Ero in Tribuna coi miei figli, mai vista tanta disorganizzazione. Dov’era la polizia?

Signora Presidente, colleghi e colleghe, signor Ministro, in primo luogo vorrei stabilire con parole molto nette e chiare che il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà avversa attivamente, con ogni suo atto e ogni suo pronunciamento, qualsiasi comportamento e azione violenta e discriminatoria, che, ahimè, ormai è usuale dentro e fuori gli stadi. Atti di violenza […]

Signora Presidente, colleghi e colleghe, signor Ministro, in primo luogo vorrei stabilire con parole molto nette e chiare che il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà avversa attivamente, con ogni suo atto e ogni suo pronunciamento, qualsiasi comportamento e azione violenta e discriminatoria, che, ahimè, ormai è usuale dentro e fuori gli stadi. Atti di violenza si sono consumati nel corso di questi anni. Riscoprire la retorica nel corso di una vicenda come questa, a mio giudizio, non fa onore al suo ufficio, perché il suo intervento è stato lacunoso, burocratico e francamente inconcludente.

Credo che, da questo punto di vista, debba essere ripristinata un minimo di verità storica, anche perché lei ha affermato perigliosamente che tutto è andato bene, perché il dispositivo non è stato sbagliato. Caro Ministro, visto che mi associo anch’io al ringraziamento nei confronti di quelle forze dell’ordine che pagano con la propria sicurezza personale il fatto di essere esposti a dispositivi di sicurezza sbagliati, io le voglio dire una cosa: io c’ero, io ero uno di quelli che portava i figli in quello stadio e non nella tribuna d’onore, ma nella tribuna dove si pagavano i biglietti, e ho vissuto direttamente anche la preoccupazione di un padre che deve attraversare delle tifoserie che vengono fatte avvicinare troppo allo stadio.
Le posso dire che, nel 2012, in una finale nella quale si scontravano e si confrontavano Napoli e Juventus, il dispositivo fu totalmente diverso e ci fu un servizio di navette che garantì che non ci fossero cortei lungo le strade, e Tor di Quinto – visto che lei ha mancato di dire questa cosa – era un noto covo di ultras romanisti, visto che quello che era il chiosco abusivo del cosiddetto Gastone, lo sparatore, era ben noto come un ritrovo dell’estrema destra legata alle frange ultras.

Non c’è stata alcuna azione di prevenzione. In questi casi, si chiamano quelli che possono rappresentare un pericolo per l’ordine pubblico prima in questura, e non si espone gente comune ad attraversare le strade senza alcun dispositivo di sicurezza. Quando sono uscito da quello stadio, c’erano solo le forze di interposizione, ma dallo stadio Olimpico fino a Ponte Milvio non c’era neanche un milite. E lei sa cosa voleva dire? Che quel deflusso disordinato e un po’ impaurito poteva essere esposto ad ulteriori ritorsioni, visto quello che era già accaduto all’interno dello stadio. Lei non può assumersi questa impunità.

Lei non può dimenticare che sono state date quattro versioni, quattro versioni diverse nel giro di pochi minuti: da quella che doveva essere l’azione isolata, un regolamento di conti, l’idea che potesse essere un gruppo di facinorosi che assaltava un autobus di napoletani. Lei non ha adottato lo stesso dispositivo del 2012, non ha controllato che venisse garantito il percorso, non ha messo in sicurezza le zone pericolose come quella di Tor di Quinto, non ha fatto prevenzione, non ha contribuito a realizzare quello che è l’elementare controllo ai cancelli, visto che dalla curva del Napoli e anche dalla curva della fiorentina sono stati esplosi petardi e sono state lanciate mazze; cose che sono sotto gli occhi di tutti.
E, poi, le posso assicurare che dove eravamo noi non c’era un posto libero, ma non tra i posti a sedere: sulle scale di emergenza, di sicurezza. Come fa lei a vedere che migliaia e migliaia di persone in più, in soprannumero, possano accedere ad uno stadio, garantendo un minimo di sicurezza a coloro i quali sono dentro quello stadio ? Dentro quello stadio, c’erano migliaia di persone in più e, se ci fosse stato qualsiasi incidente, sarebbe stata una tragedia, di cui lei sarebbe stato direttamente responsabile.
Poi, a proposito del ringraziamento alle curve, visto che io mi considero un supporter moderato, le posso dire che l’atteggiamento di silenzio di un’intera curva, forse, le dovrebbe far sorgere il sospetto che lì c’è qualcuno che le controlla ? Che ci sono dei dispositivi che voi non volete affrontare ?
Il calcio è malato e la sua conclusione del discorso è semplicemente un ossequio a quegli interessi economici che il calcio ha promosso nel corso di questi anni. Da «calciopoli», al doping, fino alla violenza negli stadi: bisogna responsabilizzare le società, non ringraziarle e avere il fermo controllo di quelle che sono le garanzie e i diritti dei cittadini semplici che attraversano le strade di questo Paese. Lei non lo ha fatto, non lo ha fatto in questa occasione, non lo ha fatto anche in altre occasioni dove l’ordine pubblico è stato messo in discussione.
Io penso che tutti noi dovremmo stare al fianco della famiglia Raciti e stare al fianco alle famiglie di tutti quelli che vengono colpiti dalla violenza, ma stare al fianco innanzitutto del ripristino di una leale collaborazione che, innanzitutto da parte dello Stato, deve essere realizzata nei confronti dei cittadini. Cosa che anche oggi è mancata.
Gennaro Migliore capogruppo di Sel

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