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Gli effetti della cura Benitez: non sono più nervoso quando guardo il Napoli

Io sono incazzoso. Quando vedo la partita del Napoli è tutta una furia di urla, improperi, chitebb&chitemm. È una specie di partita nella partita, soprattutto con mia madre che dall’altra stanza mi dice: “Ma vergognati, che figura facciamo, calmati, sembri un pazzo”. (Potrei raccontare episodi in cui mi ha staccato la corrente o che mio fratello mi cacciò da casa sua in un Napoli-Milan… ma lasciamo stare).
Poi ho capito una cosa: non era colpa mia, era colpa di Mazzarri. Si, perché (precisando che per me Mazzarri a Napoli ha fatto miraholi) il tecnico di San Vincenzo caricava al massimo tutte le partite. Mi metteva tensione. Eri sul 4-0 contro il Pescara e poi alla Tv inquadravano Mazzarri e ti ritornava la tensione. Perché Walter Mazzarri non era mai sereno, tranquillo, calmo. Una partita contro il Cittadella la considerava la “madre di tutte le partite” manco fosse il Real Madrid. Ecco, Mazzarri mi portava a vivere sull’orlo di una crisi di nervi. Un po’ come vive lui le partite.
Poi è arrivato lui, Don Rafè. E tu chiamala se vuoi, cura-Benitez. Come in Napoli-Atalanta, passavano i minuti e il risultato restava sempre inchiodato sullo 0-0. Tutta quella serie di passaggi sulla trequarti senza che si riuscisse mai ad affondare il colpo. E io ero lì, tranquillo. L’unica deroga alla mia calma avveniva solo quando Mertens si avvicinava alla bandierina. Perché, diciamolo ad alta voce, il belga sarà pure un giocatore simpatico, ma se si azzarda un’altra volta a battere un calcio d’angolo chiedo un ricovero per infermità mentale a lui, Benitez e io vado a fargli compagnia… Roba che nemmeno nei campionati dei pulcini: palombelle alte, lente, senza giro, che vanno a finire comodamente tra le mani del portiere. Rafè, famme sta quieto… cerchiamo di non far succedere la disturbata!
Insomma ero sereno. Viene l’Atalanta al Napoli e io, non me la ricordavo più questa sensazione, sono consapevole che noi siamo il Napoli e loro non sono il Barcellona. Non mi ha spaventato neppure il turn-over. Vedevo la squadra giocare tranquilla, con la consapevolezza di chi è più forte. E, dico di più, pure se non avessimo vinto non mi sarei incazzato tantissimo.
Tre partite, tre vittorie contro tre bestie nere mazzarriane. Non è poco. Certo, i conti li faremo tra un po’. Sinceramente non sono tranquillissimo in vista delle due partite contro Borussia e Milan. Il Napoli gioca bene, impone il proprio possesso. Anche se gli azzurri lasciano spazi e uomini liberi che delle squadre medio-piccole possono pure non sfruttare, ma le grandi squadre certi buchi te li fanno pagare. Vedremo come andrà. Io intanto mi sono calmato, sono più sereno. Mammà è felice. Stamattina era affaccendata a predisporre un piccolo altarino votivo. Poi con una candela in mano mi ha chiesto una foto di San Rafè. San Gennaro può aspettare qualche giorno.
Valentino Di Giacomo

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