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Il 3 Maggio perdiamo /

Mi sveglio presto ma le quattro sono troppo presto anche per me. Però alle cinque devo vedere l’uomo che conclude questa storia. Dopo si gioca, dopo non ci sarà più spazio nemmeno per l’ansia. E quello ha scelto lui di vedersi con me alle cinque del mattino, mattino con la emme minuscola, per piacere. Il posto. La Gajola, un angolo che perfino molti napoletani non conoscono. Ci abitava Marcello Lippi quando allenava qui. Una visione mediterranea. Io fino ad oggi non c’ero mai stato (quella cosa che c’è chi tiene il mare e chi no, a Napoli). Ci si arriva in barca. L’uomo è già qui e dice: “Mettiamoci più sotto la montagna che è più scuro”. Mai avuto interviste così segrete. “Il panzone camorrista” la panza ce l’ha. Non più grande della mia, ma la mia è proprio bella grossa. Porta una giacca scura di lana leggera, una camicia bianca tutta gualcita. Questo tipo non si è ancora coricato da ieri mattina. Vederlo mi è costato mille euro. Ancora lei, Valentina, la bionda, alta segretaria della Maga Prenestina ed escort – non è chiaro quale sia il primo e quale il secondo lavoro – che mi ha parlato di lui e delle sue telefonate su partite che si possono aggiustare e arbitri che si possono gestire. E io, che in queste tre settimane prima della finale di Fiorentina-Napoli sto rischiando di andare al manicomio, accetto di pagare mille euro per questo appuntamento che, diciamocelo, è una barzelletta. “Parlo io, tu stai zitto, tanto lo so quello che vuoi sapere” Abbiamo cominciato bene. Ma la sorpresa è che il panzone non parla male, è forbito, sarà panzone ma non ignorante. Quasi napoletano colto e io mi sorprendo, e che devo fare, mi sorprendo, ci ho gli stereotipi. “Prima che fa giorno ce ne dovremo essere andati da qua e allora dobbiamo fare presto. Tu stai qua perché pensi che io sono uno che aggiusta le partite, che parla con gli arbitri o perlomeno pensi che io so quello che tu vorresti sentirti dire” “E non è così?” “Zambardi’, quanti anni hai?” “Sessantatrè, signor…?” “Che te ne fotte del mio nome? Facciamo che per te sono Vincenzo, Gennaro, fai tu. Io però il tuo vero nome lo conosco bene. Tu ti chiami stronzo” “Eh?” “Ma dico io, tu arrivi alla tua età e non riesci a capire, per due volte e nemmeno una, che Valentina è una che lavora su misura? Tu vuoi sentirti dire che ha conosciuto il camorrista che aggiusta le partite, e lei te lo viene a dire. Tu vuoi sentirti dire che io ti posso spiegare tutto, e tu ci credi e paghi”. “E allora perché siamo qui?” “Per fare un favore a Valentina, della quale io sono un affezionato cliente – è proprio bella eh? Maro’… E poi perché sei divertente. Sei proprio il napoletano che pensa tutto il copione delle cose napoletane, tutte le puttanate di “stanno contro di noi”, “è una congiura”, come no, è sempre una congiura. Tu stai solamente fottuto di paura, nella pancia c’hai come l’idrolitina che ti balla dentro, te la ricordi l’idrolitina quando avevi appena messo la seconda cartina? Ti senti friggere e vorresti capire, per non soffrire più. E invece devi morire. Perché la risposta non c’è, almeno alle domande come le fai tu, la risposta non c’è.” “Niente partite aggiustate? Niente arbitri ecc ecc?” “Tu oltre che a fare il giornalista hai letto troppi giornali, guaglione mio” “Guaglione?” “Guaglione, perché tieni la mentalità del ragazzo. Che poi, se per sabato sera io avevo qualche cosa di importante in mano, te lo venivo a dire te, signor Felice Sciosciammocca mio?” Mi sono arreso. Gli faccio un segno con la mano, come quando per strada dici a quello dietro di sorpassarti. Lui capisce e va. “Ora io ti faccio un ragionamento e tu ci pensi