Gianni Mura: «L’unico ranking che dovrebbe interessare al calcio italiano è quello della civiltà»

(così si conclude l’editoriale del lunedì di Gianni Mura su Repubblica) La banana che a Bergamo hanno lanciato contro Constant. I cori a Livorno contro Giuseppe Rossi. I cori e gli striscioni a Roma contro Napoli e quelli inneggianti allo sparatore Daniele. Tutte cose di cui vantarsi con gli amici. Tutte cose di cui, secondo […]

(così si conclude l’editoriale del lunedì di Gianni Mura su Repubblica)
La banana che a Bergamo hanno lanciato contro Constant. I cori a Livorno contro Giuseppe Rossi. I cori e gli striscioni a Roma contro Napoli e quelli inneggianti allo sparatore Daniele. Tutte cose di cui vantarsi con gli amici. Tutte cose di cui, secondo una corrente di pensiero, i mezzi d’informazione non dovrebbero occuparsi, non segnalarli, non commentarli. C’è stato un periodo lontano in cui scrivere di sport era scrivere di sport, e basta. Ma se si spara ad altezza d’uomo, se si tende a scambiare il razzismo con una goliardata, se si prende di mira un ragazzo appena guarito da un lungo infortunio, se il campionato s’è aperto e si chiuderà con settori degli stadi squalificati, riesce difficile concentrarsi sul ranking europeo o mondiale delle nostre squadre. Pensiamo piuttosto, tutti, a un ranking di civiltà e di pulizia che vede l’Italia del pallone sempre più distante dai primi posti.

A fare da contraltare a Repubblica, purtroppo, c’è il Corriere della sera che in un boxino siglato (l.v.) scrive: «Nessuno striscione nelle curve, se non un paio di solidarietà all’arrestato Daniele De Santis, e i cori contro Napoli (fischiati dal resto dello stadio) piuttosto che l’incitamento alla Roma». Per lui, quindi lo striscione col fascio littorio in difesa di un neonazista che ha quasi ucciso Ciro è normale. E poi non ha visto lo striscione “Napoletani infami”. Sarà stata senz’altro una svista. Per fortuna, il presidente della Roma ha mostrato ben altra civiltà.

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