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Il ritorno di Reina è la prima ammissione colpa di De Laurentiis

Il ritorno di Reina è la prima ammissione colpa di De Laurentiis
Reina e De Laurentiis

Il ritorno di Pepe Reina nella terra che lo ha adottato conferma il totale cambio di tendenza, approccio e filosofia che la Società Sportiva Calcio Napoli (per adesso in verità presente con il solo presidente) ha messo in atto. Non siamo semplicemente tornati all’era del buon Reja, che pure firmava contratti di un solo anno alla volta, dove si cercavano talenti più o meno nascosti sul mercato. Il tempo in cui si comprava alla corte di Corioni quel ragazzo che sarebbe poi diventato il capitano. Il periodo in cui si presentava in conferenza stampa un giovane argentino dai capelli lunghi e non si riusciva a capire chi avesse le forme più rotonde tra lui e l’allora DS. Quel giovane ragazzo, partendo alla volta della Francia, avrebbe fruttato, qualche anno più tardi, una delle plusvalenze maggiori della storia del Napoli. Come allora, anche adesso si torna a fare la spesa nelle piccole botteghe artigiane nella speranza di trovare il gioiello che il proprietario non è consapevole di avere tra le mani. La società, per scelta e per necessità, ha abbandonato le folli spese nei lussuosi centri commerciali madrileni e si è concentrata sul mercato locale. Sembra, quindi, a tutti gli effetti, un semplice ritorno al passato.

L’arrivo del portierone spagnolo ci dice, invece, che non è cosí. Per la prima volta in dieci anni, infatti, un calciatore che era transitato all’ombra del Vesuvio torna di nuovo a vestire la maglia azzurra a differenza di tutti gli altri che, in passato, avendo mandato messaggi d’amore alla squadra e alla città, erano stati gentilmente rifiutati ed etichettati come “minestre riscaldate”. La scelta di far tornare Reina è probabilmente guidata dalla scaramanzia. Probabilmente è guidata dalla consapevolezza che Pepe è, forse, il miglior portiere che abbia mai vestito (a mia memoria) la maglia del Napoli. Probabilmente è guidata dalla consapevolezza che ‘sti ragazzi hanno bisogno di una guida all’interno del rettangolo di gioco.

Personalmente la leggo come la prima, inaspettata, ammissione pubblica di colpa del Presidente.

Con l’arrivo di Reina, la società torna sui propri passi, ammette l’errore e prova a ricominciare. Con le dichiarazioni di questi giorni, il presidente rinnega l’allenatore uscente (dimenticando, peraltro, che se il Real Madrid non giocava con il centrocampo a due da quest’anno inizierà giocoforza a farlo) e prepara il campo al suo nuovo Napoli “Italiano” come definito in prima sul Corriere dello Sport.

Che questa sia la scelta giusta o meno ce lo dirà solo il campo e, soprattutto, il tempo (se avremo la pazienza di aspettare).

Il dato positivo è che il primo passo verso la guarigione è il riconoscimento del proprio problema.

#forzanapolisempre
Raffaello Corona Mendozza @mendo154

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