sopra e sabato sera vai allo stadio fottuto di paura come devi fare. Perché su una cosa non ti sbagli. L’aria non è buona. Ma questo te lo dice la mia esperienza, non il fatto che so qualcosa o non so qualcosa. Io sono uno che si è levato di mezzo da tutto, solo perché voglio diventare vecchio, mi voglio godere i nipoti e per questo non mi devono vedere qua con te. Ma l’aria non è buona e io l’aria la sento come il cane da caccia.” “Non ho capito dove vai a parare” “Non capisci perché stai nel posto sbagliato. Lo vedi quello scoglio? Se ci sali fino a sopra, puoi vedere tutto il golfo. Da qua, non vedi niente, solo la superficie del mare. Adesso seguimi bene. Lascia stare “il complotto”. Lo sai chi è che farà il prossimo festival di San Remo?” “Che c’entra, mica che adesso…” “E certamente che non c’è un rapporto diretto con la partita. Ma è un segno che quelli tengono il vento nelle vele. Un altro segno è la simpatia che danno a Montella in televisione. Non lo vedi che lo trattano come se fosse un principino, come un predestinato?” “Non accetto sospetti su Montella, è uno dei nostri…” “Zambardie’, noi non siamo i negri dell’Alabama e tu non sei Martin Luther King, che poi era della Georgia. I napoletani sono sòrici chiatti, topi grassi che mangiano pure loro. ‘Azzo ma allora sei veramente quello che ho detto prima. Nessuno c’entra con niente, il complotto non c’è. Ma devi capire il significato delle cose. La Fiorentina sta in Paradiso, e il Napoli, se proprio lo vogliamo trattare bene, sta in Purgatorio. Perché le città stanno messe così. A Firenze la gente conta, a Firenze ci sono i manager giusti. Da Firenze vengono i politici giusti. I politici. Nessuno alza il telefono e dice a un altro “fai la partita”, non funziona così, ma che ti credi che è una sceneggiata napoletana?” “Mo’ che c’entra Renzi? Io forse lo voto pure” “Non c’entra niente, non c’entrerà niente, anche se andrà alla partita e tutti si sentiranno più importanti perché lui sta là. Voi chi ci mettete in tribuna, Giggino De Magistris che è pure interista e lo sanno tutti? Però, non è solo questo. A Firenze non c’è neanche la monnezza, hanno le loro banche, tengono le cose che funzionano bene” Espira il fumo della sigaretta, volge la testa lungo tutti i 360 gradi per vedere se c’è qualche presenza. Poi continua: “Vai, che piano piano ci arrivi. Ma non nel senso che credi tu. Guaglio’, è un problema di atmosfera. Di sorrisi, di equilibri, di atmosfera. Chi fa casino, chi canta stonato, chi porta problemi, è uno che non va bene. È “antipatico”, è un “caso”. Nel mondo funziona se tu non fai casino” “E Napoli porta problemi” “Riesci a dirmi qual è l’anno negli ultimi trenta che Napoli non ha portato casini? Napoli si allaga. Napoli non è autonoma. Napoli ha la malavita. A Napoli c’è la monnezza. Crollano le case di Pompei. Abbiamo messo la gente a campare col culo sul Vesuvio. Napoli sprofonda. Il Comune tiene i debiti. E a Napoli non c’è più un politico che conta a livello nazionale. Te lo ricordi quello che fece Scotti per Maradona? Dove sta un altro Scotti adesso? Ora, come diceva uno che ci capiva, la domenica si gioca in campo ma per tutto il resto è un affare. E gli affari odiano il casino. Napoli… “È una città che crea problemi” “No, ti avevo sopravvalutato, tu si’ proprio strunz. Non hai ancora capito. Il problema di Napoli è che l’unica cosa seria che in questo momento può vendere siamo noi” “Ma cosa dici!?” “Gomorra” “Gomorra è una produzione seria, vende in decine di paesi” “Ma io mica parlo di quelli che hanno fatto il film e la serie. Una che era la mia fidanzata a Milano e lavorava nel marketing parlava sempre del “concept”. Mettiamola così: noi ci abbiamo messo la materia