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Gaucci regala rose rosse al sindaco Iervolino

Gaucci regala rose rosse al sindaco Iervolino

7 agosto 2004

Al fallimento di 5 giorni prima subentra il caos. Per la cifra di 46 milioni da versare in 5 anni il tribunale ritiene di aver venduto il Napoli a Luciano Gaucci. Ordina di farlo giocare in B, altrimenti chiederà il blocco del campionato. Gaucci a sua volta ritiene di aver comprato accettando le richieste di Castelcapuano: rinuncia al fitto del ramo d’azienda e via a un vero e proprio acquisto, con alcune condizioni: nel consiglio e nel collegio sindacale dovranno esserci persone scelte dal curatore.

Ma la Figc, nel giro di pochi minuti, replica con due lanci in agenzia, ricordando che il Calcio Napoli non esiste più e che il titolo sportivo non può essere ceduto. Rammenta che le vie sono due: i campi dei dilettanti o la C1 con il Lodo Petrucci. Per l’autonomia del mondo sportivo, quel contratto fra tribunale e Gaucci è carta straccia. La replica del tribunale è una diffida a Coni e Figc, più un’informativa spedita alla Corte dei Conti. La situazione si ingarbuglia. Ma Gaucci si sente autorizzato ad andare avanti e cambia il nome provvisorio di Napoli Sportiva in Ss Calcio Napoli. Spedisce un mazzo di rose rosse al sindaco Iervolino. Ma il 12 è in programma la compilazione dei calendari: il Napoli dove sarà? “Voglio il Napoli in B per portarlo in A”, insiste Gaucci, che annuncia di voler trasferire in azzurro 25 dei 57 tesserati per le sue squadre: Perugia, Catania e Sambenedettese. Si fa il nome di Salvatore Sarcone, docente a Tor Vergata, per il ruolo di amministratore della nuova società.
Il Ciuccio

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