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Se avessimo perso su rovesciata di Quagliarella, non starei così male. Come si fa a non marcare Glik?

Se avessimo perso su rovesciata di Quagliarella, non starei così male. Come si fa a non marcare Glik?

Il mio Torino – Napoli

– Generalmente mi diletto nella scrittura all’alba del giorno successivo alla partita.

Si vinca o si perda. Per evitare di lasciarmi coinvolgere completamente dall’emotività del momento. Per evitare di consegnare una filastrocca che inizi e si concluda con un lungo e tedioso “alè oh oh” oppure un cofanetto zeppo di rabbia e di letame.

– Ecco, questa è la classica partita in cui quel momento potrebbe anche durare giorni e giorni.

– Stamattina il mio umore è esattamente lo stesso di ieri sera prima di addormentarmi. La notte, il sonno, gli incubi non hanno alleggerito di un milligrammo il quintale d’ira che mi si è appeso in corpo prima della consueta preghierina a Sant’Aurelio.

– Di che colore è la mia bile?

– Il Torino è una squadra che ho sempre seguito con simpatia. Per il cuore e per vicissitudini assai simili alle nostre. E poi, quando si parla di storia del calcio, automaticamente penso al Torino e al Genoa. 

– Così, senza sfogliare almanacchi, il Torino mi ricorda Pulici e Graziani; mi ricorda Dossena, Bonesso e Torrisi; mi ricorda la buca di Maspero; mi ricorda Junior e Schachner; mi ricorda Lentini, Aguilera e Casagrande e la sedia di Mondonico alzata ad Amsterdam nella finale di Uefa persa con l’Ajax; fino ai giorni nostri con l’impresa di espugnare il San Mames e “vendicare” la nostra eliminazione col Bilbao.

– In questi giorni sul web ho anche letto di attestati di stima reciproca tra i tifosi, quasi da far pensare a una sorta di gemellaggio nascente.

– Sono bastati 90 minuti per polverizzare simpatie, ricordi ed almanacchi. Per non parlare di ipotetici gemellaggi. Mi risulta difficile pensare a calorosi abbracci con dei piemontesi che sino all’altroieri se la intendevano con i veronesi. Mi risulta difficile anche perché nelle mie due trasferte (in tribuna) in riva al Po, sponda granata, tra le cose più gentili che ci hanno gridato ricordo: camorristi, ladri, straccioni, mantenuti, colerosi, sporchi, puzzate, dovete morire, Vesuvio e Hiroshima, ecc.ecc.

– Dopo 2 minuti il riecheggiare di quell “odio Napoli” e “noi non siamo napoletani” ha fugato ogni mio dubbio. 

– Se avessimo perso per una sforbiciata di Quagliarella non starei così come ora. Avrei imprecato una mezz’oretta per poi alzarmi ed applaudire. E così sia.

– Se avessero segnato Meggiorini, Barreto e il solito Bianchi o se avessero segnato EL Kaddouri e Amauri, i classici ex, non starei così come ora. Avrei bestemmiato per un paio d’ore, avrei avuto difficoltà a digerire per poi riprendermi e così sia.

– Se avessimo (non) giocato come contro il Milan; se avessimo perso a causa di un autogol di Zuniga di tacco o a causa del collaboratore talpa di Tagliavento; se pure la partita l’avesse decisa lo scellerato poliglotta Mazzoleni o un tiro da centrocampo di Gazzi (dico, Gazzi) in mezzo alle mani di Rafael, no, non starei così come ora. Avrei gettato la televisione dal terzo piano, avrei litigato con l’intero palazzo per poi dormirci su, raffreddarmi, accettare gli eventi e così sia.

– Non riesco a capacitarmi. Il Torino avrebbe potuto segnare nel primo tempo con Martinez che da pochi passi l’ha spedita in braccio alla Cristofoletti. Oppure con El Kaddouri che dalla lunetta ha strozzato la palla su una ribattuta. Avrebbe potuto segnare se fosse stato più preciso nell’ultimo passaggio o su un cross di Peres Pinocchio che ieri nei primi 25 minuti ha fatto ammattire Strinic.

– Non riesco a capacitarmi. Il Torino nonostante giochi bene, ha uno dei peggiori attacchi del campionato ed ha costruito i propri risultati grazie ad una peculiarità: le palle inattive. E in particolare, quelle che finiscono sulla zucca di Glik.

– Senza rigori e senza reti scaturite da calci da fermo, i granata avrebbero gli stessi gol del Chievo che su 30 partite, 25 si concludono 0-0.

– Non riesco a capacitarmi. In una fase in cui il Torino non riusciva più a spingere, come si fa a concedere un calcio d’angolo quando il giocatore granata più vicino alla nostra porta è a centrocampo? E soprattutto, come si fa a prendere gol da corner e marcare Glik a 5 metri? 

– Non seguire Glik da un corner è come dimenticare di mettere il portiere su un rigore, è come schierare in difesa Vidic, Ranocchia e Juan Jesus e sperare di non prendere gol, è come accumulare 100 milioni di debiti e pretendere che qualcuno ti salvi.

– Il Napoli non avrebbe meritato di vincere sino a quel momento. Dopo un primo tempo scialbo ed attendista e con solo un paio di conclusioni degne di nota (Hamsik da lontanissimo che ha a sfiorato l’incrocio e bomba centrale di Higuain) ormai la partita si stava incanalando come si voleva. 

– L’ingresso di Gabbiaridi, un pressing molto più costante da parte di tutta la squadra e probabilmente le scorie di Bilbao avevano fatto indietreggiare il Torino di almeno 15 metri. Con mezz’ora davanti, il colpaccio si poteva pure concretizzare. Invece…

– Invece il Torino ha sfruttato i due regali gentilmente offerti da Kulì ed Albiol ed ha saputo soffrire nel finale incassando una vittoria meritata.

– Anche in altre occasioni il Napoli ha scelto di giocare con tutti gli uomini dietro la linea della palla, italianizzandosi, per poi colpire in contropiede o con una giocata del singolo. È accaduto a Firenze, con la Lazio, col Chievo. In quei casi si è parlato di cinismo e di maturità della squadra. 

Purtroppo, quando si perde, non ci si può appendere nemmeno alla prestazione. E si parla invece di disastro.

– Il Napoli ha reagito dopo il gol di Glik, ha colpito un palo con Gabbiaridi su punizione, ha sfiorato il pareggio con una girata di Higuain da favorevolissima posizione terminata tra le braccia di Spock, ma ormai la gara aveva preso una piega che neanche Zapatone avrebbe potuto modificare. 

– Se la Roma fosse a 10 punti, mi verrebbe da dire che in realtà è cambiato poco. Nonostante Fiorentina e Lazio si siano avvicinate. Ma il fatto che si ripeta questa discontinuità di risultati e che non si sfruttino le occasioni che gli altri ci concedono mi fa imbestialire come un toro. Specie quando si commettono errori grossolani come quelli di ieri.

– Dopodomani c’è la Lazio e questo lungo momento amaro potrebbe cessare. La Lazio per fortuna non nutre le mie simpatie e non credo che in scaletta ci siano possibili gemellaggi. Mi auguro che l’alba di giovedì sia differente da questa. Mi auguro pure un po’ di ciorta e nessun altro regalo.  Mi auguro insomma un Napoli in versione Coppa e soprattutto senza colpi di testa. E così sia. 

Forza Napoli Sempre

La 10 non si tocca
Gianluigi Trapani 

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