prima, però è una materia prima che fete, puzza, fa schifo al resto d’Italia. Il napoletano non è più nemmeno “simpatico”, Napoli è monnezza, disordine e… ‘noi’. Solo che noi non siamo proprio presentabili. Eppure siamo l’unico primato di Napoli, pensaci un po'” “E io per questo sono tifoso del Napoli, perché vorrei un altro tipo di primato” “Non puoi separare la bottiglia dal vino che ci sta dentro. Oggi Napoli è questo nel mondo. Ve lo dicono e se non lo dicono lo pensano dovunque andate. Questo è Napoli per l’Italia. Non è merito nostro, è colpa di tutti gli altri che non fanno il loro. Pure l’idea della pastiera industriale si sono fatti fottere. Non ci sono nemmeno più i comici, il comico è quello di Firenze che fa i film buoni. I comici di Napoli non fanno più ridere, perché fanno i napoletani come se li immaginano gli altri italiani, loro dicono che siamo ignoranti e puzziamo e loro fanno gli ignoranti e i fetenti. Totò faceva questo? Massimo Troisi faceva questo? Non teniamo più niente, stiamo nella merda più completa” “Vediamo se ho capito. Nessuno dirà a un altro: il Napoli perde, la Fiorentina vince. Ma a tutti è ormai chiaro chi è simpatico e chi no, chi è la parte buona del Paese e chi no” “Solo quelli che sono stati di sinistra dicono ‘il Paese'” “In effetti. Ma sulla squadra, a Castel Volturno, sui singoli, voi fate pressioni, avete un ruolo? “Ti meriteresti una querela per diffamazione, ma come sai abbiamo un altro stile aziendale. Non abbiamo fatto niente, che dovevamo fare? Quelli che fanno le scommesse sono un altro giro, un altro mercato. Se noi non stiamo in un business, non ci stiamo e basta. Il Napoli si gonfia e si ammoscia per conto suo. È una cosa che non capisco neanche io. Oltre tutto sono tutti ragazzi a posto. Niente locali, niente femmine extra fidanzamento, niente amicizie di certi ambienti, bruu, scusami mi viene da ridere pensando agli ambienti. Tutti si vanno a coricare prima di mezzanotte…” “Non è che siamo amatissimi in televisione, dai giornali” “Copione napoletano! Abbiamo già parlato di questo. Il calcio è televisione e la televisione è politica. Dove sta il calcio? Dove si fanno i soldi. A Torino che vince, a Milano che si deve riprendere, a Roma che tiene la politica e il Coni e quindi conta, e mo’ Firenze perché è elegante, è di moda e decide. Napoli non è elegante, non conta un cazzo e i dirigenti del Napoli sono pure antipatici. Napoli è folclore. Napoli è un sorriso di sfottò sulle labbra degli italiani”. “Ho capito” “Non era difficile. I mille euri te li potevi risparmiare e pure questa incartata di umidità che ci siamo presi stamattina. Sta arrivando il mio motoscafo, nasconditi per terra vicino a quello scoglio. E pigliati le gocce di valium prima di andare alla partita, così ti calmi”. La mia, di barca, è in ritardo. Provo un senso di disperazione fredda, e freddo addosso ho per l’ora e per l’emozione. Sorge il sole come sa fare solo lui dalle spalle del Vesuvio, preceduto da un alone rosso, una ghirlanda lucente. Mi commuovo come sempre. Sono stonato, quando cantavo la ninna nanna ai miei figli facevo così pena che loro sono diventati romanisti, credo. Ma mentre guardo il sole comincio a mugolare: “A’-cchiù-bella-e’-tutte-e’-belle-nun-è-mmai-cchiù-bella-e-te”. Un rap di nostra invenzione. 7/ FINE Vittorio Zambardino **** Avvertenza Come per le altre puntate, anche questa è il frutto dell’immaginazione, assai scadente, di chi ha scritto. Personaggi, circostanze, fatti riferiti sono interamente il prodotto della fantasia dell’autore. I luoghi no. I luoghi sono una meraviglia del mondo nel pieno di una città. Visitateli. Le puntate precedenti

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