tutti questi anni cosa avrai pensato mentre indossavi quella orribile maschera. Nonostante tutto, nel fare le valigie hai avvertito il bisogno di testimoniare il tuo ringraziamento a questa città, che certamente percepivi anche come tua, con un gesto d’amore, come nessun altro prima di te ha saputo fare.
Gokhan Inler, come dire, il turco napoletano che è dentro ognuno di noi.
Francesco Ciaramella

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