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La faccia di Klopp e il potere delle cipolle

Ha preso alla lettera il mio delirio in spiaggia, pochi giorni fa: “I tedeschi sono fisicamente superiori. Dobbiamo giocare contro il Borussia Dortmund stando col fiato sul collo a ogni avversario”. Invito a cena con annessa tribuna divano e tv a un miliardo di pollici, l’amico Nick mi ha fatto trovare un pentolone di genovese, destinata a essere impiattata con le “mafalde” (piccola variazione sullo schema classico di ziti, paccheri, candele). Non posso dire che mi sono ricreato, perché la parola giusta è quella dialettale: “arricreato”. Io. I tedeschi un po’ meno. Lo so che è una mia fissa. l’accostamento del cibo al calcio, ma la faccia di Klopp, allenatore tedesco, nel momento in cui si è guadagnato l’espulsione mi ha dato la netta sensazione che gli odori delle cipolle siano arrivati dal Vomero fino al San Paolo. La mascella kloppiana, deformata nell’insulto alla quaterna arbitrale, mi ha ricordato la sindrome di Hulk quando arriva l’incazzatura. Cacciato dal rettangolo di gioco, mi è sembrato che il mister avversario rivolgesse imprecazioni contro la cucina di Nick. Il labiale, però, è stato di dubbia lettura. Al termine dell’incontro ho visto gli sconfitti letteralmente stravolti. Insomma, la genovese ha funzionato. Il timore delle mogli presenti è che il rito sia ripetuto ad ogni partita di champions. Stamattina, all’alba perché ero adrenalinico e ho dormito poco (e male), ho fatto una ricerchetta in internet e ho avuto la conferma: le cipolle hanno effetti benefici sul fegato, pare con qualche eccezione per chi ha un Dna teutonico. Quindi, nel nostro caso, le allegre note epatiche andranno in parziale riparazione delle cellule distrutte dalle bottiglie di vino (un Piedirosso e un vino francese stappato per l’occasione). Nicola ne è certo: la coppa, quella che il vincitore alzerà al cielo, è piena di mafalde alla genovese, con tanti pezzetti di carne e molto parmigiano. Forza Napoli. Sin prisa, pero sin pausa e col fiato sul collo.
Giuseppe Pedersoli

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