Ecco il podcast della settima puntata di Radio Napolista. Una puntata in cui si è discusso del tormentone sul rinnovo di Rafa Benitez, di come sia cambiato il tifo non solo a Napoli. In studio, come al solito, Mario Colella (padrone di casa a Radio Shamal col regista Luigi Di Chiara), Ilaria Puglia, Massimiliano Gallo. Interventi telefonici di Mimmo Liguoro e dello scrittore di fantascienza Giovanni De Matteo. Liguoro ha ricordato le imparate di creanza che Monzeglio impartiva ai tifosi del Napoli e si è poi soffermato in modo molto lucido sui mutamenti del pubblico negli stadi: “La violenza come tale è cominciata con sue caratteristiche diverse da quelle di oggi alla fine degli anni ’50, invasioni di campo contro il Bologna, il Genoa e qualche altra. Il Napoli perdeva partite strane, un po’ si dava colpa agli arbitri. Le inferriate venivano scrollate, abbattute e la gente invadeva il campo inseguendo l’arbitro fin negli spogliatoi. Ci fu uno scontro con la polizia, durissimo, con manganellate, il giorno dopo uscì la foto del barbiere di Posillipo, capo gruppo tifosi, con il viso insanguinato su un quotidiano cittadino. Si agiva in maniera sbagliata, con violenza contro violenza, si reagiva sul piano sportivo. Oggi invece molte situazioni incresciose nello stadio hanno altre motivazioni, parapolitiche, parasociali, la scontentezza dal punto di vista economica, c’è tutto, anche l’infiltrazione di ribellione nei confronti dell’assetto sociale, la parte peggiore di queste pulsioni, perché la pulsione sociale si esprime in altri modi, con altri obiettivi e non può esprimersi negli stadi”.
Tema su cui si è soffermato anche De Matteo: «L’analisi di Liguoro è ineccepibile. È un fenomeno che negli ultimi tempi sta tornando alla ribalta, dopo anni relativamente tranquilli si assiste oggi – vedi l’ultima e tragica finale di Coppa Italia – a una recrudescenza del fenomeno ed è paradossale dover parlare di questo di fronte a una cosa che dovrebbe essere vissuta solo come una passione. Se uno è appassionato di sport dovrebbe capire anche cosa è lo sport, che non è vittoria a tutti i costi. La vittoria è l’obiettivo ma se non arriva non bisogna degenerare». De Matteo ha definito Koulibaly il più fantascientifico tra i giocatori del Napoli.