Benitez mi viene incontro: «Complimenti per il Quarto». E invita i ragazzi a Castel Volturno
È lunedì. Sono le cinque del mattino e vengo da un week end piuttosto stancante, non ho nessuna voglia di andare a Coverciano. Abbiamo vinto il premio Bearzot con la Nuova Quarto Calcio ed oggi c’è la premiazione. Avrei da lavorare, da pensare a me, alla famiglia, ma non posso dire di no. Il viaggio […]
È lunedì. Sono le cinque del mattino e vengo da un week end piuttosto stancante, non ho nessuna voglia di andare a Coverciano. Abbiamo vinto il premio Bearzot con la Nuova Quarto Calcio ed oggi c’è la premiazione. Avrei da lavorare, da pensare a me, alla famiglia, ma non posso dire di no.
Il viaggio è veloce. Cinque minuti di taxi e siamo al centro tecnico alle porte di Firenze. Scendo, e la prima persona che vedo è Dino Zoff. Di fianco Antognoni, poi Rivera e di lì un susseguirsi di volti noti. Praticamente tutti gli allenatori italiani sono riuniti per l’assegnazione del premio “Panchina d’oro”. Nel cortile vedo anche lui, Rafa che parla con Cristian Bucchi e Diego Lopez!
Mi avvicino timidamente ed aspetto che lui finisca e poi mi faccio coraggio con l’Iphone in mano: “Mister posso?”. Naturalmente dice di si. Per me la giornata potrebbe anche dirsi conclusa ma, come dice Mazzarri, “il bello deve ancora venire. A proposito, il tecnico di San Vincenzo è l’unico a stare in disparte, non parla con nessuno e fuma in continuazione. Zeman è logorroico a confronto.
Si entra nella grande palestra adibita a sala conferenze. Parla Spalletti della sua esperienza in Russia, della scelta di vita. Lezione un po’ noiosetta, lui un po’ sottotono e svogliato. Arriva il momento della premiazione per noi e per la moglie di un giocatore, Galdiolo, uno dei tanti ex Fiorentina ammalatosi probabilmente per l’uso spregiudicato di medicine negli anni Settanta ed Ottanta. La premiazione in realtà consiste in una busta con dentro il bonifico fatto per sostenere la squadra. Niente targhe, niente discorsi, ma va bene così. Comincia l’assegnazione del premio Panchina d’oro che, per il secondo anno consecutivo, vede vincitore Antonio Conte. No comment, forse io e Silvio (l’addetto stampa) siamo gli unici a girarci da un’altra parte e non applaudire, ma si sa noi siamo prevenuti.
Il presentatore dà il rompete le righe e ci invita al buffet, comunicando che nel pomeriggio ci saranno gli interventi per il corso di aggiornamento di Montella, Ancelotti e Benitez. E chi si muove, tanto il treno è alle cinque!
Mentre mi alzo per andare a cercare qualcosa da mangiare ecco che un faccione rubicondo e sorridente con la camminata inconfondibile si avvicina, mi dà la mano e mi fa i complimenti per il Quarto, per quello che stiamo facendo. No, non era Mazzarri!! Mi mancano le parole, mi tremano le gambe. Tra circa trecento allenatori, lui, l’unico, si alza e viene da me! Non ci credo ancora, mi faccio coraggio ed incomincio a parlargli, gli racconto dell’articolo scritto per il Napolista. Lui sa, sa tutto, dice di averlo letto, gli è piaciuto, ed appena avrà un minuto di tempo risponderà e mi promette di far visitare Castel Volturno ai ragazzi del Quarto. Bene, per me la giornata è finita. Buffet? C’è un buffet? La sensazione di gioia è la stessa che ho provato da piccolo la prima volta che sono entrato da Caputo, il negozio di giocattoli del Vomero. Ma all’epoca non mi scapparono le lacrime.
Incomincia la sessione di conferenze degli allenatori, rigorosamente a porte chiuse ci tiene a dire Ulivieri. Ma noi siamo lì, che facciamo, non rimaniamo? Parla Ancelotti, noia, parla Montella un po’ meglio. Parla Rafa! Che dire… siete stati all’Università? Avete avuto il professore che vi ha fatto innamorare, vi ha affascinato, del quale avreste sempre seguito le lezioni? Raddoppiate ed avrete Rafa. È sul palco, scende tra il pubblico, stuzzica gli allenatori italiani a non rimanere chiusi nel loro orticello (mi sono girato per vedere la faccia di Conte ma sembrava apprezzare). Snocciola statistiche, martella sull’importanza di conoscere la lingua (racconta di come disse a Gerrard di stare attento al “wind” e lui capì “wine”!). Cominciano le domande. Il primo è Conte. Gelo, cosa dirà? Ed invece niente polemiche ma chiede la differenza di gestione della pressione tra l’Italia e l’Europa (se fossi Ciro Venerato ci farei uno scoop sull’addio del mister juventino a fine stagione). Rafa risponde sornione e sorridente, come al solito. E poi si parla ancora della finale del 2005 con Ancelotti che ancora accusa il colpo ma lui non infierisce! Alla fine standing ovation di tutti gli allenatori in sala. Io applaudo alla grande, ma di corsa, perché intanto il tempo passa e tra un po’ anche il treno. Lo saluto, e via in stazione con un tassista fiorentino con il quale si intona: “che si vinca o si perda forza viola-napoli e juve m…..”.
Luca Catalano (amministratore giudiziario della “Nuova Quarto Calcio per la legalità”)











