È inutile negarlo. Un po’ d’invidia c’è stata. Non solo perché loro in Champions ci sono e noi no. Non tanto perché quel grido (de ceeeeempiooons) lo hanno copiato e noi abbiamo dovuto ascoltarlo. Ovviamente non per il risultato. Ma per il tifo sì. A parte il fatto che uno stadio pieno ha sempre il suo fascino; uno, a forza di vederli semivuoti (anche da noi, ultimamente) se ne dimentica. E l’Olimpico pieno è sempre uno spettacolo: 63mila spettatori. E passi. Ma non passa quella sensazione d’invidia nel sentirli incitare persino sullo 0-5, dopo quei gol a valanga che avrebbero abbattuto un toro; con la tua squadra impotente che sembra implorare all’avversario di fermarsi. È la sensazione più brutta che un tifoso possa provare, la sensazione di inferiorità e di impotenza, la certezza che nulla potrà invertire il corso della partita. Loro, i tifosi della Roma, non si sono mai fermati. Anzi, hanno gridato più forte e hanno intonato quel motivetto che una volta al San Paolo metteva i brividi: “Vinceremo il tricolor”.
Oggi Garcia ha detto: “Anche se fa male abbiamo già rialzato la testa. Possiamo qualificarci, i nostri tifosi ci hanno dato tanta forza”. In verità i tifosi della Roma lo fecero anche a Manchester, continuarono a cantare con le lacrime agli occhi. Anche Pallotta, sul sito ufficiale della Roma, li ha elogiati: «Purtroppo è una di quelle brutte giornate. Nell’arco della mia vita, guardando i Boston Celtics, ho già vissuto molte giornate del genere in quella strada che ci ha portati a vincere 17 titoli Nba. Un giorno non cambia nulla, sono incidenti di percorso nella strada che porta alla gloria. Ho visto un video dei nostri tifosi dopo la partita, mi ha fatto piangere. Siete i migliori al mondo, sono molto orgoglioso di far parte della Roma».
Per noi, che ultimamente guardiamo il Napoli in uno stadio semivuoto, e che quando è stato pieno (contro il Bilbao) lo abbiamo fischiato, è una lezione da incassare. Oggi siamo lontani anni luce dalla loro compattezza. La speranza è che presto potremo tornare a vivere una serata come quella dello scorso anno contro l’Arsenal, magari con un risultato diverso.