A Anna Trieste.
– “Uà, tu parli sempre e solo di calcio. Ma hai altro da dire?”
Bugia. Sono stato un grande appassionato di politica e di religione. Ne ho scritto tomi e trattati. Poi ho smesso di farmi del male. A 7 anni e mezzo.
– Non è vero che a Napoli i maschi hanno il pregiudizio sulle femmine che si occupano di pallone.
Non è vero che se io, durante una partita, dico “uà, che bel cross”, lei si impettisce contenta e mi sbatte davanti alle orbite il reggiseno suggerendomi: però si chiama CrissCross.
Non è vero manco quando dico “è il solito egoista!”, lei si piazza vicino la porta convinta di andare per negozi per un profumato shopping.
Sono tutti luoghi comuni.
– Sono certo che in questo nuovo millennio riusciremo anche a distruggere l’ultimo baluardo maschilista ed affermeremo convinti: il calcio è un gioco anche per signorine.
– Qualcuno potrebbe obiettare. Mi si potrebbe dire: fateci caso, la maggior parte delle donne che parla di calcio a Napoli in tv grida sempre. E poi, mai che dicano qualcosa di positivo. È indice di insicurezza e di complessi e per mettersi in mostra hanno bisogno di criticare. Criticare. Criticare.
Come se la critica desse una patente di competenza.
– Al che io rispondo: beh, potrei essere pure d’accordo, però scusate, a parte la mitica Scozzafava che ne sa più della Carolina Morace, guardatevi una delle trasmissioni sulle tv locali e ditemi chi è che non fa così: opinionisti, allenatori, esperti di mercato, presentatori, ex calciatori… Sembra un pollaio. Fanno la gara a chi strepita di più. Come se un alto decibel desse una patente di conoscenza. A prescindere dal sesso.
– Che poi, il fatto che la mia prima fidanzatina, di origine teutonica, amava Manfred Kaltz (leggasi Calz) è solo una coincidenza.
– Qualcun altro potrebbe dire: sì, però una donna che non ha mai giocato a calcio, non ha idea di come si colpisca un pallone, cosa può saperne di tecnica? Come fa a capire se un giocatore è bravo o meno? Conosco donne che dicono che Dzemaili è forte solo perché è ‘nu bello guaglione.
– A parte che Sacchi e credo pure Benitez, secondo me, un tiro di esterno non lo avranno mai fatto. Manco avranno mai tirato un rigore.
È successo anche a Brivitos.
– Ma io posso pure essere d’accordo però mi ricordo una volta di aver assistito a una partitella tra giornalisti (con qualche presunto allenatore) e il più bravo di essi potrei paragonarlo a Varenne. Correva solo come un ossesso. Il pallone era un aggeggio avulso dal gioco. Oserei dire, quasi un fastidio. Se non sbaglio, tra morti, feriti ed autoambulanze piene, finì 1-0 solo perché il portiere rinviò sul proprio difensore e la palla rimbalzò in porta.
E poi conosco scienziati che ancora oggi vogliono convincermi che Dze Dze sia un fenomeno.
E io stesso, che di esterno qualche volta ho calciato, ho massacrato Fernandez…
– Che poi, il fatto che un delle mie fidanzatine del passato fosse una che vendesse tende ed era innamorata di Taglialatela è solo una coincidenza.
– Jà, molte non conoscono nemmeno la regola del fuorigioco.
Conosco presidenti affermatissimi (quelli che ancora oggi dicono: manco i palloni c’avevamo) che non conoscevano manco il calcio d’angolo e le tre sostituzioni.
– Per me sono le femmine ad avere il pregiudizio che i maschi lo abbiano nei loro confronti. Per comodità. “Vabbè, tanto tutto ciò che diciamo, pensate che so’ sempre stronzate. Ci fate una domanda e si vede lontano un miglio che non ci ascoltate nemmeno. Ci tenete in trasmissione solo per far alzare l’audiance”.
– Per me, è solo una diceria. Le donne possono e sanno di calcio. Spesso anche più degli uomini.
A patto che non abbiano mai ragione.
– Che poi, il fatto che la mia attuale compagna, di origine francese, ami Lacazette del Lyon è solo una coincidenza…
Gianluigi Trapani