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Napoli-Juventus in Danimarca, in una pizzeria di Aalborg

Napoli-Juventus in Danimarca, in una pizzeria di Aalborg

Luigi D’Ambrosio, nato a Pozzuoli 36 anni fa. Adora il ragù, quello denso, “che ci fai la scarpetta col pane mentre bolle in pentola”. Insegna marketing dell’ospitalità turistica allo University College of Northern Denmark. Nel 1999, mentre era in vacanza a Rimini, ha conosciuto una ragazza danese, Bettina Christensen, nel 2001 si è trasferito ad Aalborg e non è più tornato, poi, nel 2008 il matrimonio. Descrive le donne danesi come forti, indipendenti ed intraprendenti, consapevoli di avere pari opportunità rispetto agli uomini.

Racconta che la Danimarca è un paese ben organizzato, con una struttura sociale ordinata, in cui il sistema di welfare crea benessere diffuso. “Qui vivere è facilissimo”, dice: i danesi risultano freddi solo al primo impatto, ma poi sono disponibili ed aperti, basta imparare la lingua e la loro cultura. Aggiunge che, da napoletano, è stato accolto benissimo, nonostante i pregiudizi che pure esistono e che in Danimarca gli italiani godono di un’ottima reputazione.

Il suo rapporto con il Napoli va al di là del calcio: la squadra rappresenta la sua terra, le sue origini. È un rapporto viscerale, come quello tra il Napoli e la città: “Quando vince il Napoli, vince anche Napoli”, perché il Napoli è la voglia di riscatto di un popolo che implode dal desiderio di vittoria.

Di Napoli gli mancano soprattutto la voglia di vivere ed i rapporti umani: “A Napoli si è più spontanei e anche se si ha molto da fare, difficilmente si declina un invito a prendere un caffè; ad Aalborg, invece, la vita è tranquilla ma si dà più importanza al lavoro e si sacrificano spesso i rapporti umani”. In questo stato di cose, spiega, incide molto il clima: “È difficile condurre una vita di “piazza”, ci si incontra o a casa di qualcuno o in un locale, mai all’aperto”.

Al San Paolo è stato per la prima volta il 30 marzo scorso, in curva A, proprio per Napoli-Juve: lo descrive come “un tempio del calcio ma anche come uno stadio in cattive condizioni in età di pensionamento”.

Con il Napoli di Benitez ha un ottimo rapporto, gli piace l’impronta internazionale della squadra, la capacità comunicativa dell’allenatore ed è convinto, al di là della scaramanzia, che finiremo il campionato tra le prime tre. Per riunire i tifosi del Napoli in Danimarca ha creato la pagina Facebook “Forza Napoli Danmark” https://www.facebook.com/pages/Forza-Napoli-Danmark/126115884236453?fref=ts: “Non siamo tantissimi – racconta – ma negli ultimi anni siamo aumentati. È il nostro stadio virtuale”. 

La partita la vede insieme al suo amico Luca di Gennaro, alla pizzeria napoletana Sticchi’s: è qui che la piccola comunità italiana composta da studenti e lavoratori (quasi tutti in Danimarca per amore) si incontra. Sono in pochi, stasera, gli occhi tutti puntati sul televisore, stemperano la tensione con una buona birra danese, la Tristed Bryghus, prodotta a 100 km da Aalborg. La partita scorre nella classica atmosfera nordeuropea: Luigi soffre, ma in modo compito, non si lascia andare a imprecazioni o parole fuori luogo, è calmo nell’analizzare le occasioni mancate, i gol della Juve, è pacato anche mentre prega per un pareggio. Solo al gol di Britos perde l’aplomb: salta dalla sedia, urla come un pazzo, sveglia i due unici clienti che erano lì per mangiare la pizza nel torpore della domenica sera e intona persino il “chi non salta è juventino ohohoh”. Per un attimo torna partenopeo, per un attimo il Vesuvio è nordeuropeo. Giusto il tempo che serve alla Juve per vendicare la Supercoppa. Poi Napoli torna lontana. Qui Aalborg: una tranquilla notte da dimenticare.
Ilaria Puglia

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