Benitez è un impiegato, Donadoni gli ha impartito lezioni di calcio

In settimana qualcuno ha sorriso di Donadoni. Ricordando la sua breve e non fortunata avventura alle falde del Vesuvio. Un allenatore freddo. Triste. Inadatto a Napoli. E al Napoli. Un allenatore da …brodino. Invece Benitez… Lui si che è un grande tecnico…Ha cambiato mentalità alla squadra…(Persino io me ne ero convinto.) Questo signore con la […]

In settimana qualcuno ha sorriso di Donadoni. Ricordando la sua breve e non fortunata avventura alle falde del Vesuvio. Un allenatore freddo. Triste. Inadatto a Napoli. E al Napoli. Un allenatore da …brodino. Invece Benitez… Lui si che è un grande tecnico…Ha cambiato mentalità alla squadra…(Persino io me ne ero convinto.) Questo signore con la faccia e il fisico da maturo impiegato ci farà sognare… Un allenatore da… bistecca.
Intanto ieri il mesto Donadoni, quello che a Napoli non poteva far sangue , ha insegnato calcio a Benitez.
Con semplicità. Senza spacconate. Senza annunci roboanti. Con il falso centravanti a far ballare gli spilungoni difensori del Napoli. Con la superiorità numerica costante a centrocampo che ha ridicolizzato gli incolpevoli Inler e Behirami. Con la capacità di tenere bassissimi i due esterni del Napoli.Togliendo spinta offensiva alla squadra azzurra. E indebolendola in mezzo al campo.
“Lo so, non mi credete, ma il mondo non è finito a Torino” ha scritto Max Gallo. Ed ha ragione in punta di principio.
Restano tante partite da giocare e tutto può accadere.
Nessuno può dire chi vincerà il campionato. E nessuno può dire se Benitez farà meglio o peggio di Mazzarri.
Certo per far meglio ha una sola possibilità. Vincere il campionato. Per far peggio ha diciotto possibilità.
Quindi, sempre in punta di principio, non posso che essere d’accordo Max, il mondo non è finito a Torino. Ma la partita di Torino non é comunque passata invano. Un fatto preoccupante è emerso. Benitez è anelastico. Rigido. Abitudinario. Come un travet. Un impiegato. Non vede la partita dalla panchina. Non la sa cambiare in corsa. E il suo pedigree dove lo mettiamo? Già il suo pedigree. È vero. Il suo pedigree descrive mirabilie. Anche se non in Italia …
Comunque quello che ho visto fino ad ora è disarmante. Ed io mi fido più dei miei occhi che del pedigree.
Il tecnico spagnolo ha ripetuto contro il Parma l’errore di supponenza già emerso a Torino. Il mio modulo è 4-2-3-1 e gioco solo con quello. Benitez si rifiuta di accettare un fatto per me evidente. Con due uomini soltanto in mezzo al campo il Napoli andrà sotto nove volte su dieci. In particolare avendo a sostegno due esterni mediocri. Perché tale è Armero. E, purtroppo, tale è ormai Maggio.
Il triste Donadoni ha quindi dato lezioni al rubizzo Benitez. Il brodino ha surclassato la bistecca.
Come Cassano ha surclassato Higuain. Il litigioso Cassano. Il capriccioso ragazzo di borgata barese ha dato lezione di calcio al costosissimo argentino. E non solo di calcio.
L’argentino in settimana ha detto più o meno “voglio vincere il campionato e passare alla storia.”
Beh, sarebbe meglio facesse più goal e meno proclami. Alla storia ci passerà certamente se continuerà a sparare sul portiere ad un metro dalla porta. Una sorta di eterogenesi dei fini…
Lo so il mondo non è finito neanche contro il Parma. Il mondo no. Ci mancherebbe. Ben altri sono i problemi seri. Il mondo quindi non é finito contro il Parma. Ma forse i sogni di gloria si. In paradiso non ci si va con gli impiegati. Né coi proclami argentini.
Guido Trombetti

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