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Per El Mundo solo You’ll never walk alone è all’altezza di ’O surdato ’nnammurato

L’attenzione con cui i giornali spagnoli seguono il Napoli è impressionante, benché se ne conosca e se ne comprenda agevolmente il motivo. Eric Gonzalez, nella sua rubrica chiamata “Zona Cesarini” sul quotidiano El Mundo si occupa non di Benitez, non dei giocatori giunti dal Real, ma dell’inno. El soldado enamorado. Gonzalez scrive che gli inni delle squadre di calcio tendono tutti all’enfasi: dalla pomposità di quello del Real Madrid allo stile affettato di quello Siviglia, a entrambe le caratteristiche messe insieme e presenti in quello della Juve. “In questo, come in altri aspetti, il Napoli si distingue. Un club che sceglie come inno ‘O surdato nnammurato risulta per forza speciale. Perché il soldato non parla di guerra o di gloria, non di invadere la Polonia, ma di nostalgia. È una canzone d’amore per la sua donna lontana”.
Gonzalez trova un paragone all’altezza solo in You’ll never walk alone, l’inno del Liverpool, e ricorda che al Napoli – come alle altre squadre del sud – per molti anni non è stato permesso di partecipare al campionato italiano. “Vecchie ferite – scrive – che i napoletani ricordarono ai mondiali del 1990 applaudendo l’inno argentino e applaudendo la vittoria argentina alla fine”. Dopo un breve riassunto sulle vicende societarie, il fallimento e la ripartenza, Gonzalez spiega: “I tifosi del San Paolo vivono di sogni e di sentimenti. Ora il Napoli spagnolo di Benitez, Callejon, Albiol e Higuain è tornato al vertice”. E chiude con una dichiarazione d’amore: “Speriamo che come ai tempi di Maradona possa battere le grandi squadre del nord. Fosse soltanto per quelle 60mila gole che perdono il fiato nel cantare una canzone così tenera”. De Laurentiis dovrebbe scrivere un telegramma di ringraziamento.
Desmond Digger

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