Un pentito di camorra: «Punitive le rapine ai calciatori»

Pubblichiamo l’articolo di Dario Del Porto apparso oggi sull’edizione napoletana di repubblica e tratto da Repubblica.it Le rapine ai danni dei giocatori del Napoli? “Sono punitive, avvengono quando un calciatore gioca male, oppure non si presenta presso i circoli sportivi, oppure parla male dei tifosi”. È lo spaccato descritto agli inquirenti dal pentito Salvatore Russomagno […]

Pubblichiamo l’articolo di Dario Del Porto apparso oggi sull’edizione napoletana di repubblica e tratto da Repubblica.it

Le rapine ai danni dei giocatori del Napoli? “Sono punitive, avvengono quando un calciatore gioca male, oppure non si presenta presso i circoli sportivi, oppure parla male dei tifosi”. È lo spaccato descritto agli inquirenti dal pentito Salvatore Russomagno in un verbale depositato agli atti del processo per lo scippo dell’orologio subito un anno fa da Valon Behrami.

Il collaboratore di giustizia ha anche scagionato l’imputato, Raffaele Guerriero, indicando come autore del colpo subito dal centrocampista svizzero un’altra persona, un pregiudicato attualmente in carcere. “Un mio amico sta pagando ingiustamente per la rapina con la pistola ai danni di Behrami”, sostiene l’ex affiliato al clan Mazzarella.

Ma Behrami, che già nella fase delle indagini aveva riconosciuto senza ombra di dubbio Guerriero come uno dei due scippatori (l’altro era alla guida del motorino e indossava il casco) ha confermato l’accusa quando è stato sentito in aula dal collegio della nona sezione penale presieduta da Nicola Miraglia del Giudice.

“Ho una memoria fotografica, ricordo bene chi mi ha fatto del male”, ha detto il giocatore del Napoli, che ha risposto senza tentennamenti, ma con grande sicurezza, alle domande del pm Anna Frasca.
Nella ricognizione di persona effettuata un mese fa a Poggioreale, alla presenza del pm Stefano Capuano, Behrami aveva invece escluso categoricamente che l’uomo indicato dal pentito fosse l’autore dello scippo consumato in via de Mille il 21 dicembre del 2012.

In tribunale, il calciatore ha ricordato che l’orologio gli fu restituito pochi giorni dopo. L’oggetto, avvolto in un plico, fu lanciato mentre il centrocampista stava firmando autografi a Castel Volturno. Guerriero ha sin qui sempre respinto le accuse. Ora il tribunale dovrà decidere se ascoltare Russomagno mentre la Procura è al lavoro per vagliare le dichiarazioni del pentito sulla regia ultrà che avrebbe ispirato le rapine subite da alcuni degli idoli della tifoseria del Napoli: ben 8 colpi fra il 2008 e il 2012, due volte ai danni di Marek Hamsik (l’ultima messa a segno con modalità particolarmente violente dopo NapoliSampdoria in febbraio) ma nel mirino sono finite anche la moglie di Edinson Cavani e la compagna di Ezequiel Lavezzi.

Secondo Russomagno, alcune sigle della tifoseria, “in particolare i Mastiffs” non gradirebbero “le dichiarazioni dei calciatori contro la violenza negli stadi. Talvolta gli orologi sono anche stati restituiti, non so chi commise le rapine ma sono stati i Mastiffs a fare avere indietro gli orologi”, afferma il pentito, le cui dichiarazioni vanno ora verificate. Ai giudici, Behrami ha detto di essere convinto che l’orologio, del valore di circa 1820 mila euro, sia stato restituito perché difficile da mettere in commercio perché «personalizzato». Il calciatore ha poi sottolineato di non avere rapporti con gli ultrà: “Faccio solo il mio lavoro, vado a Castel Volturno per gli allenamenti, è la società che decide a quali eventi dobbiamo partecipare”.
Dario Del Porto

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