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Sky non è juventina, è una tv commerciale e quindi tifa per i suoi abbonati. Anche per quelli del Napoli

Sky non è juventina, è una tv commerciale e quindi tifa per i suoi abbonati. Anche per quelli del Napoli

Caro Napolista, ho notato, sia tra gli articoli sia soprattutto spulciando tra i commenti dei lettori, un’accusa pochissimo velata sulla juventinità di Sky Sport, che, per riflesso opposto e contrario, diventa anti-napoletanità (riferita al mondo del pallone, naturalmente, non alla città di Napoli e ai suoi abitanti).

Mi sembra un’accusa abbastanza infondata e che si giustifica solo con le caratteristiche proprie (e genetiche) del tifoso passionale e per questo cieco (all’obiettività, all’analisi delle cose senza pregiudizi e preconcetti) e fobico (tutto ciò che è juventino è – volendo trovare una parola forse volgare ma che esprime bene il concetto – merda!; tutti ce l’hanno col Napoli…l’arbitro era sicuramente in malafede…ecc. ecc.).

Non sono uno stipendiato Sky (magari!) anzi si può dire che una parte del mio stipendio, da anni, la verso nelle loro casse: per vedere le immagini televisive più belle e suggestive del calcio ed anche degli altri sport, per ascoltare commentatori che hanno dato un’impronta diversa al mestiere di fare il “telecronista sportivo” (Maurizio Compagnoni, Caressa a chi piace, Massimo Marianella per il calcio inglese) dopo il monopolio Rai durato per anni o gli autori di trasmissioni più innovative, più “colte” sul calcio (Alessandro Bonan, Buffa) dopo anni ed anni di Biscardi e dei suoi discepoli.

Da vecchio utente di Tele+, ho seguito Sky sin dai primi passi e quindi, in tanti anni di osservazione, ho capito due o tre cose che ribaltano un po’ i concetti espressi sul Napolista e di cui dicevo all’inizio.
Sky è la vera televisione commerciale, ma non per tutti, solo per chi la paga. E poiché i napoletani con decoder e abbonamenti sono sempre stati un numero rilevante, al pari dei vari tifosi di Milan, Inter e Juve che oltre al bacino delle loro città, attingono da tutta la Penisola, visto che sono le squadre più “tifate” al Nord, al Centro ed anche (e soprattutto) al Sud, hanno goduto delle attenzioni della emittente sempre, anche quando il Napoli è ripartito dalle serie inferiori, con le partite di Serie C che venivano trasmesse come “eventi”, si avvalevano dei migliori telecronisti, delle stesse tecnologie previste per le partite tra le prime della classe dell’epoca.

C’era l’inviato fisso di Sky a seguire il Napoli che ripartiva dal basso con la speranza di tornare grande (e quindi, commercialmente, di tornare ad essere un prodotto più appetibile, più spendibile, un moltiplicatore di fatturato, in sintesi).

Il gol di Varricchio veniva urlato ed esaltato con la stessa caratteristica enfasi di un gol di Cristiano Ronaldo. E inoltre, a differenza di tante altre realtà calcistiche, al Napoli venivano riservati anche dei cd. “speciali”, con lunghe interviste a calciatori, o con protagonisti i tifosi, con il loro colore, la loro genialità, la loro irresistibile espressività.

A Sky, insomma, il loro prodotto lo sanno vendere bene. E se l’avvenimento calcistico è una partita del Napoli, saranno tutti gran tifosi del Napoli, a stento si accennerà alla squadra avversaria (una purtroppo inevitabilità formalità, perché qualche abbonato che tifa per quella squadra pure ci sarà). Ma naturalmente parliamo di squadre che si trovano alle spalle della nostra nella virtuale classifica data dagli abbonamenti: dal Cittadella alla Fiorentina, dal Lecce al Bologna, dal Torino al Crotone.

Quando però l’avversario del Napoli è una squadra che lo precede in quella classifica di cui si diceva prima (Juve, Inter, Milan), logicamente il discorso cambia.

C’è Juve-Napoli? L’esaltazione, l’enfasi, anche un pò a scapito dell’obiettività, saranno maggiormente per la Juve (che ha più abbonati, porta più soldi), così come potrebbe avvenire pro Milan o pro Inter (noi ci riscattiamo dalla Lazio in giù).

Naturalmente c’è anche la professionalità: al fianco della linea “aziendale” c’è una linea “calcistica” che unisce quelli che amano il pallone (noi tutti): telecronisti che si esaltano se vedono la grande giocata (indipendentemente dal colore della maglia), si emozionano per una partita spettacolare e avvincente.
Quando questi due aspetti coincidono, come nel caso degli ultimi quattro anni in cui in Italia ha dominato la Juventus (coi suoi campioni, perché tali sono i Buffon, Pogba, Tevez, Pirlo, ecc.) che è anche al vertice della “classifica del buon fatturato”, si parlerà e straparlerà soprattutto di loro, dando l’impressione – che è quello di cui scrivevo all’inizio della mia lettera – che siano tutti juventini: Mauro, Caressa, Bergomi, D’Amico (Ilaria non Vincenzino), Costacurta, ecc.
Vorrei augurarmi (e augurarci) un esperimento: il Napoli di Sarri che dà spettacolo e vince il campionato, per controllare se i sopranominati commentatori e opinionisti di Sky Sport sembreranno tutti dei convinti ed entusiasti tifosi della nostra squadra…e magari criticati altrove per la loro evidente partigianeria!
 
P.S. Un’ultima cosa su Fabio Caressa, che ho percepito non molto amato e stimato dal Napolista. A me personalmente non sempre piace: mi ha emozionato nel commentare la finale del Campionato del Mondo vinto dall’Italia in Germania; lo trovo insopportabile quando rompe con “la maledetta di Pirlo” ad ogni punizione a favore della Juve dalla metà campo in avanti.
È odioso anche quando si erge a giudice supponente e saputone ed ironizza coi sorrisini di sfottò su tecnici come Luis Enrique, Rafa nostro, ecc.

Ma che tutto questo venga scambiato per “juventinità” non credo sia vero. Anni fa, intervistato, confessò che non aveva una squadra del cuore, ma che si ritrovava ad essere tifoso dei “campioni” più che delle squadre. Ha tifato Napoli quando c’era Diego, Milan con Nesta e Shevchenko, Inter con Ronaldo. E se ultimamente i campioni li ha avuti soprattutto la Juve (tanto è vero che ha vinto quattro scudetti di seguito anche cambiando allenatore), conseguentemente, “tiferà” per lei (per i suoi campioni, in realtà), dando l’impressione di essere uno juventino doc.
Pietro Introno
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