Platini e il razzismo: «L’Europa del calcio del maschio bianco e machista è finita». Il riferimento a Tavecchio (senza citarlo)
“Colui che è recentemente diventato presidente della Figc (Carlo Tavecchio, ndr) ha espresso frasi che hanno provocato stupore e riprovazione. L’Uefa ha deciso di aprire una inchiesta, una istanza disciplinare, deciderà in merito a questo tema e non tocca a me pronunciarmi”. Così il presidente dell’Uefa, Michel Platini, nel discorso d’apertura della 4/a conferenza ‘Respect […]

“Colui che è recentemente diventato presidente della Figc (Carlo Tavecchio, ndr) ha espresso frasi che hanno provocato stupore e riprovazione. L’Uefa ha deciso di aprire una inchiesta, una istanza disciplinare, deciderà in merito a questo tema e non tocca a me pronunciarmi”. Così il presidente dell’Uefa, Michel Platini, nel discorso d’apertura della 4/a conferenza ‘Respect Diversity’ a Roma sul tema della lotta al razzismo, alla discriminazione e all’intolleranza nel mondo del calcio.
”La via e’ lunga, ma persevererò nella lotta alla discriminazione”
”In Italia ci – ha detto il presidente della confederazione europea del calcio – sono state diverse controversie sul tema del razzismo. Il Milan ha abbandonato il campo durante un’amichevole per gli insulti a un suo giocatore, e anche Balotelli si è lamentato dei comportamenti di certi tifosi”. ”La via – ha proseguito Platini – è lunga e ci saranno tranelli, ostacoli, opposizioni ma prometto che persevererò sempre perché il calcio include, accoglie e integra. Non discrimina e perseguita, è un fattore di progresso per la società. Questo è il mio programma”.
In Europa mai più football bianco e machista
“Il calcio è un esempio straordinario della società mista e delle diversità, come si può vedere da un campo di periferia a una partita di Champions. L’Europa del calcio del maschio bianco e machista è finita e per fortuna non tornerà”. Lo ha detto il presidente della Uefa, Michel Platini, aprendo a Roma i lavori del Respect Diversity 2014, la conferenza organizzata dall’organo di governo del calcio europeo per favorire la lotta al razzismo, alla discriminazione e all’intolleranza nel calcio. “La conferenza che ho l’onore di presiedere è la quarta di questo tipo in undici anni e né io e né la Uefa pensiamo di poterci inorgoglire di questa ripetizione – ha rilevato il numero uno del calcio continentale -. Dobbiamo essere onesti, è la constatazione di un fallimento: il razzismo in tutte le sue forme appartiene sempre al presente delle nostre società e del calcio tuttavia la Uefa è la prima organizzazione sportiva a mettere all’ordine del giorno sistematicamente la lotta a questi flagelli”. Platini ha spiegato quindi che il “calcio è il riflesso fedele delle correnti d’idee del nostro continente. Lo specchio un po’ deformante ma fedele della nostra società che rispecchia qualità ma anche difetti, fenomeni negativi come l’onnipotenza del denaro e l’arroganza dei ricchi”. “Bisogna riconoscere – ha aggiunto – che in Europa del Nord e del Nord-Ovest si sono resi conto prima che il nostro sport non poteva restare indifferente. E che il calcio poteva rispondere al meglio a questo flagello”. Nel suo discorso ai delegati della conferenza ‘Respect Diversity’ organizzata a Roma, Platini ha poi sottolineato il ruolo del calcio come buon esempio per la società in termini di diversità, e come fattore di educazione per punire chi trasgredisce. “Il calcio è estremamente popolare, tocca la passione di centinaia di migliaia di giovani, riempie i loro sogni e frequentemente anche le loro apsirazioni. Ovviamente, questa straordinaria popolarità porta con sé responsabilità che vanno ben oltre il calcio – le parole del presidente dell’Uefa -. Il fatto stesso che sia seguito da un pubblico così vasto significa che il calcio ha il compito di convogliare valori che aiutino a rendere la società più tollerante nei confronti della diversità. Deve fare da buon esempio”. “Chi governa il nostro sport deve proteggere i giocatori da qualsiasi forma di discriminazione in quello che è, a tutti gli effetti, il loro posto di lavoro – ha aggiunto Platini -. Questo semplicemente perché i giocatori, come esseri umani, hanno diritto a essere rispettati. ‘Respect’ è il nome della campagna che ho lanciato sei anni fa per fermare in tackle – dato che stiamo parlando di calcio – i mali che spesso affliggono il nostro sport. Al centro della nostra preoccupazione c’è, ovviamente, la discriminazione”.
(Ansa, www.ansa.it)











