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«Per un napolista a Parigi, Napoli è l’odore del mare»

«Per un napolista a Parigi, Napoli è l’odore del mare»

“Quanti anni ho? Mentalmente 17, fisicamente sto cchiù allà che accà”. Si presenta così Marco Cesario, “giornalista delle cause perse”, specializzato nei temi del Mediterraneo e del Medio Oriente arabo-musulmano. Abita in Rue de la Santè, a Parigi, proprio davanti alla prigione omonima. Si è trasferito nella Ville Lumiére sette anni fa, per studio e lavoro, ma “ogni tentativo di departenopeizzazione è miseramente fallito”, specifica.

Adora le linguine allo scoglio e impazzisce per il blu oltremare, “quello delle giornate di primavera piene di vento al largo tra Capri e Massalubrense. Di Napoli gli manca “‘o burdell”, le voci, la gente, il traffico e il motorino contromano”. Beve caffè Kimbo o Passalacqua importato da Napoli preparato in casa con la macchinetta: ci tiene a specificare che a Parigi “‘o cafè nunn’o’sann fa’”.

La leggenda napoletana che lo affascina di più è lo scioglimento del sangue di San Gennaro, anzi, “le bestemmie se il sangue non si scioglie”. È legatissimo a via Netti, dove è cresciuto, ad uno sputo dal San Paolo, dove con gli amici giocava con il Supersantos in strada fino a notte inoltrata: “Il portiere di un palazzo lì vicino, Antonio, giocava a pallone con noi, lo soprannominammo ‘Madonn ‘Nto’ perché la sua specialità era il tiro di collo esterno destro. Il pallone finiva spesso nel giardino di tal Brodelli, che puntualmente ce lo bucava. Per rappresaglia, di notte, noi gli buttavamo patate, scorze di melone, banane marce, buste di latte, arance con i raudi dentro che esplodevano davanti alla finestra. Una volte un mio amico lanciò un fasciatoio e io un vasetto di vasellina di un ginecologo che abitava sotto da me. Ancora oggi c’è il segno sul muro. Chiunque passa si ricorda e dice ‘Maronn Brodelli!!’”. E a Piazza San Domenico, dove si suonavano i bonghi e si giocava a pallone da ragazzi e il Lungomare liberato, “che quando io stavo a Napoli pareva la tangenziale”.

La sua prima partita al San Paolo è stata Napoli-Ujpest Dosza, nel 1990: 3-0 con gol di Maradona in stop e rovesciata, uno dei più bei gol di Diego. Lo stadio, per lui, è come il Vesuvio: “Ad ogni gol esplode”.

Dice che per un emigrato a Parigi come lui il Napoli rappresenta l’odore del mare: “Il Napoli è un prolungamento del Corpo di Napoli, affonda nelle viscere della città, per questo il napoletano juventino è curnuto”, spiega. È convinto che il Napoli finirà il campionato terzo; il giocatore che gli piace di più è Higuain: “Lo so che è incazzoso, apparentemente freddo, nervoso, ma ha classe e potenza – spiega – E poi segna sempre nelle competizioni importanti con gol mai banali. E poi Insigne, perché è genietto e scugnizzo ed il turco-napoletano Inler perché i turchi sono compagni, come gli algerini”.

La partita la vede al Bois de Boulogne, con una parte del Club Napoli Paris San Gennar. Venuti qui a passare la domenica, in ritardo, hanno deciso di non rischiare di perdere il primo tempo nel tragitto in metro e si sono attrezzati con lo streaming sul telefono in riva al lago.

Marco indossa la maglia del Napoli. Al gol di Callejon poga nel verde e urla a squarciagola facendo tremare tutti gli alberi del parco. Intonano tutti “Hay y està, Callejon”. L’autogol di Balzano è salutato con lo stesso calore, soprattutto per l’assist di Hamsik. I parigini non capiscono perché dodici pazzi urlano davanti a un telefono imbracciando una frittata di maccheroni. Poi il gol di Gabbiadini e i contatti Napoli-Francia si interrompono. Non sapremo mai (non subito, almeno) se la compagnia napoletana a Parigi sia morta di felicità o si sia gettata nelle acque del lago per festeggiare, o se abbiano raggiunto il resto della truppa al Bambolina, quartier generale del Club. Certo, saranno felici come tutti noi. Ce li immaginiamo intonare il loro classico coro “Tutti avanti ehhhhh, Tutti indietro ohhhh, tutti a destra ehhhhh, tutti a sinistra alé alé” oppure “Sempre con te sarò lalalalala, sempre con te sarò lalalalala, sempre con te sarò e sarò sempre con teeeeeee”. Immaginiamo Marco che beve e canta finché la voce gli diventa roca. Noi, da Napoli, cantiamo con voi. Forza Napoli a Parigi. E un saluto a Luca Picardi, presidente del Club. Ad maiora.
Ilaria Puglia

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