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Reina è il perno dell’operazione simpatia del Napoli. Un signor portiere ma attenti alla sindrome “mi ritorni in mente”

Reina è il perno dell’operazione simpatia del Napoli. Un signor portiere ma attenti alla sindrome “mi ritorni in mente”

Pepe Reina torna a Napoli dopo un anno di esilio in Baviera. A 33 anni, l’ex Liverpool ha firmato un contratto triennale con la società di Aurelio De Laurentiis e sarà lui quindi il titolare della prossima stagione.

Reina torna a Napoli in maniera del tutto diversa rispetto a due anni fa. Allora, forse lo ricordate, sbarcò lo stesso giorno di Gonzalo Higuain. E le immagini furono emblematiche: Gonzalo, visibilmente stanco, attorniato dai tifosi e il portiere che prendeva il proprio bagaglio dall’automobile per metterselo a tracolla. Reina arrivò circondato da un cordone di diffidenza. Di lui si ricordavano le non poche papere delle ultime stagioni coi Reds che non a caso lo diede in prestito. 

La diffidenza, però, durò poco. Tra Reina e il San Paolo scoppiò immediatamente l’amore. Sarà per una strana alchimia, sarà perché, come abbiamo più volte scritto, non avevamo mai visto un portiere allenarsi così nel prepartita, più coi piedi che con le mani. Fatto sta che funzionò. Aggiungiamoci la sindrome “mi ritorni in mente, bella come sei, come non sei tu” e il gioco è fatto. Perché va ricordato che con Pepe non è stato tutto rose e fiori. La memoria, ovviamente, è selettiva e oggi appare arduo risalire a giorni in cui l’introverso Rafael – prima dell’infortunio di Swansea – sembrava offrire più garanzie.

Perché, non dimentichiamolo, per due anni Napoli è stata particolarmente esigente. E le prime titubanze Reina le mostrò alla seconda giornata di campionato, a Verona contro il Chievo, subendo due gol che possiamo definire evitabili. Anche alla quinta giornata, contro il Sassuolo in casa (primi punti persi in campionato dopo quattro partite consecutive e primi fischi) quando il missile di Zaza gli passò sopra la testa. E dire che pochi giorni prima Pepe fu il primo portiere a parare un rigore a Balotelli. Ce ne sono state altre di disattenzioni. A Bergamo, in quel 3-0 che parve una tragedia. In casa contro la Fiorentina, con un’uscita a dir poco avvenutorosa che diede il la al gol dei viola. 

Tutto questo non per screditare Reina ma per riportare il dibattito su un terreno più prossimo alla realtà. Anche se lo spagnolo non è mai stato messo in discussione dalla tifoseria né, come pure abbiamo letto, da Benitez. Il suo mancato ingaggio lo scorso anno è stato, alla luce della stagione vissuta, il più grave errore commesso da De Laurentiis. Allora, però, fu troppa la distanza tra la richiesta del portiere (3,5 milioni a stagione) e l’offerta del Napoli. Le parti si allontanarono e sbagliarono entrambe. Il Napoli probabilmente ha pagato le conseguenze più amare. La stagione dei portieri è stata mediocre: Rafael non ha retto la pressione dell’ambiente e si è mostrato spesso insicuro fino all’erroraccio di Palermo; non è andata affatto meglio con Andujar, subentrato al brasiliano a furor di popolo e responsabile di tanti gol presi, da Empoli a Parma fino a quello di Parolo nella sfida decisiva contro la Lazio. Il pensiero di tutti è stato che con Reina avremmo avuto una decina di punti in più in classifica.

Nella vita, però, sappiamo che il tempismo è importante. Il ritorno di Reina non equivale alla permanenza di Reina. Pepe torna dopo una stagione negativa. Tra Neuer, infortuni ed espulsioni, di fatto non ha giocato mai col Bayern. Torna a Napoli perché alla sua età un contratto triennale, a quelle condizioni, non si butta via. E De Laurentiis ha il proprio tornaconto. Il principale problema del presidente è provare a ricomporre la frattura con la piazza e nessuno più del portiere bravo coi piedi può interpretare al meglio il ruolo di anello di congiunzione. È un matrimonio d’interesse, non solo d’amore.

Se il fisico lo sorreggerà, si rivelerà comunque un ottimo acquisto. Anche per il ruolo di Pepe nello spogliatoio. Altrimenti sarà importante scegliere bene il secondo portiere. Sembra che Giuntoli, il direttore sportivo che non firma il contratto ma lavora per il Napoli, sia interessato a Sportiello: un buon nome. Perché, si sa, adesso è tutto un friccichio, un tripudio di baci e di dichiarazioni d’amore per il ritorno dello spagnolo ma, ai primi inconvenienti, del romanticismo si perderanno le tracce. Una cosa sono gli amori estivi, un’altra i rapporti che devono resistere al lungo inverno sia pure napoletano.
Massimiliano Gallo

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